Introduzione di Luigi Baldacci
Arnoldo Mondadori Editore
Narrativa raccolta di racconti
Collana Oscar Scrittori moderni
Pagg. XXXVIII – 222
ISBN 9788804471073
Prezzo € 9,50
La felicità di scrivere
“Augusto Turati l’aveva vista. Allontanò il federale che voleva farli scudo col suo petto, e con le mani puntate sul piano dov’era steso il drappo nero, aspettò. Preso l’alzo sull’ultima balza del prato, l’anguria entrò come un tiro di rigore nel palco e andò a colpire nel mezzo la traversa superiore, proprio sopra la testa del Segretario del Partito.
Crllò un trofeo di bandiere, tremò tutta l’impalcatura e una doccia di sugo scese sopra il gruppo delle autorità schierate in prima fila. Turati, che stava per riprendere la parola, ne ebbe la maggior parte; e subito si videro i fazzoletti bianchi del federale e del prefetto che lo asciugavano.
Fu la prima scossa al regime, il primo colpo andato a segno, benché la stampa non lo registrasse e la storia solo oggi possa metterlo, se non tra i fatti decisivi, almeno tra i presagi sicuri.”
Si conclude così Il povero Turati, uno dei ventitre racconti che compongono questa raccolta, scritti da Chiara fra il 1963 e il 1969, già apparsi singolarmente in giornali o riviste, ma rielaborati al fine di dare una continuità agli stessi, tale da renderli capitoli di un unico inusuale romanzo. I periodi storici a cui si riferiscono sono in buona parte ben determinabili e abbracciano un arco di tempo che va dagli anni ’20 fino a oltre, se pur di poco, la metà dello scorso secolo. Sono prose che prendono per lo più spunto da esperienze vissute, magari ampliate grazie all’indubbia vena creativa; si ritrova pertanto quel piccolo mondo di provincia di cui Chiara è stato l’indiscutibile cantore, ma si va anche oltre i confini nazionali, per esempio in Svizzera, in cui effettivamente l’autore luinese soggiornò, lungamente e suo malgrado, in alcuni degli anni della seconda guerra mondiale.
Sottofondo di tutte questi racconti è l’ironia con cui vengono esaminati e svolti i fatti, un’ironia spesso sottile, ma che smorza i toni, per dare vita a una narrazione appassionante e divertente, tanto che si scorrono le pagine con il sorriso sulle labbra.
Non c’è dubbio che in Chiara c’è la felicità di scrivere, il puro divertimento che si ritrova in chi sa osservare e riesce a costruire da pochi indizi una storia completa, che, per lo svolgimento delle vicende e per l’impostazione narrativa, non può che mettere di buon umore. Inoltre, il genio creativo è tale che non si corre il rischio di una ripetitività, se pur parziale; non c’è proprio questo pericolo, a tutto vantaggio del piacere della lettura che a ogni racconto si misura con una trama totalmente nuova, del tutto originale e sempre avvincente.
La raccolta prende il titolo di uno dei racconti, L’uovo al cianuro, un classico per certi versi degli autori siciliani (e Chiara era figlio di siciliani) con il concetto delle verità, e non tanto della verità assoluta. E così il fotografo Pareille avrà ucciso il cognato con l’uovo al cianuro o è invece la povera vittima di un complotto? Non c’è risposta e la storia si conclude con questo dubbio, ma poco importa, perché tutti passiamo e ognuno di noi per gli altri rappresenta un enigma con tante individuali soluzioni, che il tempo cancella, come un vento della vita che ci sballotta qua e là, e poi ci porta via.
I racconti non sono pochi e presentano un’estrema varietà, passando dall’esperienza dello scrittore quale studente sfaccendato in un collegio di religiosi (Sulle onde del Lago Maggiore), al periodo di internamento in Svizzera di I preti in esilio, con la divertentissima figura di un sacerdote che, convertito un ebreo, decide di applicarsi anche con un socialista, con il risultato, però, che pure lui diventa socialista.
Ogni lettore troverà senz’altro in queste prose, tutte di eccellenza, quella che lo colpirà di più, così come è stato per me, che proprio alla fine ho trovato nell’ultimo motivi di particolare interesse e riflessione, che non avevo provato con altri, per quanto mi fossero piaciuti tutti.
Il volume si chiude con Il ponte di Queensboro, una vicenda che si svolge a New York e che punta alla contrapposizio fra l’agiatezza che rende schiavi e la completa libertà di chi non possedendo nulla è completamente padrone di se stesso.
E’ questo un racconto in cui l’ironia si fa più sottile e nella grande città ritorna il desiderio per una realtà scevra da limiti e confini e in questo senso avverrà la scelta del protagonista.
Ma ce ne sono altri, o meglio direi tutti gli altri, il cui interesse appare consistente e parlarne sarebbe opportuno, ma poi gli spazi di una recensione diventerebbero troppo ampi, senza dimenticare che è meglio lasciarli alla scoperta dei lettori.
Mi corre l’obbligo, tuttavia, di un breve cenno a La forza del destino, prosa inconsueta nella produzione di Chiara, di una drammaticità che prende il cuore e che ci induce a riflettere su chi sembra predestinato a condurre una vita di sofferenze, di sacrifici, di dedizione, e tutto per nulla, se non per quell’indefinibile piacere di esistere in funzione di altri. I personaggi della signorina Diomira e di don Biancamano resteranno sicuramente impressi nella memoria, anche loro due figure che non sono quel che appaiono.
L’uovo al cianuro e altre storie è un libro di grande bellezza che invito a leggere, perché sicuramente meritevole.
Piero Chiara nacque a Luino nel 1913 e morì a Varese nel 1986. Scrittore tra i più amati e popolari del dopoguerra, esordì in narrativa piuttosto tardi, quasi cinquantenne, su suggerimento di Vittorio Sereni, suo coetaneo, conterraneo e grande amico, che lo invitò a scrivere una delle tante storie che Chiara amava raccontare a voce. Da Il piatto piange (Mondadori, 1962), che segna il suo esordio vero e proprio, fino alla morte, Chiara scrisse con eccezionale prolificità, inanellando un successo dopo l'altro.
E’ stato autore particolarmente fecondo e fra le sue numerose pubblicazioni figurano Il piatto piange (1962), La spartizione (1964), Il balordo (1967), L’uovo al cianuro e altre storie (1969), I giovedì della signora Giulia (1970), Il pretore di Cuvio (1973), La stanza del Vescovo (1976), Il vero Casanova (1977), Il cappotto di Astrakan (1978), Una spina nel cuore (1979), Vedò Singapore? (1981), Il capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1986).