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Liorma

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Liorma

Liorma, di Torino, si definisce un cantautore mediterraneo-psichedelico. Suoni puliti, levigati, avvolgenti, una bella voce, testi in italiano, un pop di più che buona caratura.

Nei sogni , Cosa rimane, Fantasma e Testimone di te alcune delle sue canzoni che si possono scaricare da http://stage.vitaminic.it/liorma

Davide

Ciao Liorma, al secolo?

Liorma

Leo, semplicemente Leo…e Liorma non è altro che un anagramma tratto dalle lettere che compongono il mio nome e il mio cognome, oltre che essere un omaggio ad un cantante di origini finlandesi.

Davide

Quali studi ed esperienze musicali precedono la tua produzione più recente?

Liorma

All’inizio era solo la passione, mi ispiravo da ogni cosa intorno, a lungo autodidatta per non correre il rischio di ricevere influenze. Quando mio fratello si tresferì e si portò via lo stereo, rimasi senza musica se non quella della mia chitarra ( che poi era sua anche quella..). Ho suonato in varie band e delle quali sono sempre stato il cantante, ma desidero non parlare delle mie precedenti esperienze delle quali, per alcune, ho sempre un pensiero speciale. Più avanti ho intrapreso lo studio della chitarra classica e ho anche tenuto alcuni concerti con una corale polifonica nel ruolo di baritono. Adesso, però, sono solo Liorma.

Davide

Polistrumentista, o nelle tue canzoni sopracitate ti sei avvalso di collaboratori vari? Hai collaborato tu stesso a progetti musicali di altri gruppi o solisti?

Liorma

Come ogni musicista sono incuriosito da tutti gli strumenti. In genere compongo con il piano o la chitarra che rimane il mio strumento e talvolta il basso, ma nella prima produzione di Liorma ho avuto il piacere di avere con me, spontaneamente, Vicio (Subsonica) al basso ed Elvin Betti (Aeroplani Italiani) alla batteria.

Davide

Il cantautore è chi canta canzoni scritte o musicate da lui stesso; ciò nondimeno mai si direbbe che lo siano ad esempio Sting o David Bowie. Pensi ancora valida la definizione di cantautore, che ormai connòta soprattutto coloro che tra gli anni ’60 e ’70 contribuirono specificatamente in Italia al rinnovamento della musica leggera e al superamento della tradizionale musica commerciale ma con un ben specifico armamentario di più dimessa vocalità, strumentazione e orchestrazione, un certo impegno poetico o politico dei testi… Insomma, diciamo dagli anni ’80 in poi, per le nuove leve di cantautori di fatto, abbracciando il pop e il rock multiforme e nondimeno divenendo la nuova musica commerciale, si è cominciato a prendere le distanze: di Zucchero, di Ligabue eccetera non si usa normalmente la definizione cantautore. Altri preferiscono al limite il politically correct del termine cantante autore, che sembra meno confondersi con quel preciso periodo dai più ristretti modi. Cosa ne pensi?

Liorma

Negli anni 70′ si associò il cantautore a colui che, armato di sola chitarra smuoveva le coscienze del proletariato. Evitando alcuni nominativi arrichiti dai compagni, il mio applauso più grande va a persone come Claudio Lolli, vero e unico portavoce del disagio giovanile nonché suo.

Il cantautore esiste ancora, penso a Cammariere o, come hai detto tu Ligabue, che si definisce un comunicatore, e non sono di certo i soli: però quando penso ad un cantatutore mi viene in mente Cat Stevens…

Davide

Chi ti ha folgorato sulla via di Damasco, musicalmente parlando?

Liorma

Molti: Donovan, Joni Mitchell, il Greg Lake degli EL&P, Neil Young e la West Coast, il giovane Elton e tanti ancora dopo…

Davide

Cosa stai preparando per il futuro? Quali progetti sono in corso?

Liorma

Sai che non lo so… beh, un paio di occhiali nuovi e magari anche un paio di scarpe.

Davide

Al di là dell’autoproduzione, che rappresenta la nuova possibilità di rendersi visibili degli ultimi dieci anni nonostante tutto, evoluzione a sua volta del periodo delle cosiddette etichette indipendenti, anch’esse per lo più inglobate nel sistema delle major, hai avuto contatti finora con l’industria discografica italiana. Ti interessa? Che riscontri hai avuto? Insomma, puoi sparare a zero sulla pochezza dei discografici italiani di regime…

Liorma

Qualche contatto c’è stato, ma ritengo di aver sbagliato qualcosa, vedevo le cose in modo distorto e mi aspettavo troppo. Meglio suonare per passione e per piacere… come quando hai iniziato

Davide

Vitaminic è davvero una grande risorsa. Chiunque nel mondo può farsi conoscere, iscriversi gratuitamente nel backstage e inviare facilmente i propri mp3, metterli a disposizione gratuitamente o a pagamento… Una casa discografica virtuale e totalmente democratica, trasversale, che accoglie di tutto e ricopre l’intero pianeta e può entrare potenzialmente in qualunque casa del globo in qualunque momento. Sì, Internet in generale è una grandissima risorsa per farsi conoscere. Mi viene però un dubbio. Oggi gran parte dei più giovani fruitori di musica, abituati in tal senso, reclamano “un’arte libera” dal commercio, una necessità di farla finita col diritto d’autore se non per quanto riguardi la paternità dell’opera, per la libera e gratuita diffusione e disponibilità e riproducibilità, senza fastidi e vampirismi SIAE eccetera (dimenticando quanto fu importante invece la sua istituzione al tempo da parte degli artisti medesimi… poi discutendone anche le degenerazioni qua e là subentrate nel tempo). Insomma, secondo me, si è fatto fare un bel passo indietro all’artista che o lo fa per hobby, e con altro lavoro si mantenga, o deve fare la fame, coerente con la banalità del purismo. Io dico: oggi un cantante autore e musicista, un poeta e scrittore eccetera devono, salvo eccezioni, autoprodursi (e già gli costa) e poi pure regalare i propri lavori… guadagnando al limite quel po’ dal concerto nel pub e dal cd masterizzato in casa venduto di propria mano all’occasione. Secondo te, come venirne a capo?

Liorma

Bel problema, però coloro che fanno musica continuano ad essere in tanti anche se “non si alza una lira”: vediamo cosa escogiteranno per speculare ancora su tutti noi… Sono sostanzialemnte d’accordo con ciò che affermi ma penso anche che esista sempre una terza via: ed è ciò che non ti aspetti, la materializzazione dell’imprevisto.

Davide

La domanda che non ti ho fatto?

Liorma

Forse se mi piace il vino? Si. a cena… e non da solo.

A’ suivre.

Davide Riccio

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