VIDEODROME
Videodrome è una trasmissione satellitare in cui si vedono torture, mutilazioni, stupri. Videodrome mostra cose reali. Cose che accadono. Videodrome emana delle onde elettromagnetiche che influenzano il cervello. Videodrome causa allucinazioni.
Partendo da questi presupposti Cronenberg costruisce la sua storia.
Questa volta la sua analisi si muove verso la televisione e i suoi effetti. Le teorie del professor O’Blivion parlano di una tv più reale della vita vera, in cui l’immagine sullo schermo prende il sopravvento. Quello che vediamo è quello che siamo.
Il protagonista della storia, Max (James Woods), lavora all’interno di una rete televisiva che trasmette in prevalenza porno e film violenti. Grazie ad un tecnico che lavora per lui riesce ad entrare in contatto con Videodrome. Mano mano che lo guarda ne rimane prima attratto e poi totalmente influenzato. Inizia ad avere delle allucinazioni.
Cronenberg usa la televisione come mezzo per esplorare il labile confine che divide le molte realtà che ci circondano. Come al solito è un problema di percezione. Se questa è alterata inevitabilmente anche la realtà apparirà tale.
Inquietante è il discorso che O’Blivion fa sul suo tumore al cervello. Causato da uno studio troppo insistente su Videodrome. Questo ammasso di carne che gli si forma nel cervello è pensato come una mutazione/evoluzione dell’uomo. L’ampliamento di un organo (il cervello) che permetterebbe all’uomo di cambiare la sua percezione. Il suo punto di vista sulle cose. E in effetti è quello che ha fatto la televisione nel nostro tempo. Partendo dalla scrittura e dalla stampa (Il Pasto Nudo), passando per la televisione (Videodrome) e arrivando alla realtà virtuale (eXistenZ) l’uomo ha cambiato il suo modo di essere nel mondo. Con l’avvento della scrittura e soprattutto della stampa siamo stati messi davanti a un libro. Imparando a leggere abbiamo anche imparato a cogliere segni. A visualizzare simboli. Questo ha fatto si che la nostra percezione della realtà cambiasse. Ci siamo dimenticati di sentire il mondo che avevamo intorno per imparare a interpretarlo. A saperlo leggere. Decifrare. Il mondo, da intorno a noi, è passato davanti a noi. Poi si è materializzato su uno schermo. Prima la fotografia, poi il cinema e infine la televisione. La realtà è diventata quello che guardavamo. La vista ha preso il sopravvento.
Cronenberg riflettendo sull’ambiguità del vedere (l’allucinazione) ci mostra come sia pericoloso credere solo ad esso.
Oltre al discorso sul nostro rapporto con la realtà Cronenberg si sofferma anche sul corpo. L’uomo diventa un Ibrido. Ancora una volta. La nuova carne è quella della fusione dell’uomo con la macchina. Intesa come nuovo mezzo percettivo. La televisione e il videoregistratore hanno cambiato il nostro modo di vedere. Il passo successivo è che essi diventino parte integrante del nostro corpo. Il protagonista si ritrova a fare sesso con una televisione. A frustarla in una pratica sadomaso. Questa, forse, è una ulteriore riflessione sulla pornografia. Sul fatto che in fin dei conti masturbandosi davanti ad un film porno è la televisione l’organo che ci eccita. La televisione e il videoregistratore. Sono loro gli apparati meccanici che permettono il nostro godimento. Cronenberg supera questo dato di fatto. Fa si che tra l’uomo e la macchina avvenga il vero rapporto sessuale. E non tra l’uomo e quello che la macchina mostra.
Videodrome è un film allucinato e macabro. Inquietante.
Il doppio finale è ambiguo e aperto. Una volta entrati in Videodrome non c’è ritorno alla realtà. Il protagonista diventa una sorta di messia catodico. La parola del video che si fa carne. Forse nella scena finale assistiamo al suo sacrificio. Forse uccidendosi fa morire anche Videodrome. O forse dovremmo smetterla di credere ad ogni cosa che ci passa davanti agli occhi.
Emiliano Bertocchi