KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Esma

11 min read
LA CANTINA APPENA SOTTO LA VITA presenta:

 

ESMA – ENERGOMASH (2013)
Disponibile in cd su www.facebook.com/lacantina.it e in digitale su http://esma.bandcamp.com/ dal 22 Gennaio 2013 per La cantina appena sotto la vita
 
Venticinquesimo disco del poliartista Eugenio Squarcia, in arte ESMA. Musica elettronica,  classica contemporanea, minimalista – ambient.
Energomash: energia e luce tradotti in musica. Un album che sfida profondi concetti di spiritualità e fisica quantistica.

 

Sinossi:
Energomash è un esagono. Da ciò deriva un concetto musicale che tenta di oltrepassare le barriere di ogni genere. Una composizione trasversale. Energomash è un compendio di energie narrative. Energomash è musica, poesia, viaggio interiore, ricerca di un dove. Dove sia "dove" è il fine del viaggio. Comprendere. E poi, divenire consapevoli della comprensione di ogni cosa. Dell'inizio e della fine. Del qui e dell'altrove. Dell'energia. Energia che attraversa l'album muovendosi in forme geometriche, in forma di luce e ombra, riflessi di primordialità. Tutto è collegato. Tutto è uno. Da un Adagio per una civiltà ormai astratta, il vento del nord trasporta colui che cammina e ascolta verso voci, suoni, rumori e canti, verso i Giardini Perduti di Heligan, verso la maestosa criniera sabbiosa della Dune du Pilhar, verso le congetture poetiche racchiuse in una bottiglia elettronica lanciata nell'oceano in direzione di Roanoke, la prima colonia occidentale nelle Americhe selvagge. Margaret Lee fa la sua esplosiva comparsa nei nove minuti che dettano le "istruzioni del Vaudeville per un quieto vivere". Follia, che muove le menti creative. Rompere il silenzio. Significato della vita. Un collegamento. E proprio perché tutto è collegato, passato presente futuro attraverso molteplici vite, si approda al concetto di Entanglement Quantistico. Facile. Difficile. Chi può dirlo. È sufficiente ascoltare. Partecipare al viaggio. In fondo alla via, l'Esagono è in attesa. Una casa, forse. Dio, forse. Meditazione. Verso l'alba. L'ultima alba. Oppure, la prima di un nuovo mondo.

Crediti:
Music composed and performed by Esma (Eugenio Squarcia).
Featuring Margaret Lee, Klod and Fred Cané.
Produced and recorded at The Slanting Shelter.
2013 © ESMA Creative Studio.
La cantina appena sotto la vita.

Progetto visivo: “MIN GRN” LINK: http://www.youtube.com/watch?v=d82aMsJ4PGU&feature=youtu.be

Tracklist:
01 Adagio K599
02 Nor'easter Wind
03 TESSERACT #02
04 GAMA, performed by Klod
05 Lost Gardens of Heligan
06 Sparkaling
07 Njugle
08 Sur la Dune du Pilhar
09 Roanoke (Cynthia After Raleigh)
10 Vaudeville Instructions for a Quiet Life, feat. Margaret Lee
11 Quantum Entanglement
12 Prefab Pixel City
13 Die Hexagon, feat. Klod
14 The Age of Anxiety, feat. Fred Cané

 

 

Biografia:
Eugenio Squarcia – in arte Esma – nasce nel 1984. Si diploma in disegno d'architettura e arredamento presso l'Istituto d'Arte di Ferrara. Scrittore, illustratore e poliedrico artista, lavora come grafico pubblicitario per libri e progetti culturali, realizzando il concept di alcuni eventi a Montreal, Taipei, Shanghai, Hong Kong e Bangkok. Nel mondo del cinema e della videoarte realizza il corto 00156 (Medaglia di Bronzo alla 67a Ed. del Concorso Internazionale UNICA 2005, Blankenberge; Premio Speciale della Giuria alla III Ed. del Concorso Internazionale di Cinema Non Professionale di Tallinn), interpretato magistralmente da Silvia Pasello, al quale seguiranno AMYGDALA e TOTENTANZ, primi due capitoli di un progetto che vede per la prima volta la realizzazione visiva integrale dell'opera 'Le Città Invisibili' di Italo Calvino. Nel campo della musica sperimentale, comincia giovanissimo a suonare il pianoforte da autodidatta e a comporre per le sue stesse opere videoartistiche. Appassionato di autori quali Steve Reich, Johann Johannsson, Max Richter, Giovanni Sollima, Philip Glass, Edward Artemiev, Stars of the Lid, Loscil, Vangelis, Free Association, Keiichi Suzuki e Brian Eno in seguito si dedica anche al violoncello e alla musica elettronica collaborando recentemente al progetto internazionale LDWR (Long Division With Remainders) per il quale realizza un EP.

Discografia:
2013 – Energomash
2012 – John Galt
2012 – The Lost Atoms
2012 – The Holy Tree
2011 – Animals Republic
2011 – SODA™
2011 – Hyperborea
2011 – Songs for the End of the World
2010 – State of Blemish
2010 – Neuegg
2010 – Eulogy of CMYK
2010 – B
2010 – Koinobori
2009 – The Long Division
2009 – In the Corner
2008 – NOON
2007 – OGRE
2007 – The Blind Variation
2007 – Landmark
2006 – KOAN
2005 – The Wreck
2005 – Mitis Lumen
2004 – The Dream of Jonah
2004 – Rebuilding
2001 – The Big Illusion

Contatti:
Eugenio Squarcia: studioesma@gmail.com
La cantina appena sotto la vita: lacantina.casv@gmail.com

http://www.kultunderground.org/art/17537

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Intervista
 

Davide
Ciao Eugenio. Nell’intervista rilasciata per “The Lost Atoms”, alla mia domanda su cosa sarebbe seguito, dichiarasti: Non posso anticipare nulla ma credo di poter dire che a "The Lost Atoms" seguirà qualcosa di eccezionale. Il campo si allarga, la visione si espande. Seguirà qualcosa che da molto tempo tentavo di realizzare. Altro non posso dire. Ti riferivi dunque a “Energomash”?

Eugenio
Ciao Davide. No, non mi riferivo a "Energomash" ma ad un progetto ancora in fase di realizzazione, di cui posso solamente rivelarti il titolo: "Nårwhal". Nella mia prassi compositiva ho sempre notato l'emergere di un flusso ondulatorio. Una sorta di oscillazione tra alto e basso, tra apertura e chiusura, tra orchestrale ed elettronico. Mi spiego meglio: in una qualche maniera, ad un album con brani di una certa forza sonora mi piace far seguire un album più intimo e interiore. Questo infatti è "Energomash".

Davide
Perché l’esagono? L’esagono mi ha fatto venire in mente i nobili di Flatland e quindi l’opera di Abbott perché, come gli abitanti di Flatlandia non potevano conoscere la terza dimensione, noi stessi non possiamo conoscere (non ancora quanto meno) ulteriori eventuali dimensioni. C’entra qualcosa?

Esma
C'entra, si. L'opera di Edwin Abbott è sempre stata una delle mie fonti preferite di immaginazione geometrica. C'è molto da imparare da quelle pagine. Bisogna però saper leggere tra le righe. Un po' come per la mia musica. Non è plateale. Ha bisogno di silenzio, contemplazione, tempo, spazio, disponibilità a immaginare altri universi. Per rispondere alla tua domanda, l'Esagono è il centro di Tutto, nella mia visione. Tento sempre di seguire un filo rosso che mi conduca dalla composizione di un album a quello successivo. Qui il filo rosso proviene dalla fuga dalla realtà e dalla ricerca dell'Atomo Centrale di "The Lost Atoms". In "Energomash" la ricerca approda all'incontro diretto con l'Atomo Centrale, ovvero l'Esagono, che infonde luce e profondità. Lì c'è un intero universo da esplorare. E si apre solo sul penultimo brano, "Die Hexagon", dove la fisarmonica e le voci formano una specie di rivelazione spirituale.
 
Davide
Perché lo hai intitolato “Energomash” come la più importante società energetica russa che sta tra l’altro costruendo i nuovi motori missilistici dello Shuttle?
 
Esma
Tempo fa mi imbattei in un articolo scritto da una blogger d'assalto russa, nel quale si descriveva un'incursione notturna all'interno di questa centrale. Il reportage fotografico mi colpì. Ricordo una foto, in particolare, in cui questa ragazza era stata ritratta seduta all'interno di una struttura enorme e circolare, una specie di reattore. Quella centrale e l'intera società erano al centro di un'inchiesta sullo sviluppo di armi nucleari, se ben ricordo. Perciò ho pensato al coraggio di questa ragazza, ho pensato a quanto poco conosciamo le strutture che ci circondano e alle quali affidiamo la nostra vita. Poi "Energomash" era effettivamente un nome con una certa forza, anche solo per il significato (che si può tradurre in italiano come "miscuglio di energie"). Alla fine lo era già, il titolo del mio album, per Natura, per necessità. Un omaggio. Non alla società energetica russa. Ma al coraggio di quella ragazza, e in generale di chi si ostina a dissentire dalla maggioranza.
 
Davide
Veniamo all’introduzione. Adagio K599. Ti riferivi ai “Minuetti K599” di Mozart o alla sonata K599 in la maggiore di Scarlatti o a nessuno dei due?

Esma
A nessuno dei due e probabilmente ad entrambi. Perché l'introduzione è un Adagio per una società astratta, che ha perduto le radici con la realtà, dopo il sopraggiungere del "Vuoto Pneumatico" che concludeva il precedente album "The Lost Atoms". La conseguenza, infatti, doveva essere l'ingresso in un mondo che ha scelto di rinunciare alla materia in favore della virtualità. Che, purtroppo, si traduce anche in una virtualizzazione dei sentimenti. La citazione del titolo è ossimorica. Nel complesso tappeto di rumori che formano il brano le frequenze sonore costruiscono una sinfonia minimale, quasi assente: ciò che rimane dell'opera di Mozart o Scarlatti, una radiazione di fondo.

Davide
Puoi parlarci degli ospiti in questo tuo ultimo lavoro?

Esma
Con molto piacere. Gli ospiti, qui, sono la vera anima dell'album. In primo luogo voglio citare l'essenziale collaborazione con Margaret Lee, che fa la sua esplosiva apparizione nel brano "Vaudeville Instructions for a Quiet Life", una folle improvvisazione a quattro mani che ha dato il colpo di grazia ad un antico e precario pianoforte verticale. Abbiamo suonato tutto, di quel pianoforte, non solo i tasti. L'abbiamo distrutto. Letteralmente. Margaret Lee è l'essenziale collaborazione di una vita ai margini del concetto di arte, non solo di quest'album. Poi, fondamentale è stata la presenza di Klod, la cui celestiale voce ha reso vivo e tangibile l'Esagono che avevo immaginato. A seguire, voglio citare la collaborazione con il grande amico e musicista Fred Cané, che ha dato un senso alle ritmiche elettroniche del brano "The Age of Anxiety", bonus track che chiude l'album, direttamente proveniente da una inedita traccia audio di 29 minuti, dedicata al Nobile Ottuplice Sentiero di Buddha (in sanscrito, ārya aṣṭāṅgika mārga). Poi voglio citare l'altra mia anima musicale, il pianista e compositore Jacques Lazzari, che in questo album ha contribuito in maniera invisibile – o meglio, inudibile – aggiungendo la propria voce alle altre nel brano "Die Hexagon". Ognuno di loro produce musica, la propria. Ognuno di loro possiede la chiave per un universo. Ascoltateli e ne avrete l'accesso.

Davide
Cornovaglia. Dopo anni di abbandono e decadenza hanno restaurato i giardini perduti e misteriosi di Heligan, già dimora della famiglia Tremayne. Quando un luogo in particolare ti affascina?

Esma
Un luogo mi affascina quando possiede una storia da raccontare. A volte, anche quando non la possiede. Quando un luogo muove la mia immaginazione, allora devo dedicargli qualcosa. Che sia un brano musicale, un disegno, una poesia o un semplice pensiero poco importa. Mi piace stabilire legami con le cose o i luoghi. Così facendo mi sento partecipe del loro racconto. Anche solo aggiungendo un sasso alla montagna io sono la montagna.
 
Davide
E la strana mai spiegata scomparsa dei coloni di Roanoke… L'unico indizio lasciato fu la scritta "Croatoan" sul tronco di un albero. Nel brano “Roanoke” ti sei ispirato a quella storia? Qual è il tuo rapporto con il “mistero” o tra musica e mistero? Parafrasando Einstein, il mistero è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza?
 
Esma
Il mistero è tutto. Senza mistero nell'universo non esisterebbe l'immaginazione. È il mistero a muovere ogni cosa. Il non sapere dove si va, cosa si è, da dove si proviene. La domanda e la risposta. Questo è il meccanismo che muove tutto, dall'origine. E oggi siamo qui, come specie, sul margine di un mondo completamente conosciuto. Forse. O forse no. Forse non conosciamo ancora niente. Perciò l'immaginazione è salva. I coloni di Roanoke sono stati l'esempio di questo passo verso il mistero: scomparsi per qualche ragione. Di loro rimane solo una congettura. Nel brano "Roanoke" c'è tutto questo e anche altro: una poesia gotico-romantica ispirata ai testi di Sir Walter Raleigh, navigatore, poeta, intellettuale inglese, dedicata a quella che fu la sua musa, Cynthia. Nel brano, la poesia è narrata da una voce artificiale, una provocazione e un ossimoro. Un altro. Per concludere, Einstein aveva notevolmente ragione.
 
Davide
Parlaci del progetto visivo legato a Energomash (MIN GRN)… http://www.youtube.com/watch?v=d82aMsJ4PGU
 
Esma
MIN GRN è nato per caso. Come tutto il resto. Se si crede nel "caso". In passato avevo già realizzato videoarte, medio e lungo-metraggi, più o meno sperimentali. Mai, però, niente di autobiografico. Questo invece lo è espressamente. È la mia visione dell'Esagono, o dell'Atomo Centrale. Da quel raggio di luce, da quei riflessi, da quelle geometrie cristalline è nato "Energomash", che fa da colonna sonora al video, senza però essere presente (tranne che con un brano). Un altro ossimoro. I due elementi (video e album) vanno associati nella propria mente, in forma di procedimento euristico. MIN GRN è stato girato a spese zero e con un cellulare (anche piuttosto scarso). La sgranatura e l'imperfezione avevano un senso. Una raccolta di memorie, allo stato grezzo. Molti mi hanno chiesto il significato del titolo. La risposta è: non lo so. MIN GRN può avere tutti i significati che si vogliono. Sono lettere. E raccontano qualcosa. Ma cosa?
 
Davide
L’ultima traccia si ispira all’Età dell’Ansia di Wynstan Hugh Auden? Quali poeti prediligi?
 
Esma
Certamente. Amo le parole di Auden, come anche il suo coraggio sociale. Così come il coraggio e le parole di tanti altri poeti che hanno formato la mia esistenza: Edward Estlin Cummings, Allen Ginsberg, Thomas Stearns Eliot, Henry Miller, William Butler Yeats, William Blake, Alda Merini, Wisława Szymborska, e tutta la Beat Generation, il Romanticismo, la poesia più o meno maledetta. A citarli tutti, quelli che amo, ci vorrebbero molte più pagine. Queste donne e questi uomini hanno avuto il coraggio di vivere una vita all'insegna dell'arte, con tutto ciò che spesso comporta in termini di deriva sociale. Oggi li conosciamo (e poi non quanto si dovrebbe), perché sono morti con le loro parole, con le loro follie. Ma quando erano vivi, chi ha avuto il coraggio di seguirli? Oggi più che mai questo discorso è estremamente valido e degno di discussione.

Davide
Guardando la tua discografia si può dire che sei molto prolifico? Cosa significa per te creare?

Esma
Creare significa vivere. Se creo, vivo. E viceversa. È vero, sono prolifico, anche molto più di quello che sembra. È la mia maniera di esistere. Per giunta, se non creo mi sento inutile. E di cose o persone inutili nel mondo ce ne sono già a sufficienza. Perciò sono un po' come il risultato di un'equazione. Oppure come un origami, nel bel mezzo di una piega critica. Tutto dipende dall'abilità di saper persistere.

Davide
Cosa seguirà?

Esma
Chissà. Qualcosa, sicuramente. Forse "Nårwhal" vedrà la luce. Oppure non ancora. Tanti altri progetti fluttuano in forme ancora da decidersi. Ad ogni modo, confido nell'ispirazione, che sa sempre quale direzione prendere, anche al buio.

Davide
Grazie e à suivre…

 

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