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Storia in fabula

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Storia in Fabula

Le Favole, come le Parabole, sono narrazioni tese ad illustrare, in modo spesso paradossale e volutamente esasperato, le vie da percorrere e gli errori da evitare. Sono sempre state usate da filosofi, pensatori e educatori per tramandare principi morali, religiosi e etici in una forma ludica, ritenuta la più adatta per ottenere l’attenzione dell’uditorio e per trasmettere contenuti educativi sotto le mentite spoglie dell’intrattenimento.

Ma le Favole in realtà, per meglio esemplificare il contenuto da trasmettere, riportano sempre e comunque situazioni eccessive, paradossali, estreme ed esasperate. Nelle favole il Re è sempre eccelso e magnanimo, la Principessa è giovane, bellissima e inesperta, la Strega e la Matrigna sono terribili e maligne, il Cavaliere Errante è estremamente nobile e coraggioso e i personaggi di contorno riportano sempre, velocemente tratteggiati, i principali difetti o qualità umane.

Si è mai narrato in una favola di un Re mediocre, di una Principessa insipida, di una Strega che si commuove, o di un Cavaliere incerto, indeciso e inaffidabile?

Ebbene, nella Storia, come nelle Favole, sono gli estremi che attirano, è l’esacerbazione che richiama la nostra attenzione, vagando nel passato la nostra mente è affascinata inesorabilmente da quei personaggi storici che hanno saputo valicare i confini delle umane possibilità, nel bene e nel male.

E così ecco la leggendaria figura di Re Artù, le celebri coppie di amanti come Antonio e Cleopatra, Beatrice Cenci rea di parricidio, Napoleone e le sue guerre gloriose, Alessandro Magno e la sua smania di conquista. Si mischiano assassinii, complotti, o eccelse virtù.

Da un estremo all’altro l’uomo moderno, ben consapevole che gli insegnamenti per il futuro vanno colti nel nostro passato, cerca di leggere le tracce dell’umano percorso attraverso i pensieri e le azioni di uomini superiori, che hanno brillato per sapienza, per oculatezza, per valore e coraggio, o al contrario, per viltà, tradimento e abiezione.

Si mischiano dunque Anna Bolena con Giovanna d’Arco, William Cecil con Rasputin, Madame Pompadour con la Regina Elisabetta, il Re Sole con Caligola.

La Storia è allora in grado di affascinare i lettori come un’eterna favola, una serie di eventi, una girandola di personaggi, una galleria di ritratti che, se sapientemente raccontati, costituiscono una fiaba migliore di ogni invenzione, un potente affresco in grado, attraverso gli errori e le glorie del passato, di mostrarci la via per il futuro, chiaramente tracciata da coloro che su questa terra ci hanno preceduto.


Sabina Marchesi

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