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La clessidra d’avorio – Davide Cassia e Stefano Sampietro

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Copertina diJessica Angiulli
e Lucio Mondini -Diramazioni
Edizioni XII
Narrativa romanzo
Collana Mezzanotte
Pagg. 330
ISBN 978-88-95733-24-1
Prezzo € 17,00
 
Un’infinita partita a scacchi
 
E’ l’anno 1592 e due uomini avviano unapartita a scacchi. Così comincia La clessidra d’avorio e cosìtermina, con la vittoria del bianco sul nero. Ma, finisce veramente questoscontro, con la diciassettesima mossa  con la quale l’alfiere biancoposizionato nella casella e2 dà scacco matto?
No, non termina e continuerà fino a quandol’uomo, questo microcosmo continuerà a cercare la spiegazione della suaesistenza.
La narrazione, sviluppata su tre diversipiani temporali (a cavallo fra   il XVI e il XVII secolo, agli inizi del XIXsecolo e in epoca attuale), è tutto un susseguirsi di avventure per porre lemani sulla clessidra d’avorio, oggetto misterioso proveniente dall’anticoEgitto, l’unico  in grado, assieme ad altri analoghi, a misurare il tempoesattamente per consentire all’alchimista di trasformare l’infima materia inprezioso oro, ma soprattutto per ottenere quell’Elisir di vita eterna,in grado di porre l’uomo al sicuro della sua predestinata caducità.
E’ un rincorrere continuo della conoscenza,dell’esperienza, uniche a consentire il progresso in un’evoluzione dellecapacità intellettive che serva a penetrare il profondo e insoluto misterodella vita.
Il diario della ricerca della clessidratenuto dal bolognese Giacomo Bandini, colui che dà scacco al re nero del grandeParacelso, si snoda in un percorso di conoscenza che lo conduce da Venezia alCairo, indi di nuovo a Venezia e infine a Roma, dove termina. Si intercalanofra i giorni riportati dalle pagine le avventure di due nobili francesi, padree figlio, che, in epoca napoleonica vanno alla ricerca di un amico scomparso,in un itinerario che come, per Giacomo Bandini, troverà la realizzazione deiloro scopi a Roma, fra mille peripezie, in una serie d’avventure che non soloavvincono, ma addirittura affascinano.
E verso la fine del libro si gettano lebasi di un nuovo viaggio che compiranno, ai giorni nostri, un discendente del Bandini,dallo stesso nome, e un altro di uno dei due nobili francesi, il figlio, purelui con identico nome e cognome.
Stranezze degli autori, coincidenzeartificiose? Assolutamente no; sono i protagonisti di una storia infinita, diun’interminabile partita a scacchi fra il proprio io e il desiderio di dare unarisposta definitiva al perché dell’esistenza.
Questo romanzo, scritto veramente in modoeccellente, perché non è facile intercalare nella narrazione epoche diversesenza far venir meno l’interesse, è in pratica una grande metafora, un’operache a prima vista può essere scambiata per una spy story, o perun affondo nel mondo oscuro dell’esoterismo, ma se c’è una magia qui c’è soloquella di due autori che hanno saputo creare un meccanismo perfetto ad incastriper raccontarci del desiderio dell’uomo di andare oltre il possibile, allaricerca inconscia dell’immortalità.
  
Davide Cassia nasce a Varese nel1970; il suo esordio nel 2001 con il romanzo noir Morte di un perdente, è autore di romanzi eracconti che spaziano dall’avventura all’umoristico, passando per l’horror e ilfantasy. Esperto di videogiochi, tra il 1999 e il 2004 ha collaborato con NGI Magazine, di cui è stato caporedattore. Con Edizioni XII ha pubblicatonel 2007 il thriller Inferno 17, e ha partecipato alle antologie TaroT – Ludus Hermeticuse Corti.
 
Stefano Sampietro nasce a Como il 20febbraio 1973. Dopo la Laurea in Economia, consegue il Dottorato di Ricerca inFinanza Matematica e diviene docente a contratto presso l’Università Bocconi,prima, e presso l’Università LIUC Carlo Cattaneo, poi. A fianco dell’attivitàaccademica, svolge il ruolo di analista in una società di ingegneriafinanziaria. Suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista di fantascienza Futuro Europa (PerseoLibri), e nell’antologia Cortidi Edizioni XII. Laclessidra d’avorio è il suo primo romanzo.

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