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Lucky Luciano – Mauro De Mauro

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Pagg.174 Euro 13,00
Mursia Editore
 
Nei primi mesi del 1958 il giornalista de “L’Ora”, scomparso il 16 settembre del 1970 e mai ritrovato, e il boss mafioso siincontrarono diverse volte presso l’Hotel Sole di Palermo, ufficialmente per unservizio giornalistico. Pochi erano a conoscenza di questi incontri, adeccezione del direttore del giornale palermitano Vittorio Nisticò, anche se DeMauro scrisse alcuni articoli sulla figura del boss.  Adesso, questi incontri ei relativi resoconti, grazie soprattutto a Elena Beninati e Beppe Benvenuto,sono diventati un libro nel quale il giornalista, vittima di una storiapersonale e pubblica certamente difficile e segnatamente complicata ( ilrapimento di De Mauro è, ancora oggi, uno dei tanti misteri non risolti)  ricostruiscela storia di Salvatore Lucania, vero nome del boss, nato a Lercara Freddi,povero,  emigrato in America giovanissimo con la famiglia. Un uomo che siimpone nel mondo della malavita, dal racket della prostituzione a quello deglistupefacenti, delle estorsioni,  fino a diventare l’erede di Al Capone. Unuomo, che sfugge ad una morte sicura, anche se il suo viso rimarrà deturpato e, per questa sua fortuna, viene soprannominato “Luck”. De Mauro lo descrive  affabilenei modi, elegantemente vestito, ma freddo, cinico, spietato, da non porsiproblemi circa l’uccisione dei suoi nemici, come Murray Mark, freddato da unsuo sicario perché aveva cercato di intromettersi  negli affari del Sindacato.  Amantedella bella vita e delle belle donne, avrà una storia, durata otto anni, con laballerina della Scala di Milano Igea Lissoni, intratterrà , in America, storiecon due donne, molto importanti per lui, Nancy che salverà dalla prostituzione eGay. L’aspetto storiografico  più interessante del libro è la collaborazione diLuciano con la Marina militare Americana, che si appresta ad entrare in Italiaper liberare l’Italia dal fascismo. De Mauro ricostruisce, con documenti allamano, basandosi soprattutto sugli scritti  di  alcuni giornalisti  americani,come  Sid Feder e Joachim Joesten,  i rapporti fra Luck e i vertici degliStates. Una collaborazione che porterà Luciano, richiuso prima nel carcere diClinton e, successivamente, in quello di Great Meadow, dopo avere subito unacondanna dai 30 ai 50 anni, alla liberazione. Ritornerà  in Italia perapprodare a Napoli  dove farà dell’hotel Turistico,  il suo quartiere generale  eda dove continuerà ad impartire ordini ai suoi uomini. Un boss di tuttorispetto, scrive De Mauro  abile e furbo, “il re del vizio”,  anche se gliinquirenti americani lo avevano definito, in un rapporto, egoista e uomo dotatodi una intelligenza mediocre. Per l’autore del libro, Luciano fu un mafiosoparticolare, dotato di un grande carisma, un uomo di poche parole, temuto erispettato,   al di sopra delle parti, in quanto non si fidava né dellavecchia, né della nuova mafia. Della vecchia perché non era all’altezza digestire un compito delicato e complesso come il traffico degli  stupefacenti, della nuova, formatasi nel clima dell’intrallazzo del dopoguerra perché”tammurinara”, suonatrice di tamburi, cioè troppo rumorosa , cioè pocoriservata  e, non a caso, al suo ritorno in Italia, decise di soggiornare non aPalermo ma a Napoli, per essere distante dalle due mafie. Un personaggio chesuscitò l’attenzione di De Mauro. Il libro contempla una intervista delfratello , il linguista Tullio De Mauro, il quale parla del fratello, del suoimpegno civile e professionale e del rapporto fra i due.

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