KULT Underground

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Intervista con Little Creatures

7 min read
 
Nat inciampò sopra un pezzo di legno.
Abbandonato lì. In mezzo alla strada. Un ukulele.
Lo raccolse. Un regalo. Lo sfiorò. E il suono che ne uscì le piacque.
Marta correva veloce, si scontrò contro una tastiera.
Blu elettrico. Lasciata sola, lì, tra gli alberi del bosco.
Cominciò a picchiettare le dita sui tasti. E il suono che ne uscì le piacque.
Quando Nat e Marta si incontrarono, l’ukulele guardò soddisfatto (e un po’ divertito) la tastiera.
E viceversa.
Le due presero un grosso calderone e misero all’interno i due strumenti, ormai inseparabili. Aggiunsero i loro dischi preferiti, un assaggio di Australia, un pizzico di Serbia, una spruzzata di lago, tanto entusiasmo, un po‘ di allegria e qualche lacrima. Mescolarono il tutto, usando briciole di energia e un po’ di esperienza: Nat dai Tin Toys, Marta, alla sua prima vera esperienza musicale.
Quello che ne uscì fu per loro una sorpresa.
L’ukulele si godeva la semplicità degli accordi e la freschezza delle note, la tastiera si lasciava trasportare dalle ritmiche primitive e incalzanti.
E la voce di Nat si mise spontaneamente a inseguire quei suoni, cantando di animali e mari e quadrifogli e treni e soli e amori e virtù.
Senza pretese. Cercando di plasmare qualcosa che (per lo meno) portasse l’ascoltatore a muovere la testa in modo un po’ stupido, seguendo il tempo. Ma anche no.
 
 
Artista: Little Creatures
Titolo: Little Creatures
Genere: Alternative folk happy pop
Label: Fridge records
Formato: CD EP
Home made limited edition 1/300 distribuito da Goodfellas dal 15 settembre 2013
Distribuzione digitale: Believe dal 20 luglio 2013
 
Track-list
Kangaroo
Blonde whales
Bye! Night Art (special guest Berry)
Animals
I like hook
 
– INFO –

Little Creatures

 
 
 
Intervista
 
Davide
Non so nulla di voi, solo qualcosa dei Tin Toys. Chi siete, da dove venite, come e quando nascono le “Piccole Creature” oltre al racconto che inizia con l’inciampo di Nat sopra un pezzo di legno?
 
Little Creatures
M: beh, noi siamo Marta e Nat, rispettivamente un quasi-medico e un architetto. Veniamo da due sponde opposte del Lago Maggiore, quindi nemmeno dalla stessa regione. Il progetto Little Creatures nasce un po’ per caso, un po’ per fortuna: Nat riceve un ukulele per regalo, decide di voler iniziare un concerto dei Tin Toys con una nuova canzone (“I Like Hook”) ma ha in mente anche una parte ritmica di accompagnamento. Che io, non sapendo suonare la batteria, improvviso con la tastiera. Tadaan!
N: L’incontro infatti è avvenuto prima tra l’ukulele e me, poi tra me e Marta, durante il concerto di Jonsi del 2010  all’Alcatraz di Milano, e poi tra l’ukulele e la tastiera, più o meno un anno dopo.
 
Davide
Little Creatures come una certa birra australiana? O come il sesto album dei “Talking Heads”? Oppure?
 
Little Creatures
M: oppure come un Pet Store di New York City. Indizio inutile: ci piacciono sia la birra, che i Talking Heads, che i pupazzi verdi.
 
Davide
Veniamo al vostro EP. Di cosa parlano i testi in inglese e come riassumereste la poetica di questo lavoro?
 
Little Creatures
M: per quanto mi riguarda è stato tutto molto istintivo, non c’è nulla di particolarmente ragionato dietro. Soprattutto nei testi. La maggior parte delle volte, Nat arrivava con una melodia e una bozza di testo, costituita soprattutto da versi ed ululati senza alcun significato che, nella fase successiva, venivano trasformati in parole di senso compiuto ma “cucite” sulla linea melodica originale.  Per la scelta dei titoli, invece, è tutta un’altra storia. Ogni titolo è stato scelto in base all'artista, film o musicista che più, nella nostra visione dei fatti, richiamava lo spirito della canzone stessa.
N: le sensazioni che la melodia e la ritmica provoca mi hanno portato agli ululati e infine alle frasi, parte sempre tutto dalla parte strumentale. Proprio per questo abbiamo voluto lasciare libera interpretazione dei testi costruendo frasi indipendenti, senza necessariamente comporre un racconto omogeneo. A parte in “Bye! Night Art” dove l’argomento prestabilito è stato un viaggio notturno tra le varie forme d’arte. Parliamo di animali, speranze, paesaggi fantastici. Oppure di come ci si sente quando non si capisce più nulla in preda alla follia dell’amore, come in “I Like Hook”.
 
Davide
Un binomio insolito dei suoni di una tastiera usata prevalentemente per la ritmica elettronica e un ukulele. Perché per altro la scelta dell’ukulele, con quella sua caratteristica di smorzamento veloce o di pulce saltellante, come dicevano gli hawaiani, piuttosto che una chitarra?
 
Little Creatures
N: bellissima la definizione di pulce saltellante, diciamo che è l’ukulele che ha dato vita a Little Creatures, si è fatto suonare in maniera istintiva regalando da subito energia positiva ovunque mettessi le dita sulla sua mini tastiera. Ho sempre suonato la chitarra e l’ukulele è stato una piacevolissima sorpresa nel natale 2010.
M: per quanto riguarda la tastiera, quello che posso dire è che non sono per niente una brava musicista. Al pianoforte, potrei suonare “Per Elisa” e poco altro. Ma pare che abbia un innato senso del ritmo. E la tastiera era l’unico altro strumento disponibile nella cameretta di Nat quando abbiamo iniziato a suonare.
 
Davide
Cos’è l’Alternative folk happy pop? Soprattutto perché “happy pop”?
 
Little Creatures
M: la prima difficoltà che abbiamo incontrato è stata quella di descrivere la nostra musica con un’unica parola, classificandoci all’interno di un genere musicale predefinito. Allora abbiamo coniato questo termine, prendendo in prestito dalle persone che hanno tentato di definirci in qualche modo. E quando l’abbiamo inventato ci sentivamo alternative, folkloristiche e molto, molto felici.
 
Davide
Chi è Berry special guest di “Bye! Night Art”?
 
Little Creatures
N: Simone Berrini, l’uomo con la barba! Artista, musicista ma soprattutto amico. Nell’EP partecipa solo a “Bye! Night Art” ma attualmente è a pieno titolo una Piccola Creatura pure lui.
 
Davide
Perché l’Australia e perché la Serbia nel vostro racconto di presentazione?
 
Little Creatures
M: Perché la nostra musica è la commistione di passioni ed esperienze diverse. E quando abbiamo cominciato a suonare insieme, io ero appena tornata da un periodo vissuto a Novi Sad, in Serbia. E Nat, beh lei l’Australia ce l’ha nel cuore!
N: Oh selvaggia e colorata Australia.. ci sono stata quattro volte, l’ultima durante la specializzazione di Architettura e continua ad influenzarmi, infatti il primo pezzo dell’Ep è dedicato proprio a lei.
 
Davide
E quali sono i vostri dischi preferiti?
 
Little Creatures
M: per quanto mi riguarda, Grace di Jeff Buckley e I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama di Janis Joplin hanno accompagnato la mia adolescenza. Più avanti sono arrivati i Radiohead, i Sigur Ros, i Blonde Redhead, i Dirty Three, PJ Harvey e gli Animal Collective. Un potpurri di generi a cui ultimamente si sono aggiunti Olafur Arnalds, The XX e i Daughter.
N: dopo un periodo fortemente grunge i Radiohead mi hanno stregato con “Ok Computer” che affiancavo al classico “Dark Side of the Moon”, poi sono arrivati tutti i musicisti che ha già elencato Marta a cui aggiungo Devendra Banhart e Do Make Say Think.
 
Davide
La musica è la lingua della passione, disse Wagner. E per voi?
 
Little Creatures
N: è un linguaggio primordiale che non ha regole e ti permette di sprigionare nell’aria le tue oscillazioni.
M: è un modo come un altro per restituire le emozioni che abbiamo provato. Agli altri, a noi stessi, poco importa. Nella loro forma originale, oppure plasmate in altra maniera.
 
Davide
Cosa succederà adesso?
 
Little Creatures
M: adesso io provo a laurearmi. Nel frattempo, noi continuiamo a suonare e divertirci. E aspettiamo di vedere se il nostro entusiasmo riesce a contagiare qualcun altro.
N: io a trovar lavoro… Ti anticipo che stiamo già saltellando su nuove canzoni…
 
Davide
Grazie e à suivre…

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