KULT Underground

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Intervista con Thisorder

11 min read
 
Nati ad Ischia,un’isola non certo centrale nelle rotte del rock, i Thisorder rappresentanoun’autentica sorpresa e la loro musica è un rock dalle mille sfaccettature edalle ambizioni internazionali. Il sound di gruppi come Pearl Jam, Tool o AliceIn Chains rappresenta per la band soltanto una materia di partenza,un’influenza assimilata e sviluppata poi in maniera personale. Uno dei puntidistintivi di “Inner Island” è proprio il suo esistere come album, non unasemplice raccolta di canzoni, ma un alternarsi di momenti ed emozioni, affinitàe contrasti, voglia di giocare con gli spazi e il suono e amore per la formacanzone. Il disco è stato prodotto, registrato e mixato dalla band stessa traIschia e Roma e poi masterizzato allo Sterling Sound di New York da JustinSchturtz, già al lavoro con Fall Out Boy, My Chemical Romance, Seether eSlipknot.
“I’m Sorry”,traccia circolare che apre il disco è solo un esempio della scrittura dellaband, con un’alternanza tra momenti melodici, esplosioni di energia, cheritroviamo anche nella successiva “Fingers”. Canzone quest’ultima di cui iThisorder vanno particolarmente fieri per l’equilibrio raggiunto tra lacomplessità della scrittura (con continui cambi di tempo e di atmosfera) e lamelodicità complessiva che non ne risulta mai sacrificata. “Unus”, primosingolo e video dall’album, mostra invece l’aspetto più diretto ed energico deiThisorder, con richiami alle moderne sonorità stoner dei QOTSA, seguitaimmediatamente da “Rashua”,  traccia che si muove in direzioni piùhard-psychedeliche e da “Blood Upon The Wheel”, dominata da un bassosuper-distorto e che rimanda alle atmosfere di un ruvido e acido desert rock.”The Bitter Hail” è poi un ritorno verso momenti più intimistici, con melodie earrangiamenti per cui la parola “progressive” non stonerebbe, se intesanell’accezione di gruppi contemporanei come Porcupine Tree e queste atmosfererimangono anche nella traccia successiva, “3 Dawns”, anche se contaminate con distorsionichitarristiche. “Tomorrow Will Be Gone” è invece un altro esempio di come iThisorder giocano con la forma canzone, sapendo, a loro modo, essereestremamente classici, senza però rinunciare alla loro energia. “Fist” è poil’episodio più aggressivo e ribelle del disco, seguito da “Late Empire”,canzone ispirata dalle immagini della morte dell’iraniana Neda, e che è un attodi accusa ad ogni forma di oppressione dei popoli. Il brano è collocato inchiusura del lavoro, ma non certo perché inferiore ad altri ma proprio per lavolontà della band di realizzare un vero e proprio album che potesse essereascoltato e vissuto dall’inizio alla fine, senza cedimenti.
 

Line-Up:
Emanuele Rontino – Vocals
Marco Albanelli –Guitars
DomenicoMuscariello – Bass
Marco Calise –Drums
 
 
New Model Label diGovind Khurana
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Thisorder. Unbel debutto, travolgente e tecnicamente ineccepibile. Quando e come si ècostituito il gruppo?
 
Thisorder
Emanuele: Ma ciao Davide! Ma grazie Davide!… allora… ufficialmentela band ha visto la luce (in tutti i sensi!) nel 2007 anche se in realtà il progettoha radici ben più profonde. Io e Marco suoniamo insieme dal ’96 (in piena erapost-grunge) ed è proprio in quel periodo che è nata “Rashua”, brano che poi èstato inserito in “Inner Island” dopo averlo rielaborato in chiave moderna. Mala svolta decisiva è avvenuta con l’entrata nel gruppo di Domenico,bassista-fonico-pilotad’aerei-ingegneredelsuono-gigolò, che ci ha convinti aregistrare l’enorme quantità di materiale accumulatasi negli anni. Da quelmomento in poi … il “disordine apparente” iniziava ad assumere sempre più laforma di un ordine ben preciso!
 
Davide
Coordinategrunge, indie-stoner, hard-rock tinto di psichedelia… Cosa amate del rock?
 
Thisorder
Emanuele: Credoche il rock sia soprattutto “contaminazione”! Non ci piacciono le etichette,non ci sono mai piaciute … essere incoerenti, musicalmente parlando, è unpregio e non un difetto. Ad esempio la prima traccia del nostro album, “I’msorry”, parte con un suono decisamente chillout  per poi cambiare rotta nellebattute finali, approdando sulle rive del crossover. Il nostro processocreativo segue un flusso del tutto naturale … i Thisorder non fanno un pezzo indieperché è il trend del momento … lo fanno perché così gli gira! Citando SylviaPlath, “siamo abitati da un grido che di notte esce svolazzando, in cerca, coni suoi uncini, di qualcosa da amare” … ecco … questo è per noi il rock!
 
Davide
Quandosi parla di internazionalizzare un suono, e nel farlo ci si affida a deitecnici di chiara fama, non si corre il rischio di perdere un po’ del propriosound originale? Perché avete deciso la masterizzazione americana di JustinShturtz degli Sterling Sound Studios? Come descrivereste il suo apporto?

Thisoder
Domenico: In tutta sincerità abbiamo optato per gli States per cercaredi rimanere nel solco di sonorità quanto più possibile lontane da quelle”italiane” a cui siamo purtroppo abituati e in particolare, la scelta è cadutasulla Sterling per la modernità, anche un po’ sfacciata, del loro sound. Ilrisultato ci è piaciuto “assai” soprattutto per compattezza e livellod’impatto, del tutto simili alle migliori produzioni delle majors! Ora nonvorrei sembrare spocchioso con la questione dell’italianità del sound, ma credoche chiunque si occupi di missaggio sappia a cosa mi riferisco: voce altissima,chitarre sempre crunch alla Ligabue, basso mai distorto, rullante maiinvadente… beh era tutto quello che noi NON volevamo! Per questo l’improntadecisiva l’hanno data registrazioni e missaggio, con scelte che farebberoinorridire molti fonici miei amici, ma che alla fine, leggendo le recensioni,sono risultate vincenti, portandoci lontano dai tipici debutti registrati instudi italiani. Ricordo infatti che registrazioni e missaggio sono state fattenella mia stanza da letto. A buon intenditore…
 
Davide
“Thisoder”gioca con la parola “Disorder”. Per gli antichi greci il Caos è il luogoprimigenio della materia informe e rozza a cui attinge il Demiurgo per laformazione del mondo ordinato, il Cosmo. Come attingete voi alla “materiainforme” per creare e ordinare le vostre canzoni?
 
Thisorder
Marco: Domandona! In fondo il corpo è un filtro, una frontieracontro cui il proprio Caos interno preme per farsi conoscere e riconoscere. Inostri sensi sono i pori attraverso cui esprimiamo questo interiore. Ognuno puòanzi deve essere il proprio Demiurgo, rendendo intelligibile il proprio Caos -potrei dire anima – agli altri. Quest’ordine – comunque lo si voglia intendere– è disordine tradotto dai propri sensi. Nei nostri brani, nel loro spiegarsiattraverso momenti diversi, si può cogliere, credo, il conflitto tra il “fuori”ed il “dentro” – come dice Allen Gisberg, che citiamo in “3Dawns”, “l’internodel cranio è vasto come l’esterno”. Rimanendo in ambito musicale, è come se la”materia informe” contenesse tutte le infinite possibilità della musica, e noici limitassimo a sottrarre, più che aggiungere. Ho sempre immaginato chechiunque abbia nella testa una sorta di caos musicale, e quando riesco a trarredal mio una frase, un giro, semplicemente mi esprimo come posso. Bisogna poiaggiungere il proprio concreto gusto, accordarlo a quello degli altri, e con unpo’ di pazienza e senza troppe forzature ecco che arriva il brano “così comedoveva essere”. Direi che è così per ognuno nella band, infatti non si sa maichi di noi avrà lo spunto per la prossima creazione! Un punto base è che non cispaventa la complicazione, la complessità, quindi se ci piace un riff in5-6-5-7, perché no!
 
Davide
Lateempire“, presentato alla XXIII Edizione di Voci Per La Libertà di Amnesty International,si ispira alla storia di NedaSalehi Agha-Soltan, uccisa nel giugno del 2009 durante leproteste seguite alle elezioni iraniane. Un assassinio della polizia iraniana cheha avuto reazioni internazionali a causa di un video amatoriale diffuso viainternet fino a diventare il simbolo della protesta contro la violenzarepressiva del regime. Chi l’ha visto, difficilmente potrà dimenticarsi losguardo di Neda e la sua assurda morte. Un caso che pare abbia dato peròproblemi a una sua omonima di 33 anni, presa poi dalla polizia iraniana perfarle dire davanti a una telecamera che era viva e che quel video era stata solouna montatura dei media occidentali. Quest’ultima Soltani si dice che viva ormainascondendosi come può in un paese europeo, la sua foto continua ad apparireassociata alla storia dell’altra Neda Soltan, è disoccupata e dice di sentiremolto la mancanza del suo lavoro e della sua famiglia. Insomma, un incubo. Se ècosì, come non mandarle due parole di solidarietà?
 
Thisorder
Marco: La solidarietà è assoluta e costante per lei e per tutte le”Neda” reali, in ogni dove e in ogni quando, soprattutto nel momento in cui lastrumentalizzazione dei governi e di altri poteri inizia a distorcere la veritàoggettiva dei fatti. A dirla tutta, sono davvero poche le cose e gli eventi dicui possiamo avere certezza di questi tempi, e ciò aumenta la necessità disimboli. Spesso questi simboli ce li forniscono belli precotti per poiscommettere sulle nostre reazioni. La repressione è ovunque, e multiforme,tocca a vari livelli ed intensità ognuno di noi, ed agisce senza sosta, à la Orwell, e la verità è celata ai più da parte di pochi. Anzi potrei dire che c’è più verità”dentro”, che “fuori” di noi. Neda è una potente metafora di come l’uomodistrugga l’uomo, in molti modi, in molti luoghi. Troppi. Ma questo èdistruggere se stessi, come proviamo a mostrare nel video di “Late Empire”. Cheabbiamo ideato, girato e montato da noi, unendoci in una factory creativa conl’amico e regista Marco Bizzarro di WebItaly.tv. E col quale abbiamo vinto ilpremio RomaVideoclipIndie2010. E che in Asia in poco più di due settimane haavuto più di 25mila visualizzazioni.
 
Davide
Perchéuna ghost-track dopo un lungo silenzio? Perché (se non sbaglio) si tratta dellastessa “Late empire” al contrario?
 
Thisorder
Domenico: Sì esatto, è proprio Late Empire al contrario, bravo Davide,hai orecchio eh! Può sembrare pretenzioso ma per noi rappresenta un tentativometaforico di “riavvolgere” il nastro del tempo e quindi riportarlo ad unattimo prima che succedesse quello che ci ha tristemente ispirato la canzone. Earriva dopo taaanto tempo per dare una scossa, quasi come un pugno allostomaco. Tanti ci hanno detto di essere stati quasi spaventati dall’iniziodella ghost e confesso che io stesso un paio di volte mi sono fatto cogliere disorpresa! Hai presente quando finisce il CD, che ovviamente stavi ascoltando apalla, con le cuffiette… sul letto… prima di dormire…anzi diciamo anchein dormiveglia? Ecco, quando riparte dopo 12 minuti di silenzio con quei suonireverse un po’… mmm… satanici, quella è la volta che te la fai davvero addosso!
 
Davide
Sono stato a Ischiae me ne sono innamorato, anche musicalmente. Ho scoperto una ricca tradizioneche va dalla ‘Ndrezzata (bellissima la versione della NCCP) e le ripropostedella Scuola del Folklore di Bonopane alle canzoni ischitane di Franco Nico e aWilliam Walton, indubbiamente ispirato da Ischia in molte sue pagine non solo sinfoniche.Nel mio tour mancava però proprio qualcosa che avesse a che fare con il rock ealtri autori, materiali e generi più attuali. Chi sta suonando a Ischia oltre avoi? Chi ci indichereste tra i migliori?
 
Thisorder
Domenico: Wow, è bello che tu conosca la ‘Ndrezzata! Ne sai piùdell’ischitano medio! Infatti Ischia è un posto strano, ha grande tradizione edelle eccellenze virtuosistiche ma è ormai abitato quasi esclusivamente dapersonaggi loschi frequentatori di discoteche e pianobar, amanti del dolce TunzTunz, della immarcescibile “Sciolgo le trecce ai cavalli” o delle hit di AlanSorrenti. Eppure, da qualche parte, uno sparuto gruppetto di impavidi musicisticerca di tenere alta la bandiera del Rock! E devo ammettere che negli ultimianni, a parte qualche deprecabile deviazione “emo”,  le band che nascono sonosempre di più e sempre di miglior livello! Ovviamente sono tutti amici e quindidovrei citarli tutti o nessuno… come direbbe il Guzzanti Massone: voi sapetechi, voi sapete come…
 
Davide
Cosa c’è di Ischiae del vivere su un’isola nella vostra personalità e nel vostro fare musica? Masoprattutto quanto influenza vivere sopra un vulcano come l’Epomeo?
 
Thisorder
Marco: L’isola ce laportiamo dentro sempre e comunque, è una “metafora concreta” del nostro modo divivere e pensare. Il mare che ci separa dalla terraferma ci concede un punto divista più “meditato” sulle cose, un po’ come la proverbiale pazienza delmarinaio. E il vulcano è un ottimo contraltare che ci impedisce di abbandonarcialla malinconia – quella cattiva – che l’isolamento inevitabilmente provoca.Direi che il mare è melodia, ed il fuoco è azione… e si alternano… un altroCaos di cui essere Demiurghi. Musicalmente funziona! Che idea per un concept!!
 
Davide
La foto della copertinasembra ritrarre un momento drammatico dell’alluvione del 2009 a Casamicciola. Ono?
 
Thisorder
Marco: In realtàquell’immagine proviene dalla mia camera da letto, è un blocco di vetro un po’ammuffito con sullo sfondo il cielo di Ischia. “Fotografia astratta”. Quelcielo ci ha riservato una tragedia che “molto ha scosso, ma poco ha mosso”,come sempre purtroppo, nonostante si sia perduta una vita. Anche questo è Caos,con la differenza che ci si aspetta protezione e tutela da un’autorità che si dichiaranostra rappresentante mentre in realtà si limita a trarre il proprio becerovantaggio “politico” immediato lasciando noi e i nostri corpi in balìa delleritorsioni della natura violata. Spiace constatarlo, ma lo “Stato” è la primacausa di morte non naturale nel mondo. Almeno due di noi provengono da studipolitico-umanistici, il fatto che facciamo musica spiega abbastanza. C’èbisogno di una nuova mentalità e mi fermo qui prima di scaldarmi troppo.
 
Davide
In un tempo e in unpaese in cui non si investe più neanche un centesimo per pubblicare epromuovere libri e dischi (ohibò, la cultura non si mangia ha detto qualcuno),come siete arrivati al debutto discografico e quindi alla New Model Label?  
 
Thisorder
Emanuele: Tutto è successocirca un anno fa. È stato proprio Govind Khurana a contattarci, dopo averascoltato il nostro materiale sui Myspace… In quel periodo eravamo statisegnalati come band “in evidenza” su Kataweb Talent Scout grazie ad un’ottimarecensione di Fabrizio Galassi, e questo ci permise di avere visibilità alivello nazionale. Da quel momento in poi – col susseguirsi di altre propostevalide ma un tantino “a lungo termine”- è iniziata la collaborazione con la NewModel Label che continua tutt’ora!
 
Davide
A seguire?
 
Thisorder
Emanuele: Agli inizi del2011 uscirà un EP digitale che conterrà “I’m Sorry” e “Blood Upon The Weel” inversione acustica, “Late Empire” ed un nuovo singolo di cui non possoanticipare nulla ( risatina malvagia ). In più, come accennava Marco, stiamomettendo su, insieme al nostro amico regista Marco Bizzarro una factorycreativa per la produzione di videoclip… che forse ci porterà a Los Angeles acollaborare per qualche mese con la Stuntworld.inc del mitico Gianni Biasetti,producer e grande stuntman in quel di California.

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