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Restare, partire – Massimo Stragapede

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Lupo Editore (Lecce, 2013)
pag. 221, euro 14.00
 
La terra di mezzo detta da Stragapede. Fa davvero piacere scoprire come un autore sconosciuto riesca a darci un libro zeppo d'elementi molto interessanti e sostenuto dal filo sotterraneo della necessità d'una riflessione continua su uno degli aspetti più filosofici e quotidiano allo stesso tempo della vita d'ogni persona: andare o rimanere? Il romanzo, infatti, innanzitutto è titolato proprio "Restare, partire" – che è il tema di fondo della storia; ma anche il concorso al quale senza successo apparente Mimmo, il protagonista delle vicende, parteciperà nella sua Taranto sotto dominio dell'acciaieria più invasiva e strabordante del mondo. Dunque il fotografo Massimo Stragapede racconta una storia ambientata nel limbo della solita e insistente richiesta delle nostre identità personali: andiamo in altri mondi oppure rimaniano legati fisicamente alle nostre radici territoriali? Sapendo benissimo che una risposta per tutti i casi non esiste, e che oltre alle condizioni oggettive ogni volta sono diverse quelle soggettive, Stragapede vede col suo obiettivo l'ingresso nell'Ilva odierna d'un tarantino che di diventare operaio mai l'aveva ipotizzato. Dove Mimmo, diciamolo subito, alla fine vorrebbe partire dalla sua Taranto pur amata per vicoli e mare. Al di là della routine imposta da "amicizie" che non piacciono e, addirittura, d'un fidanzamento che a pensarci bene non avrebbe neppur ragion d'esistere. Allora ecco spuntare la Miriam fatata tornata per restare. E tra Mimmo e Miriam qualcosa, poco o molto che sia, nasce. E specie, sia chiaro, nella testa di Mimmo che grazie alle passioni della donna fantastica su un nuovo avvenire. Mentre nella fabbrica scorrono tempi e qualche personaggio comunque decisivo. L'ironia di Massimo Stragapede riesce a disinnescare, quindi, il pericolo d'un discorso amaro sulle possibilità di ripartenza per una città, una regione, una terra e tante persone. L'ambiente l'avrete capito. L'ambientazione la capirete meglio immaginando. Il talento dell'autore dovrete scoprirlo e tenerlo d'occhio.  

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