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Intervista con Cosimo Morleo

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Comunicato stampa
In genetica i Geni dominanti determinano la trasmissione dei tratti caratterizzanti le specie, frutto della continua selezione evolutiva, ma i geni sono anche tutti coloro che hanno cambiato il mondo e continuano a cambiarlo con la forza e il coraggio delle idee determinandone il progresso tecnologico e sociale, il suo evolvere. Il genio, è colui che si muove nella società spesso creando intorno a sé una frattura di incomprensione e isolamento. Ciò che più mi affascina è il carattere, la “folle determinazione” di chi persegue un obiettivo contro tutto e tutti, semplicemente perché lo riconosce come giusto, rivoluzionario.
Al disco hanno collaborato musicisti d'esperienza della scena musicale italiana, gli stessi anche nel live: Enrico Fornatto (Alberto Fortis), Exir Gennari (Tribà, Fratelli di Soledad, Orchestra Ritmi moderni Arturo Piazza), Gianfranco Nasso (Mambassa), Gilberto Bonetto (Jambalaya). Roberto Maccagno Mix e Mastering (Vincitore di 6 Grammy Awards per produzioni in Spagna e America latina, e collaboratore di grandi artisti della scena italiana) Andrea Rosatelli (Simone Cristicchi, Chiara Civello)
 
Line up:
Enrico Fornatto Chitarre ; Exir Gennari Batteria; Gianfranco Nasso Basso; Gilberto Bonetto Pianoforte; Sabrina Pallini voci
 
Un passato da tastierista, cantante e turnista in diverse realtà del panorama underground della scena torinese degli anni novanta, poi un decisivo cambio di rotta e di esperienze nella musica antica e barocca e in seguito anche alla regia teatrale e la scrittura di musiche di scena continuando a collaborare in veste di turnista, arrangiatore e autore con altri artisti da dietro le quinte.
L'incontro fortunato con il chitarrista e produttore Enrico Fornatto rappresenta un ritorno al piacere di vivere il palco in prima persona, intraprendendo un rapporto di collaborazione alla scrittura e l'arrangiamento
di brani inediti in veste di cantautore, dando alla luce l'album di prossima pubblicazione “Geni dominanti” (controrecords/newmodellabel 2012). I testi dei brani che prendono forma hanno l'impronta stilistica e poetica della canzone d'autore, ma con una veste musicale “quasi pop”. Al disco hanno collaborato il bassista Andrea Rosatelli (Simone Cristicchi, Chiara Civello) e Roberto Maccagno che ha curato mix e mastering (vincitore di sei Grammy Awards in Spagna e America latina). Dal vivo è accompagnato da musicisti di solida formazione ed esperienza: Gianfranco Nasso (Mambassa) Exir Gennari ( Tribà, Fratelli di Soledad, Orchestra Ritmi moderni Arturo Piazza) Gilberto Bonetto (Jambalaya) Enrico Fornatto (Alberto Fortis) Tra gli ultimi live, si segnala il concerto per la festa nazionale della Liberazione del 25 Aprile 2012 in P.zza castello a Torino, e il festival Collisioni nelle edizioni a Novello 2011 e nel 2012. Recentemente ha anche cantato in una puntata della nota serie tv South Park.
 
 
 
 
Cosimo Morleo – Geni Dominanti
o                  Turing
o                  Nom del plume boulevard
o                  La recessione
o                  Insetti
o                  Non voglio far l’amore a Teheran
o                  Piano Varsavia
o                  Restiamo umani (piombo fuso)
o                  Tra Cina e Tibet
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Cosimo. Sono curioso di saperne di più sul tuo passato musicale a cominciare dal tastierista, cantante e turnista in diverse realtà del panorama
underground della scena torinese degli anni novanta. Quali sono state le esperienze più importanti e formative per te in quel decennio?
 
Cosimo
Gli anni novanta sono stati un periodo di grande fermento musicale a Torino.
Ricordo con nostalgia gli anni in cui si suonava nelle umide cantine dei Docks Dora dove molte band avevano la propria sala prove, un luogo di sospensione dove orbitava  la maggior parte degli artisti che conosco e stimo ancora oggi. C'è stato un periodo in cui cantavo e suonavo con quattro situazioni differenti. Erano anche gli anni in cui lavoravo come cantante turnista negli studi di registrazione, c'era molto lavoro, facevo quello che capitava, dalle colonne sonore ai cori per altri, o la pubblicità… è stato molto formativo dal punto di vista professionale.
 
Davide
Tra l’altro so che, oltre che al pianoforte, hai studiato canto con cantanti del calibro di Elena Roggero, Ellen Christi e il soprano Giovanna Beretta, divenendo a tua volta docente di tecnica vocale. La partitura è una cosa, il canto è un'altra. Ciò che serve, è avere la musica in testa e cantare con il corpo, affermò Pavarotti. Cosa sono per te la voce, il canto e la tecnica?
 
Cosimo
Dei grandi artisti con cui ho avuto la fortuna di studiare Ellen Christi è stata certamente illuminante, grande innovatrice nel campo della sperimentazione vocale jazz all'epoca affiancata dal chitarrista Claudio Lodati, entrambi un'ispirazione. Poi certamente per la classica Claudine Ansermet un'autorità mondiale nella vocalità antica e barocca. Per me il canto oggi rappresenta un'occasione di comunicazione importantissima, per questo ho limitato il virtuosismo vocale in questo album, proprio per dare spazio alle parole, metterle in piena luce. Mi inquieta la deriva contenutistica odierna, scrivere musica non è solo un lavoro di assemblaggio, puro esercizio di stile, ci vuole umiltà per abbandonarsi alla semplicità anche quando questa si avvicina come nel mio caso al pop, che molti temono come una entità mostruosa da rifuggire, non a torto vista l'empietà dei “prodotti” radiofonici odierni. 
 
Davide
Torino è anche una bellissima città del barocco… Com’è avvenuto poi il tuo cambio di rotta artistica verso la musica antica e barocca? Cos’hai esplorato in particolare, quali compositori?
 
Cosimo
Torino è una città che amo molto. Il barocco è una delle componenti della sua anima sfaccettata e misteriosa, oggi più che mai votata al turismo e a mio parere a dare un nuovo contributo alla scena musicale italiana.
Dietro consiglio della mia insegnante mi approcciai al canto lirico, per esplorare le zone più acute del mio range vocale, fu così che iniziai a studiare da controtenore, un timbro poco conosciuto in Italia che è la patria del belcanto, ma molto utilizzato in produzioni all'estero dove oltre a Verdi e Puccini è facile trovare in repertorio anche opere di G.F. Heandel o Monteverdi per esempio. Proprio per questo cominciai a prendere treni per raggiungere insegnanti e accademie specializzati in musica antica e barocca in Italia a Milano, Genova, Mantova, Bolzano (Accademia Europea di musica antica), Napoli (Pietà de Turchini) e poi in Francia e Belgio. Tra i compositori che ho studiato e più amato: J.S. Bach, Frescobaldi, Monteverdi, Vivaldi e successivamente Berlioz, Poulenc, e ovviamente per la musica contemporanea Matilde Capuis.
 
Davide
Raccontaci del tuo incontro con la pianista e compositrice Matilde Capuis.
 
Cosimo
Come spesso accade è stato per caso. Collaboravo con l'Associazione Mozart di Torino. Un caro amico direttore d'orchestra il Maestro Walter Mammarella Giordano mi invitò ad assistere al concerto di una artista che non avevo mai sentito nominare, una giovane novantenne… Concerto per Oboe e orchestra. Musica contemporanea, di una forza dirompente, struggente e delicata e allo stesso tempo capace di scuotere dal profondo. Un incanto. La vidi alzarsi a fine esecuzione per ringraziare il pubblico e colsi immediatamente quell'intensità umana che traspare dagli occhi di chi ha vissuto profondamente un'esistenza d'amore a servizio della musica, non senza patire sofferenze. Ci presentarono e diventammo in breve amici, fui incaricato di scrivere una biografia su di lei, con lei. E così iniziarono lunghi pomeriggi scanditi da una pendola infiacchita trascorsi a parlare di musica sulla sua dormeuse accanto al pianoforte. Fu la prima donna ad essere ammessa alla classe di composizione della prestigiosa Accademia Chigiana di Siena, proprio durante la seconda guerra mondiale. In Europa oggi è considerata una delle più importanti compositrici del novecento. È stato un privilegio per me, un onore conoscere un'artista e donna tanto straordinaria e da cui ho imparato tutto. Soprattutto che non si insegna ciò che si sa, non si insegna ciò che si vuole, ma ciò che si è.
Sono addolorato che ancora oggi in Italia non si faccia il possibile per diffonderne l'opera.
 
Davide
Sei stato curatore dell’allestimento della mostra “Ritratti musicali piemontesi – omaggio a Matilde Capuis” presso la biblioteca musicale “Andrea Della Corte”. Il Piemonte purtroppo non è molto noto per i suoi compositori e, invece, non ha solo ospitato grandi compositori (come Stradella, Tartini e tanti altri), ma ne ha anche avuti di suoi, tutti di assoluta importanza, come Giovanni Battista Somis, Gaetano Pugnani (e tutta la scuola violinistica piemontese) su fino ad Alfredo Casella e a molti contemporanei. Posso chiederti quali compositori piemontesi consiglieresti di conoscere e approfondire?
 
Cosimo
Non dimenticherei Mozart per l'appunto e il celebre Farinelli che sono passati dal Teatro Regio prima dell'incendio che distrusse uno dei più importanti e bei teatri Italiani. Qui è anche conservata la più grande raccolta di manoscritti vivaldiani. La scuola violinistica piemontese infatti è stata prestigiosissima e di quelli che tu hai citato consiglierei senza dubbio Somis a chi ama  la fastosa, complessa eleganza del barocco. Casella è un po' più distante dal mio gusto. Consiglio vivamente Matilde Capuis, soprattutto le composizioni per violoncello e pianoforte all'epoca eseguite in concerto con il Maestro U. A. Scabia dal passato prestigioso nell'orchestra di  Arturo Toscanini.
 
Davide
Perché finora hai preferito lavorare con la musica più “lateralmente”, o appunto “dietro le quinte” e cosa ti ha disposto oggi “a uscire” sulla scena con questo disco?
 
Cosimo
Ebbi una brutta esperienza in ambito discografico da giovanissimo, quando ancora si vendevano i dischi… e gli artisti andavano cambiati, adattati, addomesticati.  Decisi di lasciar perdere, nauseato da quel mercimonio. Cominciai a muovere i passi nel panorama della musica “colta” ma non mi sentivo a casa e a mio agio neppure lì. Mi dedicai per alcuni anni esclusivamente all'insegnamento della tecnica vocale che amo molto, prima a Milano, Verona, Mantova e poi di nuovo a Torino dove oggi svolgo prevalentemente la mia attività, cercando di dedicarmi maggiormente alla scrittura di canzoni non solo per me, ma anche per altri artisti. Poi qualche anno fa incontrai il mio produttore attuale Enrico Fornatto che già aveva collaborato come chitarrista con Alberto Fortis. È stato lui che mi ha fatto ritrovare la voglia di raccontare storie. Poi sono approdato alla Controrecords dove ho trovato in Davide Tosches non solo un collega musicista raffinato, ma un amico e la New Model Label di Govind Khurana un discografico di rara sensibilità e professionalità. Ed eccoci qui.
 
Davide
Com’è nato “Geni dominanti”, intorno a quali idee predominanti?
 
Cosimo
Avevo voglia di raccontare storie che non mi appartenessero in prima persona e lontane dalla contemporaneità, un continuo nostalgico ricorso al bianco e nero passeggiando nel passato attraverso il ricordo o verso il futuro con l'immaginazione. Avevo voglia di fare un album di canzoni che avrei voluto riascoltare nel tempo con la stessa immutata freschezza poetica di quando le avevo scritte. L'ho fatto senza dovermi preoccupare di aderire per forza a certi schemi “indie” (definizione che detesto), ma attraverso la classica forma canzone.
 
Davide
Come si è formato il line up di questo disco?
 
Cosimo
È stato molto naturale. Ci si guarda negli occhi prima di tutto, per me è imprescindibile. Exir Gennari/batteria (Fratelli di Soledad, Tribà, Orchestra Arturo Piazza) collaborava già con Enrico. Gilberto Bonetto/pianoforte (Jambalaya) si è inserito poco dopo, e poi Gianfranco Nasso/basso (Mambassa). Per ultima è arrivata letteralmente in volo Sabrina Pallini ai cori, reduce dalla registrazione di un disco in Jamaica e tour negli States con Earl Chinna Smith,  grandissima cantante.  Una band di professionisti dal potenziale altissimo e di notevole impatto live. Tutti loro sono divenuti nel frattempo amici importanti, una famiglia elettiva.
 
Davide
C’è la biografia di un musicista o cantante o band che hai ammirato e voluto approfondire più di altre?
 
Cosimo
Dire un solo nome è impensabile, forse messo alle strette direi J.S. Bach.
Penso che ogni artista sia inevitabilmente il frutto di un'eredità di ascolti, ma tra questi sicuramente, Peter Gabriel, Kate Bush, Joni Mitchell e per gli italiani Ivan Graziani, Luigi Tenco e Franco Battiato al quale oggi immeritatamente mi accostano, tra i più recenti invece certamente Rufus Wainwright geniale songwriter, che mi ricorda la creatività vivace di Cole Porter.
 
Davide
C’è un disco in particolare senza il quale non saresti stato lo stesso?
 
Cosimo
Per  innovazione e forza poetica e straordinaria vocalità “Grace” di Jeff Buckley. Una folgorazione.
 
Davide
Annoso dilemma: contano di più i geni o l’ambiente?
 
Cosimo
L'ambiente influenza la genetica, coloro che vi si adattano sopravvivono. 
Il genio invece risiede nella capacità di sovvertire la rigidità delle regole che l'ambiente impone, attraverso l'immaginazione di ciò che in natura non esiste.
 
Davide
Il disco uscirà a dicembre. Cosa succederà poi?
 
Cosimo
Presenteremo in concomitanza all'uscita, ma forse anche un po' prima, il video di “Turing” dedicato al celebre matematico padre dell'informatica moderna e del test omonimo di cui quest'anno ricorre  il  centenario della nascita, che abbiamo appena finito di girare per la regia di Valerio Valente ed Enrico Cannizzo di Filmine Video di Torino, professionisti seri e d'esperienza, ma soprattutto amici. 
Poi inizieremo a portare a spasso questa musica, che ha già come me del resto, fin troppo aspettato per farsi sentire.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Cosimo
Grazie a te.

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