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Un’esistenza al di là del limite

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Ritratto dell’attore e musicista Fabiano Lioi
Fabiano Lioi
 
Il musicista jazz Michel Petrucciani diceva: “Se non posso essere normale voglio essere un’eccezione, un artista eccezionale”. E Lucio Dalla, in una sua canzone, diceva a sua volta: “L’impresa eccezionale è essere normale”. Allora è meglio essere normali o eccezionali? Una domanda retorica prevede una risposta scontata: tutti siamo un’eccezione. È vero, siamo tutti inevitabilmente ed essenzialmente diversi, inadatti a qualsiasi tipo di omologazione, anche coatta. L’omologazione è una limitazione della libertà, a detta di molti. Una limitazione della libertà di dire, di pensare e di creare. Tutti questi lati della libertà sono la cosa che sta più a cuore al musicista e attore italo-cileno Fabiano Lioi che rivendica la sua eccezionalità in ogni occasione, sia quando si tratta di suonare con disinvoltura chitarra batteria e pianoforte, sia quando si cimenta come attore in singolari spettacoli. Al pari di Michel Petrucciani, Fabiano soffre di una patologia chiamata osteogenesi imperfetta, che comporta un’ estrema fragilità ossea, oltre che problemi di deambulazione e di sviluppo.  Ma ciò che per molti può sembrare un limite, può diventare al tempo stesso una risorsa per dimostrare ad una società in cerca di figure forti, chi forte lo è per davvero, tutti i giorni, senza bisogno di indossare maschere. Nato in Cile nel 1977, a diciannove anni lascia la casa paterna e a venti si trasferisce stabilmente a Roma  conducendo, per qualche tempo, una vita sregolata (dormendo alcune notti in una stazione). Sempre a Roma frequenta la Scuola Sipario Musica in cui impara a suonare. Ma la svolta è presto in arrivo: incontra sulla sua strada il professor Paolo Falessi , fondatore del gruppo Ladri di Carrozzelle, gruppo composto da musicisti disabili, attivo dal 1990. Nel gruppo, Fabiano, coltiva il suo carattere istrionico e le sue doti di musicista diventando presto una colonna portante della band. Affronta la vita con grinta, autostima e ironia, definendosi un ribelle, anarchico nel cuore. Purtroppo un brutto incidente motociclistico dovrà porre fine alla sua attività di musicista, lasciandolo inattivo per quasi un anno e lo costringerà ad abbandonare i Ladri. Ma è proprio lo spirito guerriero, il coraggio e l’incredibile voglia di vivere a dargli la forza necessaria per reagire ai postumi dell’incidente e a schiaffeggiare, anche in questo caso, una sorte che sembra volersi prendere gioco di lui.
È ora all’attivo con cortometraggi, sceneggiature e si diletta a suonare la chitarra in un gruppo dal nome evocativo ‘Mantic’, come il màntis, il profeta della cultura greca. Uno dei tanti progetti in cui è impegnato prevede la realizzazione di un documentario che intende mostrare quanto la disabilità si possa rivelare una risorsa e non solo un limite, infrangendo quindi le barriere architettoniche, non solo reali, ma anche mentali e culturali che affliggono la società italiana.
Durante la trasmissione Invincibili, trasmessa su Italia1, Fabiano Lioi, dice “do la parte migliore di me quando sono su un palco. Quando sto creando mi sento vivo”. Possiamo dire che questa è la conferma che l’arte, musica compresa, sia la linfa vitale per ogni tipo di energia creativa e di profonda sensibilità, scandagliando le porte dell’anima e facendo emergere, appunto, la parte migliore.

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