KULT Underground

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Intervista con Simone Tilli

9 min read
GUALTY volume 1
A cura di Davide Riccio
 
Simone Tilli, fiorentino, voce e tromba dei DEADBURGER, vive a Pisa da una decina di anni. “Gualtry volume 1” è il suo primo lavoro solista.
Gualtiero è il mio secondo nome, e non mi è mai piaciuto. Chi mi chiama “Gualty” lo fa per farmi incazzare. Ma sono stato io a volerlo per questo mio progetto. Sono in disaccordo con me stesso. E poi c’è l’assonanza con “guilty”.
Il progetto “GUALTY” è nato durante una pausa e un tracollo.
La pausa è quella delle session con i Deadburger, che hanno sospeso per sei mesi attività live e prove in cantina, per concentrarsi interamente sul rush finale (ultime modifiche, mixaggi, grafica) de “La Fisica delle Nuvole” – il nostro prossimo lavoro.
Il tracollo è quello del mio cuore e del mio polmone sinistro. Adesso ho due scintillanti valvole cardiache nuove di zecca, e un polmone in corso di restauro.
Durante i mesi antecedenti l’intervento chirurgico, ero consumato da malessere, rabbia, insonnia. Ho scaricato tutto nella musica.
Con i Deadburger sulle Nuvole, per la prima volta mi sono accollato l’onere del 100% delle composizioni (testi e musiche) e degli arrangiamenti. Ho scritto tutto sull’iPad, sperimentando su me stesso prima che sul tablet. I brani nascevano scuri, con un sapore fumoso legnoso dub jazz. Come un vecchio club che casca a pezzi.
Poi il tutto è stato risuonato in studio al West Link di Cascina, dove i brani sono stati registrati con l’aiuto di:
Marco Nello Zaninello (Appaloosa) – batteria
Fabio di Tanno – contrabbasso
e, nella traccia “Be Folky”, la grande chitarra folk di Andrea Appino (Zen Circus).
Io ho messo gli altri suoni (Microkorg, campioni, pianoforte distorto, rumori) e le voci.
 
Simone Tilli
 
Intervista
Davide
Ciao Simone. Anzitutto come stai ora?
Simone
Ora? Sono in netta ripresa, devo fare ancora un mese di flebo e controlli vari, ma va bene, sono tonico! Penso che verso metà aprile dovrei essere di nuovo operativo al 100%.
Davide
Hai voluto fare finalmente un disco del tutto tuo. Perché non è mai successo prima?
Simone
Ne avevo voglia da tanto ma… nella mia vita costantemente “under pressure” non trovavo mai il tempo per provarci. Non mi mancavano le idee, le melodie, i giri di basso da registrare, le batterie da programmare, i testi, le armonie… avevo tutto, ma non il tempo.
Sempre più compresso tra gli impegni del mio lavoro di rappresentante farmaceutico e quelli di assistenza a persone care che dipendono da me, ogni qual volta riuscivo a ritagliarmi una mezza giornata per la musica scappavo a casa del maestro Vittorio DEADBURGER Nistri, e con lui buttavo nel suo Mac le idee, per i progetti dei DEADBURGER, o altri nuovi progetti (tra i quali uno in duo con Vittorio, che si chiamerà “OSSI”, e spero possa presto vedere la luce). Quindi: da una parte, poco tempo in assoluto; dall’altra, quel poco tempo è sempre stato investito priorirariamente nei Deadburger, per attaccamento alla nostra factory. Qualsiasi cosa musicale la condividevo in famiglia. I DEADBURGER sono sempre stati molto attivi, registrazioni, prove in cantina, concerti, performance, collaborazioni come quelle recenti all’ultimo disco dei Maisie o al progetto Neumi. Nel 2011 però c’è stata questa momentanea sospensione di prove e concerti e nuove registrazioni, perchè tutta l’energia del gruppo, e di Vittorio in particolare, è stata assorbita dal rush dei ritocchi finali e dei mixaggi su “la Fisica Delle Nuvole”, forse il progetto più impegnativo in cui i Deadburger si sono mai cimentati finora. E proprio durante questa pausa della band….  il mio tracollo…. le mie sofferenze…..  Avevo dentro un groviglio che chiedeva di diventare suono. Il prgetto “Gualty” è iniziato così.
Davide
" E così ogni qualvolta il cattivo spirito venuto da Dio investiva Saul, Davide prendeva la cetra e si metteva a suonare, Saul si calmava e stava meglio poiché lo spirito cattivo si ritirava e lo lasciava in pace" (Samuele 1-16,63)… Come accenni tu stesso nelle note di introduzione al disco, possiamo dire che hai usato la tua musica in modo auto-terapeutico? Cos’hai sperimentato su te stesso attraverso “Gualty”?
Simone
Che la musica sia terapeutica lo sappiamo tutti, e con me personalmente ha funzionato davvero. La notte non dormivo, non riuscivo a respirare, dovevo alzarmi, i dolori erano voraci. Allora andavo a rifugiarmi nell'iPad  e cominciavo a buttar giù idee, drum machines, programmazioni, e già non pensavo al mio cuore sbiellato e ai miei polmoni pieni di sangue. E più sperimentavo e improvvisavo… più tutto questo diventava eccitante! E anestetizzava il male. Per quello che riguarda la sperimentazione su me stesso… GUALTY ha tirato fuori da Simone una parte musicale molto scura, un qualcosa di sporco, di  fumoso, la liberazione di una idea nascosta nel profondo dell'anima. La voglia di creare un qualcosa che mi faceva tornare ad essere vivo. Sapevo di avere cose nascoste dentro di me, e almeno queste dovevo tirarle fuori, a differenza del mio male, che volevo continuare a tenere il più possibile nascosto, per la paura di fare soffrire le persone accanto a me.

Davide
C’è l’assonanza con “guilty”… Di cosa ti senti colpevole?

Simone.
È vero, l'assonanza è fatta di proposito. Sono colpevole di come ho condotto la mia vita fino adesso, eccesso di lavoro, 12 ore al giorno minimo, correre per premi aziendali, correre per i target aziendali, correre per tutto… aggiungi altre corse e preoccupazioni e problemi per persone care che fanno affidamento su di me… più ci metti 2 ore di palestra, spostamenti a Firenze per le prove e le registrazioni con il gruppo… e dormire poco o niente, perchè mi piace la notte, andare fuori, Valentina, gli amici, i concerti… mai un attimo di pausa, ho mangiato pane e adrenalina, anno dopo anno. Mi sento colpevole di aver perso pezzi di vita, di non avere gustato certe cose, di essermi comportato male con me stesso, di avere fatto troppi eccessi, serate fuori anche quando ero sfinito, compagnie pericolose!!! Così facendo la valvola mitrale mi ha tradito, svalvolato. Forse avevo problemi al cuore da anni ….però mi piaceva… la sensazione di vivere senza risparmio, contando su riserve illimitate di energia. Solo che… niente è illimitato.
Davide
Su cosa sei in disaccordo con te stesso?
Simone
Lo sono per tutti quei motivi che ho detto poco fa: dovevo ma non volevo, volevo ma non potevo… è meglio di no… È meglio di si…  Disaccordo sempre.

Davide
E in accordo?

 
Simone
In accordo? Lo sono sempre per gli stessi motivi. Ho deciso io come vivere la mia vita, nel bene e nel male, e continuerò a farlo anche in futuro – magari con qualche patteggiamento col mio polmone sinistro.
Davide
Parlaci dei musicisti che ti hanno accompagnato in questo disco. Come descriveresti il contributo di ciascuno nell’alchimia d’insieme di questo progetto?

Simone
I musicisti sono stati scelti in base alle necessità dei brani. Per esempio, io avevo programmato tutte le batterie dei pezzi, ma con l’intenzione poi di sostituirle in gran parte con lo strumento reale; e sapevo che tipo di batterista ci voleva per eseguire quelle parti, un musicista preciso, minimale, con una bella pacca e che fosse nei paraggi. Fortunatamente Nello Marco Zaninello  degli Appaloosa abita a Livorno: solo dieci km di distanza dallo studio dove avevamo iniziato a registrare, che è il WestLink di Latignano (Cascina). Lui era il batterista giusto, ha ascoltato i pezzi, per lui erano molto dub. gli sono piaciuti, e si è buttato nel mio groviglio.
Quando ho buttato le idee nel pad per la traccia del  basso, pensavo ad un contrabbasso, non volevo usare il basso elettrico, sentivo l’esigenza di un contrabbasso, adoro il calore legnoso di quel suono. Fabio Di Tanno è un  contrabbassista e bassista jazz fusion, ma è un musicista a 360 gradi, può suonare qualsiasi cosa. Ha ascoltato i brani attentamente e li ha interpretati come un dub jazzato… Io suggerivo di calarsi in un club fumoso bohémien, scuro, buio, associo l'immagine al  flash  che mi arriva dalla musica, lui si è sintonizzato, e a quel punto eravamo già tre cervelli con la stessa visione. Apro una parentesi: il brano “Performance”, in particolare, da subito mi suggeriva questa immagine, e ora ne farò un video, pensato come un corto, un mini film, ambientato tra sotterranei  e stanze vuote, poca luce , molto fumo. Per il brano “Bifolky” abbiamo pensato alla chitarra folk, dico abbiamo perché è stato Mr OVI  (Ale Sportelli) dello studio WestLink a suggerirmi Andrea Appino, chitarra e voce Zen Circus. Mitico!!! Un musicista punk che suona folk, e un grande chitarrista. La sua esecuzione a mio avviso è perfetta.

Davide
Mi piace molto “Tibetan”. Cos’è per te “Tibetan”, tibetano?
Simone
Tibetan è il primo pezzo nato per il progetto Gualty. Ho iniziato a suonare il piano Fender dell'iPad e poi ho fatto alcune voci tipo mantra… una recitazione buddista. Ho capito allora che la musica poteva lenire il male. Io non potrei essere buddista, l’atarassia – la rinuncia ai desideri –  non sarebbe nel mio DNA, perchè io sono un animale desiderante; ma avevo bisogno di fermarmi un attimo, di ritrovare il fiato. Anche se poi, la batteria sotto è nervosa, perchè sotto la quiete c’è comunque la brace che cova. Come al solito: sono in disaccordo con me stesso.
Ho dedicato questo pezzo ad alcuni miei amici fratelli soprannominati TIBETANI.
Davide
Sono quasi sicuro che c’è un motivo nella scelta dei colori della copertina, nero e arancione…

Simone
La copertina, l'interno, insomma tutta la grafica è opera di Mattia Tilli, mio figlio. Abbiamo parlato a lungo su come realizzare il tutto. L'idea, per il colore-base, era il nero, la notte; l'arancio per me significava una luce che pulsa, un qualcosa che illumina, poi Mattia, che fa grafica, ha disegnato un cuore stilizzato.

Davide
L'uomo è due uomini contemporaneamente: solo che uno è sveglio nelle tenebre e l'altro dorme nella luce (scriveva Gibran). GUALTY va alla ricerca di un suono notturno. Cosa significa per te un suono notturno?
Simone
Per me il suono notturno è l'insieme di una sofferenza che si miscela alla musica, la musica intensa che la senti alla bocca dello stomaco. Il colpo sulla corda del contrabbasso per è notturno, la voce in tonalità bassa recitata per me è notturna, ritorno a dire che la musica mi ispira immagini, e questo disco io lo vedo come un vecchio club fumoso, legnoso, che puzza di tabacco, un club che crolla a pezzi.
Davide
Due parole di anticipazione del prossimo capitolo “Deadburger”, “La fisica delle nuvole”?

Simone
LA FISICA DELLE NUVOLE sarà la prima parte di un dittico. Uscirà per primo “La fisica delle nuvole”, un cofanetto con 3 album brevi, che rappresenta lo YIN dei Deadburger; in seguito uscirà un altro lavoro, ancora senza nome (album a doppia batteria, preceduto da un video-singolo), che ne rappresenterà lo YANG.
LA FISICA DELLE NUVOLE per me è un opera d'arte. Non dovrei dirlo visto che sono parte in causa, ma lo penso davvero. C’è voluto molto tempo e molto sbattimento per realizzarlo, abbiamo anche dovuto rifare diversi mixaggi da capo, ma adesso siamo vicini, ad aprile lo masterizzeremo. C’è ancora da mettere a punto la parte grafica, Per i Deadburger segnerà una evoluzione artistica sempre più personale. Arrangiamenti curati al massimo, interventi di musicisti distillati al meglio di ciascuno. Ci saranno molti brani inediti, ma anche alcuni brani dei dischi precedenti completamente rivisitati e risuonati, arrangiati con lo spirito del kraut rock e del jazz.
Per me un concept album, non so se per VITTORIO e ALEX  è la stessa cosa, ma per me si .

Davide
Ci sarà un “Gualtry volume 2”? Altri progetti?
 
Simone
SI!!! Prima durante e dopo l’intervento chirurgico ho buttato giù qualcosa come trentacinque spore soniche, e per forza darò un seguito a GUALTY, anzi penso di uscire  a fine anno o prima con un disco fatto di dodici brani, già avanti nella composizione e arrangiamento. Se poi arriva una produzione interessante il nuovo album potrebbe avere delle sorprese.

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