Essere genitori ai tempi di smartphone e tablet
La rivoluzione digitale avvenuta negli ultimi decenni ha modificato notevolmente il modo di vivere non solo delle giovani generazioni; il cellulare e internet, per citare due innovazioni tecnologiche importanti che hanno riguardato la vita degli ultimi decenni, hanno per esempio modificato stili di vita, modalità di apprendimento, tipologie di comunicazione per l’intera umanità.
Con il termine “nativi digitali” si intende la generazione, approssimativamente coincidente con gli adolescenti di oggi, che non hanno vissuto tanto il passaggio “epocale” di apprendimento delle nuove tecnologie, quanto piuttosto sono sempre vissuti, fin da piccoli, immersi nell’uso delle tecnologie, che hanno quindi segnato inevitabilmente in modo totalizzante il rapporto con il mondo e con gli altri; alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato anche una modificazione delle strutture celebrali di pensiero e di apprendimento per coloro che appartengono alla generazione dei “nativi digitali”.
In ogni caso, i ragazzi di oggi sono influenzati da un mondo digitale, verso il quale i loro genitori non sempre hanno avuto lo stesso approccio nel loro percorso formativo e nel proprio vivere sociale. I sociologi parlano di generazione multitasking e copia incolla, per individuare per esempio alcune delle implicazioni che le tecnologie hanno sulla vita degli adolescenti di oggi.
Questo ultimo libro della Erickson ha lo scopo non tanto di offrire competenze informatiche o suggerimenti didattici sull’uso delle nuove tecnologie, quanto piuttosto quello di offrire una panoramica culturale del rapporto fra giovani e nuove tecnologie multimediali; l’approccio, quindi, è prevalentemente educativo offrendo a genitori e insegnanti alcune indicazioni preziose per orientarsi nei confronti non tanto delle nuove tecnologie, ma del loro utilizzo, delle implicazioni che esse hanno nella vita dei giovani, delle loro potenzialità, ma anche dei loro effettivi pericoli.
Gli autori, Michele Facci, che lavora per il Centro Studi Erickson e ha fondato un sito proprio sui pericoli di internet, Serena Valorzi, psicologa e psicoterapeuta con competenze sulle nuove dipendenze che spesso riguardano le nuove generazioni nei confronti delle ultime tecnologie, Mauro Berti, sovrintendente della Polizia di Stato proprio su tematiche inerenti l’abuso in internet, trasmettono infatti in questo manuale estremamente leggibile e completo la loro “esperienza sul campo” e la loro prospettiva educativa, così importante per aiutare i genitori a conoscere tutto quell’universo virtuale in cui tanti figli sono immersi.
Il libro è diviso in sette capitoli che forniscono una panoramica completa: il primo descrive appunto la generazione dei così detti “nativi digitali”; il secondo, il terzo e il quarto capitolo esaminano le implicazioni delle nuovi tecnologie sulla formazione dell’identità dei giovani, sui loro rapporti famigliari, sulle emozioni e sulle relazioni che i ragazzi sperimentano.
In seguito, con il quinto capitolo, il testo passa in rassegna i pericoli che il mondo virtuale spesso reca in sé: nel miraggio di una libertà assoluta che permette una connessione “universale” e di sentirsi collegati in qualsiasi istante con qualsiasi altra parte del mondo, in realtà le nuove tecnologie (social network in testa) irretiscono tanti giovani, psicologicamente fragili, in nuove e più pericolose dipendenze.
Il sesto capitolo sviluppa il discorso sulla scuola, dove le nuove tecnologie possono essere opportunità e ausili importanti per la didattica; il testo prende in considerazione per esempio la diffusione dell’uso della LIM e i software utili come strumenti compensativi così utili per i ragazzi segnalati per disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Il libro si chiude con un capitolo dedicato ai consigli pratici: si tratta di linee di intervento concrete rivolte ai genitori, agli insegnanti, agli educatori e agli amici che vogliono abituare i ragazzi a un uso consapevole e intelligente degli strumenti multimediali; i consigli sono opportunamente divisi in base all’età delle persone coinvolte; sicuramente l’approccio educativo nei confronti di un bambino, che ha bisogno di un uso estremamente controllato e protetto di internet, è diverso rispetto a quello di un adolescente, nei confronti del quale probabilmente non serve tanto un probizionismo cieco, quanto piuttosto un accompagnamento consapevole sull’uso di queste tecnologie.
Questa ultima parte dei consigli rende bene la prospettiva generale del libro: aiutare in modo operativo e pratico gli adulti “non digitali”, per utilizzare un termine ricorrente nel testo, a orientarsi in un mondo nei confronti del quale spesso non è facile istaurare un dialogo positivo con i figli; la conoscenza del mondo digitale serve, dunque, per entrare in un universo in cui i figli vivono immersi e che influenza modi di apprendere, sperimentare la relazioni e le emozioni, rapportarsi con gli altri. In questo senso questo manuale della Erickson si rivela uno strumento prezioso per genitori, insegnanti, educatori per cogliere pericoli ed opportunità dei nuovi media e delle nuove tecnologie e per avere proposte su come entrare in una realtà così influente nella vita di tanti giovani.