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La Stagione della Follia

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La Stagione della Follia
(Edizioni Il Foglio)

   La copertina in bianco e nero e il titolo, La stagione della follia, quasi preannunciano l’atmosfera lugubre che serpeggia fra le pagine di questo libro, che, inevitabilmente, ci stimola a riflettere sulla lacerazione del tessuto sociale, sul degrado morale, in particolare del nucleo familiare, sulla sua perdita dei valori tradizionali di spirito di adattamento e di collaborazione: una società in pericolo e, quindi, pericolosa…

   La famiglia cessa di essere fonte di speranze, di protezione, di sicurezza e di gioia, valido punto di riferimento e si trasforma in prigione, al cui interno possiamo trovare ora i genitori, ora i figli.

   In questa antologia di undici racconti, la cronaca nera accentua e porta agli estremi gli aspetti più disumani e diventa horror: padri violenti, madri vittime della propria follia, bambini vittime e carnefici. Ma, “…crudeli, mentitori, traditori, si diventa dopo, quando la società ha cominciato a esercitare il suo maligno influsso” afferma Alda Teodorani in “Fame d’amore”. I bambini sono al centro dell’attenzione in ogni racconto: non voluti, illegittimi, maltrattati, soli, ma tutti bisognosi d’affetto, una domanda senza risposta: a tutti manca il sé della famiglia.

   L’horror è basato soprattutto sulla sua forza estetica (immagini spaventose, ripugnanti, orripilanti, come, ad es., in “Un incubo per Nora”) e sulla suspense che raggiunge il suo clou in “Compleanno” e in “Zucche, maschere e coltelli”. I racconti hanno le sfumature di un incubo al rallentatore e il ricordo diviene un’eco profonda. Un’analisi scrupolosa dei meccanismi psicologici, causa o effetto di determinati comportamenti, è presente in tutti i racconti e determina l’efficacia emotiva di questo genere.

   In “Parto di sangue” la figura femminile, partecipe di quasi tutte le storie, ci viene presentata in tutta la sua debolezza: paurosa di invecchiare dopo la nascita di un figlio, affranta dalla povertà, insoddisfatta della vita, afflitta dal rimorso di non avere ascoltato i consigli del padre; bisognosa d’affetto, diviene prima carnefice del figlio e poi dei genitori. Si affiancano nell’horror temi di grande attualità: il conflitto genitori-figli e lo scontro tra illusioni giovanili e cruda realtà..

   Sono presenti, nel libro, riferimenti alla religione cristiana, per es. in “La madre di Lazarus” la finta grotta nel grande giardino ci ricorda il sepolcro di Lazaro resuscitato da Cristo; in “La suora nera” il tema della morte ci fa pensare ad uno dei cavalieri dell’Apocalisse di S.Giovanni. Alcune storie sono sostenute da ottimi studi sociologici, soprattutto “Lina ‘a scura”.

   Aldilà della semplice narrazione sembra che vi sia un sotteso disprezzo per i tempi moderni e una critica degli attuali rapporti umani, resi espliciti in “Labirinti”, in cui, a causa della disumanizzazione delle metropoli, l’uomo rimane stritolato dalla società che lui stesso ha costruito e che, invece, avrebbe dovuto difenderlo.

 

Simonetta De Bartolo

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