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Intervista con Ifsounds

12 min read
 
Conun ambizioso album concettuale sulla paura dell’infinito e un’affascinantesuite, la giovane formazione art-rock torna rinnovata e convincente
Apeirophobia:il nuovo concept degli Ifsounds!
IFSOUNDS
&
MELODICREVOLUTION RECORDS
sonolieti di presentare:

APEIROPHOBIA
ilnuovo concept album degli Ifsounds
MelodicRevolution Records 2010
5brani, 49 minuti
 
Tornanocon una suggestiva opera concettuale gli Ifsounds, il quintetto molisanogià noto con il nome If all’audience del rock progressivointernazionale. Apeirophobia è il terzo album delgruppo, per l’occasione rinnovato sia nella formazione che nel nome.Ancora una volta la band presenta un lavoro dal taglio concettuale, comesempre ispirato alla lettura più profonda dei misteri dell’animo umano. Apeirophobiainfatti è un concept dedicato alla paura dell’infinito, allasindrome definita “agorafobia della quarta dimensione”.
Comedichiarano gli stessi Ifsounds, “è una sensazione anche piùprofonda della paura della morte. Il cervello umano non riesce arazionalizzare il concetto di “infinito” e quindi, quandocerchiamo di definire l’eterno, il nostro destino ci appare come unagabbia infinita, oscura, sconosciuta e spaventosa. È in questi momenti che soffriamol’apeirofobia. Mentre la paura della morte è un istinto, l’apeirofobia èuna sorta di ‘corto-circuito mentale'”. Per esprimere questo coacervodi paure, gli Ifsounds utilizzano un modulo prog-rock variegato epoliedrico, che tocca sia il lascito psichedelico degli amati Pink Floydche le raffinatezze del rock romantico genesisiano, coniugando robuste spinterock e ariose melodie valorizzate dalla voce di Elena Ricci.
Apeirophobia èanche il titolo della lunga suite che chiude l’album: per la prima voltail gruppo guidato dal chitarrista Dario Lastella si cimenta con lacomposizione di lunga durata e i risultati sono davvero soddisfacenti.La qualità del lavoro ha entusiasmato anche Nick Katona,patron dell’etichetta americana Melodic Revolution, che haimmediatamente supportato l’opera. Gli Ifsounds hanno anche deciso diattivare uno streaming gratuito del cd sul proprio sito: “ci sonositi che genuinamente condividono la nostra musica perché piace ai lorogestori e che indirettamente ci aiutano nella promozione… Tuttavia cene sono molti altri che approfittano del nostro lavoro per guadagnaredenaro attraverso i click ai loro sponsor! Per far fronte a ció, abbiamo decisodi rendere pubblico l’album! L’ascoltatore sarà libero di scaricarloillegalmente o di comprarlo, sia in formato fisico che digitale”.

Ifsounds:
FrancoBussoli – bass.
ElenaRicci – vocals.
EnzoBellocchio – drums.
ClaudioLapenna – piano, keyboards, vocals.
DarioLastella – guitars, synth, vocals.
 
Special guests:
Núria Palau, Alexandra Milas, Maria Miele and ArmandoVarriano – Strings on Aprile.
Info:
Ifsounds:
http://www.ifsounds.com
Also can be found on: twitter, facebook & myspace
 
Melodic Revolution Records:
 
Synpress44Ufficio stampa:
 

IFSOUNDS
biografia:
 
Nel1993 Franco Bussoli, Pietro Chimisso, Claudio Lapenna e Dario Lastellaformano una band che alterna alcune proprie composizioni alle classiche cover(Pink Floyd, Queen, Police, ecc.). I concerti avvengono soprattutto inoccasione di festival e di party scolastici. Il gruppo registra i primirudimentali demo tapes. Dopo alcuni anni di inattività, il gruppo siriforma nel 2004 (senza Pietro Chimisso) per registrare l’album In thecave. Alla voce c’è Paolo De Santis. Il disco, pur con alcuni difettidi produzione traccia un cammino nuovo per la band.
Nel2005 esce l’album if, con diversi brani scritti nei primi anni diesistenza del gruppo e rielaborati per l’occasione. Nel 2006 il brano Iwish raggiunge la prima posizione nella classifica “Classica” di iacmusic.comdove staziona per circa due mesi. You ottiene la nomination peril Golden Kayak Award nella categoria “Easy Listening”. Gli ifottengono il premio www.primonumero.it come miglior gruppo della lorozona. A dicembre dello stesso anno esce l’album The Stairway, cheottiene un buon successo di critica e pubblico. A febbraio 2007 ben 6 branicontenuti nel disco occupano stabilmente la Top 10 della classificaProgressive Rock di iacmusic.com, con Close your eyes al numero 1.La cover di I wish ad opera del cantante scozzese Raymond Porterraggiunge la prima posizione nella classifica generale di iacmusic.com dopo 2giorni dalla sua pubblicazione. Don’t go e It’s just meottengono la nomination per il Golden Kayak Award nella categoria”Progressive Rock”.
Comincianole registrazioni del nuovo album con il batterista Luca “Pingu” Di Pardo: aottobre 2008 esce Morpho Nestira. Il consenso tra i fan delprog in tutto il mondo è molto alto ma a settembre 2009 il gruppo cambiadenominazione in ifsounds e presenta due nuovi membri. La cantante ElenaRicci e il batterista Enzo Bellocchio che sostituiscono Paolo DeSantis e Luca Di Pardo che nel frattempo avevano lasciato il progetto. Perlanciare la nuova line-up il gruppo pubblica il video Midsummer Ravingdiretto da Hox Vox.
Laband finalmente firma per la casa discografica americana Melodic RevolutionRecords e il primo giugno 2010 pubblica la compilation gratuita per i fan if…sounds.Si tratta di una raccolta doppia dei brani migliori dei quattro dischianteriori con un pezzo inedito Don Quixote. Il 26 ottobre gliifsounds pubblicano l’album Apeirophobia, preceduto dal video SummerBreeze. Il disco contiene l’ambiziosa suite da 28 minutiomonima, primo tentativo della band con una composizione di tale difficoltà.
 
 
 
 
Davide
CiaoIfsounds. Un nome e un omaggio ai Pink Floyd di If (AtomHeart Mother)? Insomma, perché “Se…”?
 
Ifsounds
DarioLastella: Ciao Davide. “Se…” oltre all’omaggio al Waters poetico eautocritico della “if” di Atom Heart Mother ha un significato filosofico:troppe volte tendiamo a dare risposte ed affermazioni certe, sicuri di avereragione e che la realtà “vera” sia quella che vediamo… ma se la realtà fossesolo quello che crediamo di vedere? “Se…” è appunto il dubbio, quella forza intellettualeche porta a non dare nulla per scontato, che rifiuta gli assiomi e ipreconcetti e che ricerca la natura del mondo guardando anche da prospettiveinsolite. 
 
Davide
Apeirophobia:un’esagerata e irrazionale paura dell’infinito (e dell’infinitesimo). Una fobiapoco conosciuta e poco citata dalla letteratura medica. C’è qualcosa diautobiografico? Com’è nata l’idea di basare un’intero disco su questa rara eprofonda fobia?
 
Ifsounds
ClaudioLapenna: Nel periodo successivo all’uscita del nostro penultimo album”Morpho Nestira” riflettevamo su alcuni spunti per lavorare ad un nuovo ConceptAlbum, condividendo delle idee inerenti i vari risvolti di alcuni momentidrammatici e cruciali della vita: gli ultimi minuti di un condannato a morte odi un malato terminale, o, ad un livello meno drammatico, il dover emigrarefacendo scelte di vita dolorose che ti separano nettamente dal passato. Daquesti spunti sono nati i testi di “Last Minutes” o “Summer Breeze” e l’ideadel Concept che trova compimento nella suite finale.
D.L.:Ovviamente non volevamo parlare dell’apeirofobia dal punto di vistastrettamente medico, né del suo aspetto patologico, ma della pauradell’infinito e più ampiamente dell’ignoto: la paura di cui volevamo parlarenon è semplicemente la paura della morte, istinto comune a tutti gli esseriviventi, ma è una sorta di “corto-circuito” mentale che ci assale quandocerchiamo di immaginare o semplicemente di concepire l’infinito. Personalmentenon soffro di apeirofobia nel senso psichiatrico del termine, ma diautobiografico c’è il sentimento di profonda ansia e smarrimento vissuto dabambino che descrivo nei primi versi della suite e che dà il la allanarrazione. Inevitabilmente ci sono accenni autobiografici anche altrove neldisco un po’ in tutte le canzoni, ma sono appunto accenni, in quanto ho cercatodi rendere i testi “universali” e non personali.
 
Davide
L’ultimatraccia, quella che dà il titolo a tutto il disco, è appunto Apeirophobia,una lunga suite di 28 minuti in 9 movimenti da era classica degli Yes. Èaltresì un racconto che inizia a 9 anni e “forse” termina a 99 anni, ossia ilprimo momento in cui si diventa consapevoli della morte e l’ultimo in cui sista per conoscere davvero cosa vi sarà al di là. Che visione avete voi della vitao meno dopo la morte?
 
Ifsounds
C.L.:Si può credere o non credere in un Dio qualsiasi o in unadimensione ultraterrena, ma ciascuno di noi appartiene ed apparterrà sempreall’eterno scorrere della storia, pur nell’apparente insignificatività dellacomune esistenza.
Indefinitiva poi non esiste angoscia profonda che non riconduca alla paura dellamorte, che nell’Uomo piuttosto che paura della “fine” può diventare paura del”senza fine” (a-pèiros, dal greco senza-limite) che comincia dopo.
 
Davide
Bellissimacopertina di Andrea Pinti. È un dipinto che può essere variamente interpretato;per esempio, per me di primo acchito, gli uomini primitivi seminudi sulle testeimmerse in un mare rosso di sangue e con la zagaglia in mano potrebbero essereciò che è ciascuno di noi rispetto alle potenzialità della mente.  Ed è ancheper questo, per questa primitività, per queste potenzialità mai abbastanzasviluppate, che continuiamo a muoverci guerre, a ucciderci… Cosa rappresentaper voi?
 
Ifsounds
D.L.:Andrea dà sempre la possibilità di “interpretare” liberamentele sue opere, del resto l’opera d’arte in sé assume un valore diverso a secondadella persona che si trova di fronte ad essa. Questa volta parlando con lui misono trovato in perfetta sintonia su un’interpretazione legata strettamente aitesti: viviamo tutti in un oceano infinito e dentro la nostra testa c’è unguerriero che lotta per vincere le paure indotte dagli elementi esterni oltre aquelle autoindotte. È la lotta costante della mente nel corso dei secoli e cheha tracciato la strada alla storia del Pensiero Umano in tutte le sue forme, unpercorso fatto non per mero intento speculativo, ma per vera e propriasopravvivenza psicologica.
C.L.:Personalmente nell’opera di Andrea vedo qualcosa che riconduce al dilemmaanch’esso eterno sulla dualità Malvagità-Bontà dell’animo umano. L’istinto disopraffazione probabilmente innato nella natura dell’uomo, tanto quanto quellodi conservazione/sopravvivenza, aprono la porta a molteplici e drammaticiinterrogativi. Alla meravigliosa poesia dell’immagine di Andrea solo una dellerisposte possibili.
 
Davide
ElenaRicci aveva già collaborato con voi, mentre ora è divenuta la vostra vocesolista?
 
Ifsounds
C.L.:Elena ha il dono di una vocalità versatile ed espressiva dalleenormi potenzialità, ma allo stesso tempo estremamente personale ericonoscibile. Mi ha fatto molto piacere che abbia voluto condividere con noiquesto progetto come cantante solista… il mio auspicio è che possa continuarea cantare con gli ifsounds a lungo.
 
Davide
Cosasignifica per voi l’essere passati dalla autoproduzione a una casa discografica(americana per altro) come la Melodic Revolution di Nick Katona?
 
Ifsounds
D.L.: Abbiamo sempre avuto una certaavversione per le label classiche e non sopportavamo l’idea di perdere ilcontrollo sulle nostre canzoni, né ci fidavamo dei sedicenti talent scoutdell’editoria musicale moderna, che vendono sogni a caro prezzo a tanti giovanimusicisti. Per questo motivo per tanti anni abbiamo fatto tutto da noi eavremmo potuto continuare così. Poi è arrivata l’offerta della MelodicRevolution: la sua “rivoluzione” è reale, una label completamente orientataagli artisti, che dà un supporto genuino alla nostra musica e dimostra dicredere realmente nell’arte e non nel business. La bontà dell’approcciorivoluzionario di Nick Katona è dimostrato soprattutto dalla crescita dellalabel che comincia ad avere in “scuderia” musicisti di primissimo livello:immediatamente prima di “Apeirophobia”, la MRR ha pubblicato “3D” l’ultimoalbum dei rocker americani D-Drive capitanati dal vocalist Phil Naro, in cuisuona come ospite un musicista del calibro di Billy Sheehan…

Davide
“Apeirophobia”è stato un disco molto atteso e prenotato nell’ambiente progressive rock ditutto il mondo. Diverse radio specializzate in Canada, Stati Uniti, Spagna ePolonia già hanno trasmesso brani dall’album in esclusiva e il chitarristadella band Dario Lastella è stato ospite della DJ newyorkese AndreaGarrison. Insomma, i migliori riconoscimenti o le più degne attenzioniancora una volta sembrano venire più dall’estero che dalla madrepatria?
 
Ifsounds
C.L.:Viviamo nella consapevolezza che il pubblico italiano dioggiggiorno riserva difficilmente attenzioni approfondite ad un genere come ilnostro specie se prodotto da autoctoni con rarissime eccezioni.
D.L.:Forse il problema non è tanto il pubblico, quanto i mediaitaliani, soprattutto quelli mainstream: ho visto un grande interesse verso ilrock meno commerciale da parte di molti ascoltatori, ma è indubbio che èdifficile arrivare al grande pubblico quando non si ha a disposizione la”potenza di fuoco” dei grandi media. Poi in Italia dobbiamo combattere duefenomeni ben radicati e deleteri che riguardano non solo la musica: il primo èil “nepotismo” (per chiamarlo in qualche modo) per il quale certe “porte” siaprono solo se ti accompagna qualcuno con le “chiavi” (e le chiavi ce le hannosempre e solo i soliti noti…); il secondo è un atteggiamento apparentementesnob, ma in realtà profondamente provinciale di alcuni media, per cui se vienida un paesino italiano sei sicuramente peggio di uno che viene da fuori…
Questofenomeno lo vediamo anche nel prog “classico” degli anni ’70: l’Italia haprodotto una quantità incredibile di grandi band e grandi musicisti in queglianni, ma molti di loro, rispettatissimi ed ammirati all’estero, sono pressocchésconosciuti in Patria… In Giappone ci sono cover band del Balletto di Bronzo,mentre l’ascoltatore medio italiano, non per colpa sua, non ne conosce neppurel’esistenza!
 
Davide
In”Apeirophobia” trattate anche di temi sociali come l’emigrazione e la pena dimorte, ma sempre dal punto di vista psicologico… Perché non politico? 
 
Ifsounds
C.L.:Di sicuro non è per timore di dichiarare l’appartenenza politicache comunque appare chiarissima! Avevamo anche un pezzo in italiano sul temadella vita in stato di coma vegetativo/irreversible, che poi abbiamounanimemente lasciato da parte, per il momento, per una scelta di purocarattere artistico. Tuttavia l’indagine antropologica e psicologica èl’aspetto che amiamo maggiormente approfondire.
D.L.:È troppo facile e allo stesso tempo rischioso fare un comizioin musica: facile perché scrivere un testo di slogan è molto rapido e si ha lacertezza che arriverà rapidamente anche all’ascoltatore più distratto, ma ancheche ci sarà gente che strumentalizzerà a suo favore le tue parole, magaridecontestualizzandole e re-interpretandole. Personalmente preferisco fararrivare il nostro messaggio attraverso testi che facciano pensare: se scrivoun testo contro la pena di morte voglio che l’ascoltatore si metta nei pannidel condannato negli ultimi 6 minuti della sua vita, senza dare giudizi dimerito, ma semplicemente vedendo la realtà dall'”altra parte”. Per capirci, dalpunto di vista lirico e di impostazione ho sempre preferito i testi di De Andréa quelli (per esempio) di Giovanni Lindo Ferretti.
 
Davide
Oggil’etichetta “rock progressivo” può stare storicamente stretta ed essere unbiglietto di visita inadeguato?
 
Ifsounds
C.L.:È un’etichetta che dai vari punti di vista potrebbe esseredefinita stretta, scomoda, inadeguata, incompleta, vaga, ecc.
Maalla fine condivido il pensiero di Stefano Bollani secondo il quale i generimusicali servono principalmente a rintracciare la musica che prediligiamoquando entriamo in un negozio di dischi. Noi sicuramente siamo un “gruppo prog”perché il prog è il genere che più si avvicina a quello che ci piace suonare,ma non abbiamo mai cercato di “suonare come”… Del resto il neo-prog non ci èmai piaciuto un granché!
 
Davide
Sifesteggiano quarant’anni di musica progressive italiana a cominciare da qualedisco?
 
Ifsounds
D.L.:È sempre difficile dire qual è stato il “primo disco” di ungenere: la musica si evolve verso una certa direzione e i critici e gli storicidanno a posteriori le definizioni. Per esempio il primo disco “prog” è perquasi tutti “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson, ma c’erano moltielementi prog anche in lavori precedenti (i più noti potrebbero essere il”White Album” dei Beatles o “A Saucerful of Secrets” dei Pink Floyd). In Italianormalmente si fa coincidere l’inizio del prog con “Senza Orario, senzabandiera” dei New Trolls o con “Dies Irae” della Formula Tre… Ma sonoconvenzioni: in realtà quella era la musica che era di moda all’epoca e quellaera la musica che suonavano. Pensa che i media di inizio anni ’70 chiamavano lamusica di Area, PFM o Banco come “pop”!
 
Davide
Laband ha in progetto una collaborazione con l’artista visuale romana CristinaNist del collettivo Ranelettrike per la realizzazione di un corto basatosulla suite. Qualche anticipazione?
 
Ifsounds
D.L.:Cristina Nist ha ascoltato e apprezzato Apeirophobia eparlando con lei è nata l’idea di una collaborazione che estendesse il concettoartistico del nostro lavoro. Come nel caso delle nostre collaborazioni conAndrea Pinti, tendiamo sempre a lasciare totale libertà di espressione agliartisti che lavorano sui nostri progetti originali, quindi non sappiamo cosaabbia in mente Cristina, a cui non abbiamo dato altre indicazioni che la musicae i testi in sé. Siamo sicuri che farà un gran lavoro e speriamo che neiprossimi mesi potremo organizzare delle proiezioni del corto, un’esperienzamultimediale totalmente nuova ed eccitante per noi.
 
Davide
Altriprogetti?
 
Ifsounds
C.L.Il nostro è un cantiere sempre aperto, e come tutti incantieri si ha bisogno di un po’ di tempo prima che si concretizzi un progettonuovo, sperando che non sopraggiunga mai la noia di non avere più cose da direo da esprimere.
D.L.L’idea ad oggi sarebbe quella di aumentare la multimedialità,magari coinvolgendo altri artisti di altre discipline. Potrebbe essere un’ideaconcepire un nuovo disco a partire da una opera letteraria scritta perl’occasione… Poi magari finiremo col fare un disco di love songs da treminuti :-D!
 
Davide
Grazie…e à suivre…
 
D.L./C.L.:Grazie a te. Un saluto a te e ai tuoi lettori.

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