KULT Underground

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Intervista con Lordog

8 min read
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L’etichetta del gattino col sombrero è lieta di presentare LORDOG, progetto parallelo/solista di Gianluca Della Torca (Gatto Ciliegia VS il Grande Freddo). Un disco che attraversa generi e gusti con eleganza e agilità felina. In attesa del videoclip che lo renderà famoso nelle repubbliche baltiche e di vostri futuri commenti in merito,  LORDOG lo trovi nei negozi di dischi da oggi, distribuito Audioglobe. Se vuoi ascoltarlo in anteprima puoi andare qui.
Tra la via Emilia e il (dopo) rock Lordog è Gianluca Della Torca, bassista di Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo, e il suo debutto discografico è una collezione che si immerge nei ricordi e nelle passioni senza troppo badare alle forme e ai generi, lasciando da parte la fedeltà agli originali quando si tratta di brani altrui. Il filo rosso che attraversa le composizioni è rappresentato da un solido basso che pulsa e disegna linee rotonde ed essenziali, mettendo insieme ingredienti apparentemente inconciliabili: una anomala resa punk dell' “Avvelenata” di Guccini (in perfetta sintonia con l'umore della versione originale) e una ballata targata Bauhaus, “Crowds”, una sguaiatamente stizzita “My New House”, tratta dal repertorio dei Fall, e un blues ruvido e casinista, “Funk Love with Lordog”. Altri ingredienti: elettronica d'atmosfera e da ballo (“Chi ha paura dello sparviero” è un atto d'amore alla Manchester danzereccia di vent'anni fa), una più morbida vena cantautorale in pezzi come “Ero nel cielo”, del rock narcolettico appena sporcato di suggestioni western (“My Girl”), il convincente ritratto umano di “2:20 a.m.”, racconto sonorizzato dai colori densi. Del gruppo di provenienza ritroviamo la sensibilità visuale, di estremamente personale troviamo invece una voce che esprime con efficacia il punto di vista dell'autore. Il risultato è, più che un divertissement o un puro e semplice progetto collaterale, un onestissimo autoritratto.
Alessandro Besselva Averame
 
 
1. Chi ha paura dello sparviero
2. My girl
3. Funk love with lordog
4. My new house
5. Immagini
6. Ero nel cielo
7. Jazz per stranieri
8. Crowds
9. Indian dance tonight
10. L’avvelenata
11. 2:20 a.m.
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Gianluca, quando e come nasce il bisogno di questo primo progetto solista?
 
Gianluca
Nasce dalla mia attitudine a “giocare” con la musica, in casa, fra chitarre, bassi, tastierine e computer… non è stato un vero e proprio  bisogno o una urgenza… ad un certo punto mi sono trovato in mano questo materiale che mi sembrava interessante condividere in qualche maniera…
 
Davide
In cosa differisce e in cosa somiglia rispetto a un lavoro con/come Gatto Ciliegia?
 
Gianluca
Gatto Ciliegia è formato tre persone, tre musicisti diversi fra loro. Qui sono da solo, per cui il modo di lavorare sui pezzi è diverso, diverso è l'approccio ad una idea di album intero, diversissima è la serietà e la meticolosità nella realizzazione e nella registrazione del disco stesso 🙂
 
Davide
Per me il basso elettrico è il cuore pulsante di un pezzo, l'essenza del ritmo, il posto da cui scaturisce ogni canzone, diceva James Brown. Come componi i tuoi pezzi? A cominciare dal basso?
 
Gianluca
Dobbiamo fare una distinzione: nei brani strumentali non ho una regola precisa, in genere se una melodia mi gira in testa la “metto a fuoco” al pianoforte o con il basso
elettrico, oppure senza avere alcuna idea mi metto al piano (anche se sono un cane),  col basso o con la mia vecchia stratocaster e in genere qualcosa viene fuori. Da li in avanti si apre un mondo di possibilità realizzative: quali strumenti usare, quale mood cercare etc… Questo è un lavoro molto interessante: il “vestito da mettere” all'idea originale; che a volte ne cambia addirittura l'intenzione iniziale. Diverso invece se provo a scrivere una “canzone”, in quel caso voce e  chitarra e tanta fede, visto che faccio cagare con le canzoni :-))))
 
Davide
Da dove viene il tuo stile, come si è formato?
 
Gianluca
Diciamo pure che Lordog non ha uno stile vero e proprio. Come ti dicevo, in questo caso mi sono sentito libero di “cazzeggiare” con gli strumenti in mano senza avere una direzione precisa da seguire, o una attitudine che unisse in qualche maniera un brano all'altro, a dirla tutta non avevo neanche in mente di fare uscire un disco… mi sono trovato in mano una manciata di brani che mi convincevano, e facendoli ascoltare a Christian (Christian Alati che ha collaborato al progetto) ho deciso di realizzare “Lordog”.
 
Davide
Sono curioso di sapere quali tastiere giocattolo hai utilizzate…
 
Gianluca
Casio sa-20 100 sound tone bank (non so se mi spiego) 🙂
 
Davide
In copertina stai sulle scale del Castello di Rivoli, sede del Museo d’Arte Contemporanea. Perché questa scelta?
 
Gianluca
È un bel posto, è vicino a casa mia, siamo andati a piedi. 🙂
 
Davide
Mi piace tutto il disco, ma in particolare ho apprezzato molto “2:20 a.m.” Come è nata, da quale racconto reale o da quale particolare situazione?
 
Gianluca
Ad un certo punto della mia vita, qualche anno fa, mi ero messo a scrivere mini-racconti, in genere di una pagina perché più lunghi non mi riuscivano; avevo in mente di diventare una sorta di Carver torinese 🙂 …roba molto triste comunque. Ovviamente i racconti sono rimasti nel cassetto della scrivania. Mentre lavoravo su Lordog avevo questa base che mi piaceva ma trovavo un po' “debole” e ho provato a metterci su uno di quei racconti. Io non so recitare, ed è facile su queste cose fare la “brutta copia” dei Massimo Volume o dei Franti (gruppi che ho amato molto) infatti il pezzo era finito negli “scarti” poi Christian e mi ha convinto ad usarlo.
 
Davide
Perché “L’avvelenata” in una veste punk?
 
Gianluca
Ho sempre pensato che dopo i quaranta avrei fatto qualsiasi cosa mi passasse per la testa 🙂 (negli ultimi anni le persone mi hanno un po' deluso, è diventato obbligatorio essere degli squali, la “filosofia morale” non è più di moda…QUI IL SORRISO E' UN PO' AMARO…) l'avvelenata mi sembra in questo momento molto attuale.
 
Davide
Altre due cover, tra darkwave e post-punk, dei Bauhaus e dei Fall. Perché questa scelta? Un omaggio alle origini dei tuoi/vostri gusti musicali? Quali sono stati i dischi più importanti nella vostra vita?
 
Gianluca
Ci sono canzoni che ti si attaccano addosso per tutta la vita, per svariati motivi. “Crowds” e “My new house” sono fra i brani che più ho amato da sempre e grazie ad un progetto “assurdo” come Lordog ho potuto cantarle.
Penso che “London Calling” sia stato il disco più importante della mia vita.
 
Davide
Con Gatto Ciliegia avete lavorato soprattutto per una musica multimediale: per il cinema (Il segreto del successo, A/R, Andata e Ritorno, Cosmonauta, Bar Sport, la sonorizzazione del film muto Dans la Nuit di Charles Vanel), per il teatro (Tutto è fuori posto), il reading “Transition Time” (Torino spiritualità 2011). Disconoir è stato un album realizzato insieme allo scrittore Dario Voltolini e al pittore Mario Trucano. Lordog è stato invece pensato come un disco monomediale? Qual è la vostra filosofia della “multimedialità”?
 
Gianluca
questa è difficile :-))) Lordog è sicuramente monomediale, anche un po' monolocale.
 
Davide
Cos’altro ha prodotto di recente o sta per produrre la Mexicat? Ci riassumi/riassumete il pensiero e i punti cardine di questa vostra etichetta?
 
Gianluca
La Mexicat è nata nel 2002 producendo proprio un disco dei Cods di Christian Alati, l'intenzione era quella di fare dischi interessanti, progetti paralleli, magari dischi che altrimenti non avrebbero visto la luce, è cosi è stato. Per il futuro si vedrà… la pigrizia regna sovrana da queste parti.
 
Davide
Le cose che più amate, e quelle più odiate di Torino?
 
Gianluca
Torino è la mia città!!!
 
Davide
C’è qualche videoclip in arrivo? Qualche data? Cosa seguirà?
 
Gianluca
impossibile rispondere adesso, per la stessa natura casuale e caotica del progetto, non ho la più pallida idea di quello che capiterà, se capiterà!
 
Davide
Grazie, à suivre…
 

2 e 20 a.m.
(Lordog)

 

La radiosveglia sul comò mi avverte che è ora di andare.
Come al solito sono già sveglio.
Doveva essere un lavoro transitorio mi ricordo: “giusto il tempo di rimetterti in carreggiata” dissero…
tornare alla normalità… un lavoro è quello che ti ci vuole.
Quel mattino di sei anni fa mi rasai feci un bagno e lasciai la vita precedente alle spalle.
Certo consegnare i quotidiani alle tre del mattino non è forse l’occupazione più adatta ad un soggetto cui difetta il concetto di normalità… ma mi convinsi che sarebbe durato poco.
Ore 2.50: entro in magazzino; carico i giornali sulla Fiat 131 panorama grigia metallizzata, un miracolo di resistenza all’usura del tempo, un vecchio animale rauco.
Ore 3.30: la prima edicola, poi di corsa in maniera automatica, senza doversi curare della strada o pensare qual è la prossima, fino alla terzultima edicola in piazza Zara.
Ore 6,20: tre ore con l’anima altrove, mi sorprende ancora, probabilmente è comune a chi fa questo genere di lavoro; di notte il senso del tempo non è rapportabile alla velocità e all’intensità dei pensieri, ogni edicola dimentica la precedente, i resi delle tre e mezza si confondono con quelli delle cinque e con gli angoli bui della mia coscienza, con quello che sono diventato e con l’anima che avrei voluto far vedere. Mia.
L’edicola di via Giordano Bruno vicino al deposito è l’ultima, entro in magazzino per i resi, ho quattro colleghi davanti due ore di attesa. Comincia il primo, ogni tanto guardano dalla mia parte, si guardano fra loro; certo il mio aspetto è quello che è, non li biasimo.
Termino il tutto e torno a casa.
Dormo vestito, mi copro con una vecchia coperta militare, non possiedo una televisione ascolto le trasmissioni musicali e gli sceneggiati dalla radiosveglia sul comò, non ho un gatto, ne una donna; ho quarantotto anni e forse sono troppo vecchio per tutte queste cose. Dormo fino al pomeriggio poi mi alzo, riscaldo la pasta di ieri e leggo il giornale dell’altra settimana, che per me è uguale.

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