Le radici del male
(Alda Teodorani – Addictions)
Sembra davvero di precipitare Giù, nel delirio (titolo della prima storia) insieme ai personaggi di questa trilogia, le cui vicende sono calate in una crudele realtà e trasformate spietatamente in un incubo senza fine dalla fantasia acuta e intelligente della scrittrice.
La narrazione sorprende, trascina, confonde, sconvolge, inorridisce. Ci immedesimiamo, senza volerlo, tanto è accurata ed efficace la descrizione degli stati d’animo, nel fotografo dell’orrore, nel killer su commissione, per il quale uccidere è, soprattutto, un divertimento, e persino in una delle vittime: “E’ il crollo di tutte le certezze. Specialmente quella di vivere in eterno“. Più difficile è entrare nel mondo di Grazia, “la pittrice degli incubi“; la sua presenza, spesso dietro le quinte, quasi filo conduttore di tre storie a sé stanti, è piuttosto vaga e indefinita, tanto da indurci a ritenerla frutto delle allucinazioni di Antonio Giordani in Giù, nel delirio. Citata per caso in Specchi di sangue, solo in Soluzione finale si concretizza a tutto tondo.
La psiche turbata disumanizza completamente il protagonista, per es. Mac Ewan che uccide senza nessuna pietà, ma si dispera e piange per la morte delle alghe nel suo acquario, “E l’omicidio diviene un atto di liberazione, un modo di sgravarsi di quel peso sopportato così a lungo.
La mente umana è fragile. Basta un niente a distruggerla, è come se fosse vetro“.
Gli omicidi plurimi di donne e bambini insistono su visioni deplorevolmente brutali, raccapriccianti, stomachevoli; orrendi spettacoli i cui spettatori sono armati di sconcertante impassibilità
Un mondo disincantato, denudato nella sua bestiale crudeltà, in cui l’uomo è rapace predatore, autore di violenze sessuali e mercante di donne e bambini; vittima delle follie di una mente sofferente e malata, alimenta lo squallore della prostituzione, della droga, della morte, il piacere perverso del sadismo. Un mondo di cui l’autrice rappresenta, con abilità e straordinari effetti sul lettore, la visione deformata della realtà, lo sconvolgimento della vita, l’impossibilità di un barlume di redenzione, il fatale non ritorno per chi ha oltrepassato i limiti e rinunciato alla libertà morale. Solo a volte, di tutto ciò, c’è un’esplicita condanna; altre volte avviene implicitamente, attraverso, per es., il desiderio di Grazia di un sentimento vero.
Se, come la stessa Teodorani afferma nella prefazione, i suoi Maestri sono stati Alfred Hitchcock, per le spettrali atmosfere, e Dario Argento, per l’atrocità dei delitti, l’autrice evidenzia da subito il suo stile personale e nuovo, chiaro e sintetico, schietto e mordace nel linguaggio. Originale è la struttura dei racconti, con effetti splatter.
Ci ritroviamo, così, a riflettere sulla “trilogia del male” e a fare le nostre considerazioni. Era inevitabile. Ma “La realtà oltrepassa in cattiveria il più crudele ed efferato dei romanzi“.
Simonetta De Bartolo