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Star Wars III: e infine…l’inizio

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Star Wars III: e infine… l’inizio

Premetto che non svelerò nulla del film. Ecco. Questo dovevo scriverlo, altrimenti chi leggerebbe mai la mia recensione? Solo che…tutti sanno già come va a finire. Incredibile. Lucas è veramente incredibile. Ok, dovrei parlare del film, lo so, ma prima è d’obbligo una premessa: credo che Lucas sia veramente un eccellente regista…no, un eccellente produttore…no, è veramente bravo in tutto: a montare, a scegliere gli artisti che realizzeranno per lui un mondo di fantasia originale, a dirigere un progetto che sembra più un’avventura lunga 30 anni. E 30 anni sono veramente tanti per un fenomeno mediatico. Star Wars è il blockbuster dell’anno ma è anche un culto. E’ presente e passato. C’è chi ha visto il primo Star Wars che era solo un ragazzino e ora ha i figli all’università, e magari va a vedere quest’ultimo episodio con loro. E, come un fendente orizzontale, l’hype continua a colpire tutte le generazioni indistintamente. E persino i dettagli di quell’ambientazione che erano già presenti nel primo episodio (Star Wars IV) sono tutt’altro che polverosi. 30 anni. In definitiva credo che George Lucas sia un eccellente imprenditore, che ha pensato una grande storia tanto tempo fa e non ha mai smesso di farci i soldi; solo per dirne una: non credo che nessuno abbia una conta precisa di quanti videogiochi sono usciti intorno al mondo di Guerre Stellari, e produzioni di tutti i generi continueranno ancora per anni. Bè, dovevo necessariamente fare quest’ovazione a Lucas, a nome mio e di tutti gli appassionati che hanno passato bei momenti grazie a lui, nei cinema e fuori dai cinema.

Ma parlare di un film è bello quando ci dà da pensare, quando ci si ritrova a ragionare su qualche aspetto, e sicuramente la prima cosa che mi è venuta in mente è proprio l’inspiegabilità di questo clamoroso successo che non conosce tempo. La seconda è la seguente: Lucas ha inventato, o quanto meno ha saputo rendere popolare, il concetto di prequel (…questi americani ne sanno una più del diavolo…); ok, è una grande idea. E’ uscito con Star Wars I (il mio preferito) qualche anno fa, e da allora sono usciti e continuano ad uscire prequel su qualunque cosa (proprio in questi giorni: Batman begins). Nessuna meraviglia che la gente copi un’idea che funziona così bene, ma…normalmente andare a vedere un prequel significa andare a vedere un personaggio che si conosce già in una storia originale. Per Star Wars è diverso: i tre film che danno inizio alla storia (mi riferisco a Ep.I, Ep.II e Ep.III) erano perfettamente noti a tutti. E’ vero che vedendo i film siamo venuti a conoscenza di qualche dettaglio in più, ma l’intreccio principale lo conoscevamo già. Dunque, cerco di spiegare meglio il mio dubbio: siamo cresciuti in un mondo in cui la chiave di tutte le storie narrate era il finale; chiunque sa che se un libro è scritto bene è estremamente piacevole leggerlo dalla prima all’ultima pagina ma…guai a chi ci dice prima come va a finire. Il finale è troppo importante. Di Star Wars lo conoscevamo già. E chi gliel’ha fatto fare a Lucas e associati di rischiare centinaia di milioni di dollari in un’impresa che qualunque esperto sano di mente avrebbe considerato un fallimento? Bè, questo non lo so, ma so per certo che questa nuova trilogia è stata un successo totale in tutto il pianeta. E Episodio III? Di tutti i film mai prodotti nella storia del cinema credo sia l’unico di cui chiunque conosce già ogni minuto ancor prima di sedersi sulla poltrona del suo cinema preferito. Bè, la gente sta affollando le sale come se regalassero dei soldi a fine proiezione. Questo è quello che Lucas ha fatto con Episodio III: ha annullato il concetto di finale. E tutti escono dal cinema soddisfatti come un bambino al suo primo lecca-lecca.

Cosa aspettarsi, dunque? E’ Star Wars, quindi gli effetti speciali sono il massimo che la tecnologia possa offrire (anzi, con quello che costa, è il massimo che potrà offrire a tutti gli altri fra qualche anno). Se frequentate il “cinema-con-impianto-audio-da-urlo” solo una volta l’anno, questo è sicuramente il momento di usare il gettone (sala MegaTheatre del WarnerVillage di Milano: nella sequenza iniziale i bassi facevano vibrare la poltrona). La storia è carica di passione, dramma, azione, ma soprattutto introspezione. La natura di ciò che trascinerà definitivamente Anakin Skywalker nelle profondità del lato oscuro è narrata così bene che diventa inevitabile rendersi conto che anche noi faremmo la stessa scelta. E vi assicuro che diventerà spietato, crudele e realmente devastato da una pazzia degna di un plot shakesperiano (e voglio aggiungere che mi sono ricreduto sulle capacità di Hayden Christensen, che non apprezzavo affatto prima di questo film: il suo ruolo è difficile e splendidamente interpretato). Una debole critica alla sceneggiatura può essere che in questo episodio la parte di C-3PO e R2-D2 è quasi inesistente; in tutti gli altri 5 film i due robot sono stati determinanti al punto che qualcuno è arrivato a definire la saga di Star Wars come “la lunga avventura di due robot” (che per definizione sono gli unici ad essere presenti in tutta la saga, ad eccezione di Anakin). Forse l’unica critica seria che mi viene da avanzare è che la fissa di Lucas che un film, per non essere noioso, non deve superare di molto le due ore ha comportato in Episodio III dei ritmi ancora più serrati che nei precedenti episodi; dovevano succedere troppe cose.

Per l’appunto, cosa succede in questo episodio della saga? Il racconto va dall’inizio della guerra della Repubblica (fine secondo episodio) alla nascita di Luke Skywalker e Leia Organa (che ritroveremo già ventenni nel quarto episodio), e mostrerà come la Repubblica diventerà Impero, chi è il maestro Sith che ha organizzato tutto il complotto, dove andranno a finire tutti i personaggi di questa trilogia, perché Yoda e Obi-Wan Kenobi andranno in esilio e, in particolare, come Anakin si trasformerà definitivamente in quel Sith metà uomo e metà macchina che porta il nome di Darth Vader. Ma soprattutto questa pellicola rappresenta il tassello mancante di un racconto che è stato, ancor prima che piacevole alla visione, completo. Credo che il segreto del successo di Guerre Stellari sia la completezza, perché ci ha fatto vivere una realtà alternativa, ci ha emozionato, ci ha divertito, ci ha raccontato di un amore irto di difficoltà, ci ha fatto vivere un sottile giallo politico il cui complotto parte da lontano ma la sua stessa nemesi parte da ancor più lontano, e ci ha mostrato lungo l’arco di due generazioni gli stravolgimenti di un intero universo che ruota intorno ad un personaggio di cui scopriremo tutto, dalla nascita alla morte.

Per concludere, non posso non parlare del finale. Mi spiego meglio: non posso non parlare della sensazione, del tutto nuova, che si prova sull’immagine conclusiva del film; quello che ho pensato: “finalmente, dopo tanti anni di attesa e visioni di episodi vari, siamo arrivati…all’inizio!”. Si avverte proprio questo. Non “Da qui è iniziato tutto”, ma “Da qui inizia tutto”. Un po’ come se il nostro obiettivo fosse scalare una montagna…e dovessimo percorrere duemila km a piedi prima di arrivare alla montagna stessa. Bè…non credo di essere riuscito a spiegarmi, ma capirete quando vivrete questa sensazione in prima persona. Il mio consiglio è: andate al cinema, comprate un secchio di popcorn e godetevi Episodio III dall’inizio alla fine…o dovrei dire “dalla fine all’inizio”? 😉

Ah, quasi dimenticavo un aspetto fondamentale: vedrete nuovamente Yoda combattere, e sarà ancora più esaltante dell’ultima volta 🙂

Filiberto Emanuele

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