Newton Compton Editori
Argomenti:
Religione e spiritualità
Storia
Economia
CollanaControcorrente
Pagg. 288
ISBN 978-88-541-1791-4
Prezzo € 12,90
Chene direbbe Gesù Cristo?
E’ uno staterello minuscolo (0,44 Kmq.,escluse le sovranità extraterritoriali), ma il Vaticano è indubbiamente unasuperpotenza, e non tanto dal punto di vista militare ed economico, bensì sottol’aspetto religioso e soprattutto sotto quello finanziario.
Le ricchezze accumulate in più di XXsecoli, l’influsso esercitato, prima sui sovrani e poi sulle nazioni moderneha qualche cosa di ineguagliabile, e comunque nemmeno paragonabile a quello dialtri credi, fatta eccezione per l’ebraismo e l’islamismo, la cui sfera però dioperatività è limitata ai paesi in cui queste religioni sono preponderanti.
Rendina deve avere un rapporto particolarecon il Vaticano, visto che ha scritto parecchi libri sull’argomento, l’ultimodei quali, in ordine di tempo, è questo L’oro del Vaticano,un’analisi minuziosa delle immense ricchezze della Chiesa Apostolica Romana.
Agli occhi del cattolico di stampoclericale questo volume potrà apparire di parte, tendenzioso, volto ascreditare il papato, mentre per gli altri risulterà una semplice conferma diuna ricchezza smodata costituita da immensi tesori accumulati nel corso deisecoli legalmente e anche illegalmente. Non entro in merito sulla questionemorale e cioè sul pensiero del Cristo che ha sempre predicato l’umiltà e lapovertà, ma di certo a leggere queste pagine si resta non poco indignati nelloscoprire affari intrapresi più da pescicani da industria che da ferventicristiani. Le vicende dello IOR, di Monsignor Marcinkus, di Calvi, di Sindona,del Banco Ambrosiano sono le ultime eclatanti di un modo di investire especulare del tutto disinvolto e sovente in contrasto con le leggi scritte econ quelle morali.
Rendina, per praticità, inizia la suaosservazione dalla caduta di Roma, con la proclamazione del Regno d’Italia, ela perdita quindi della sovranità territoriale, di cui il Vaticano fu ampiamenteripagato con un congruo indennizzo, diventato stratosferico a seguito dellafirma, nel 1929, dei Patti Lateranensi. A parte il rilevante patrimonioimmobiliare e i tesori d’arte, ogni occasione è buona per incrementare lericchezze, e se questa non c’è viene creata, sia che si tratti di Giubilei, siadi iniziative finanziarie e speculative esclusivamente molto redditizie eperciò rischiose, al punto che, qualche volta, i forzieri del Vaticano finironocon lo svuotarsi.
Poiché si tratta di uno stato sovrano, nonc’è nulla da eccepire sulle sue scelte economiche, ma sulle modalità diraggiungimento degli obiettivi ci sarebbe molto da dire, soprattutto da unpunto di vista etico. Al riguardo basti pensare a ingenti partecipazionidetenute in società che si occupano della produzione di armamenti da guerra.
L’argomento in sé è di notevole interesse,ma mi sembra che Rendina, al fine di dimostrare la veridicità delle sueasserzioni, abbia finito con lo scrivere un libro un po’ greve e soventesoporifero, con pagine e pagine che riportano l’elenco dettagliato deipatrimoni immobiliari e delle partecipazioni societarie, così che non pochevolte si ha chiara l’impressione di trovarsi davanti all’inventario di unaditta di pezzi di ricambio.
In questo modo, lo spazio lasciato alleosservazioni e ai commenti si riduce notevolmente, tanto che i numeriprevalgono sulle parole e questo è proprio il limite del libro, che, paginadopo pagina, fa calare l’interesse del lettore, obbligandolo a uno sforzo perpoter proseguire.
E’ un peccato, perché impostato in mododiverso, cioè entrando più accuratamente nei retroscena di certe speculazionifinanziarie, non solo si avrebbero idee più chiare sul peso avuto nelle vicendedal Vaticano, ma si potrebbe anche scoprire il modus operandi deglialtri sodali, quasi tutti italiani e nomi spesso non sconosciuti.
Resta comunque un testo meritevole dilettura, perché l’argomento trattato non è di poco conto e aiuta meglio acomprendere certi rapporti con uomini politici o anche affaristi del nostropaese, le cui fortune procedono di pari passo con quelle di questo staterello,sì limitato territorialmente, ma di grande influenza e straordinariamentericco.