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SWAMPOP

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SWAMPOP

Torino, 1999: da un’idea del cantante e chitarrista Stefano Fornasero, già in Quid, Vitols e Powerillusi, nasce il gruppo Swampop. Al gruppo si aggiungono Maurizio Cerutti, batterista dalle molte passate esperienze, Paolo Guagliumi, chitarrista e bassista già degli Ice Eye, e Massimo Rossi, tastierista e pianista già in Overland Stage Company e Blues Attitude. Il nome al gruppo lo dà invece Maurizio: Swampop suona bene, anche se non sarà il genere musicale prescelto. Swamp è la palude, come la swamp-fever è la febbre malarica, e si riferisce a un genere di rock-edged-blues, nato da una definizione data dal giornalista Joe Harvard della musica dei “Treat Her Right” (1985), un rock venato di blues nato fra i dintorni acquitrinosi della Louisiana. Luoghi paludosi che già per questo diedero natali e influenze a cose come il black-bottom, una danza dei neri d’America, dal ritmo sincopato simile al ragtime, dai movimenti lenti, che imitavano quelli di chi è impantanato nel fango (dei bassifondi), in voga negli Anni 20 e 30. Ma il sound degli Swampop non ha infine nulla a che vedere con quelle influenze, né con il Southern Rock (ahimè, morto anch’esso con la fine dei Lynyrd Skynyrd, il cui aereo precipitò a terra proprio dentro una palude). Tutt’altro che fango, paludi e pesantezza, il sound degli Swampop è fresco, ha la levità orecchiabile e immediata del brit-pop e, quando cantato in italiano, perché no (restando in assonanze), dei “Lunapop”. Infatti, il passaggio dal brit-pop all’it-pop è stato breve anche in termini di definizione del genere: brIT-pop, ovvero BrIT/ITalian Pop. Brani degli Swampop si possono ascoltare gratuitamente sul loro sito ufficiale www.swampop.it E’ un sound alla Teenage Funclub, solo un po’ meno glam e, quando si fa lento e più raccolto intorno a un pianoforte, alla Coldplay (come in “Venerdì sera”, che si può ascoltare nel sito, sicuramente uno dei pezzi migliori). L’intenzione del gruppo è stata fin dalla nascita quella di ripercorrere le sonorità “british” dai sempiterni Beatles in poi. Al repertorio live (cover di Oasis, Travis, Beatles, Bowie, Rolling Stones, Blur, Teenage Funclub e dintorni) si è aggiunto nel tempo quello di proprie composizioni. Nel 2000 è uscito il primo cd singolo dal titolo “Replay” (3 inediti e una cover). Nel 2001 appaiono in due compilation nate dalla partecipazione al Trimi’s Festival di Bologna e all’Extra Festival di Torino. Ad Anteprima Colonia Sonora sono stati selezionati da Luca Morino dei Mau Mau come una delle migliori band emergenti torinesi. Nel 2002 esce un CD dal titolo “SaiDoveSei?”, 7 inediti. Nello stesso anno sono finalisti al “Senza etichetta festival”, la cui giuria è presieduta da Mogol. Le incisioni del gruppo sono disponibili previa richiesta. Intensa è da sempre la loro attività live. Per le prossime date e altro ancora, dunque…

www.swampop.it

Intervista:

D. Avete dichiarato che una musica semplice, di immediata fruibilità permette un’attenzione maggiore nell’ascolto dei testi… Cosa vi piace comunicare, oltre a “Londra nel cuore”?

R. Ci portiamo dietro e cerchiamo di trasmettere le situazioni in cui ognuno di noi si è venuto a trovare, momenti puri di vita, immagini ferme nella mente da offrire ad un ascoltatore attento e attivo ad interpretarle e a farle sue. Principalmente i nostri testi raccontano di rapporti uomo/donna.

D. Poche band hanno il coraggio di lasciare il certo delle cover per l’incerto delle proprie creazioni; anche perché le cover fanno suonare, incontrano la partecipazione meno impegnativa e più divertita del pubblico, spesso di locali dove andarvi ad ascoltare un gruppo non è la prima ragione dell’uscita serale… Cosa ne pensate dell’affermazione di Torino nuova capitale della musica underground?

R. Il nostro repertorio è composto in parte da brani editi (le più belle cover brit dai Beatles a questa parte), ed in parte da brani di nostra composizione. E’ stimolante presentare al pubblico propri brani ed assaporarne le reazioni, è una sfida, ed è bellissimo quando anche solo una persona tra le decine che stanno a sentirci durante i concerti comincia a dondolare la testa e a muovere i fianchi al ritmo di un nostro pezzo!!! Torino è ancora immatura, secondo noi, per sfruttare le potenzialità dei gruppi che suonano nelle ‘cantine’ e che hanno un mucchio di cose da dire. Purtroppo il giro musicale che conta a livello locale è ristretto ed aperto a pochi… ad ogni modo ci proveremo sempre!!

D. Pensate che a Torino e in Italia in genere sia data la giusta importanza ai giovani che suonano e creano (esordienti a Sanremo a parte)? Cosa immaginate che possa essere istituito come punto di riferimento in aiuto agli emergenti?

R. Ci sono alcuni buoni tentativi per cercare di far emergere la musica underground (siti di promozione musicale, manifestazioni, concorsi, festival), ma gli sforzi non sono mai abbastanza e soprattutto ci si scontra spesso contro il muro di gomma delle 4 o 5 case discografiche che in Italia impongono solo la musica che vogliono. Ormai internet è sempre più largamente utilizzata… quindi magari un portale serio solo per musica emergente che favorisca realmente la diffusione della musica dei gruppi, i rapporti tra i gruppi, i rapporti tra casa discografica/gruppo emergente, compositori-arrangiatori/gruppo emergente… etc

D. Ogni gruppo torinese sembra isolarsi rispetto al proprio progetto, lavorando in direzione della casa discografica che nella maggior parte dei casi non investe, non arriva… e quindi del sacrosanto riconoscimento il più ampio possibile…Perché non pensare di raccogliere forze tra gruppi e personalità della musica “sotterranea” in forma di cooperativa così da gestire serate e iniziative di vario genere, fondi, sale prova e di registrazione, e perfino un’etichetta? Se Maometto non va alla montagna… Questo sì che farebbe di Torino una nuova capitale musicale, non solo per il successo recente di Subsonica, e differito (rispetto ai Subsonica) di Africa Unite, Mau Mau e pochi altri e la penna di un giornalista che ha deciso di forzare decisamente i fatti in occasione di un articolo.

R. L’idea è buona, un po’ quello che dicevamo prima… la mentalità da cambiare è anche e soprattutto da parte del pubblico fruitore del portale… insomma, la gente si deve mettere in testa che in rete ci sono band che offrono della ottima musica, basta cercare, fidarsi. Noi riceviamo diverse mail da tutta Italia di gente che ci ha sentiti on line e ci richiede il CD o addirittura un concerto dalle loro parti!! Purtroppo noi siamo attivi a livello live solo in Torino e dintorni ed è un peccato non poter accontentare tutti.

D. La musica pop (nel senso più ampio) è un’espressione artistica la più immediata, trasversale, universale, non elitaria, popolare appunto. Da mezzo secolo ha accompagnato, suscitato e rafforzato i più grandi cambiamenti sociali, dalla nascita del teen-ager al movimento no-global. Cosa ne pensate della musica pop, rock e altro nel processo di sviluppo educativo (e autoeducativo) del giovane?

 Popolare, l’hai detto tu, cioè a disposizione del popolo, quindi se una canzone ha un contenuto, un messaggio, se comunica qualcosa di importante può essere sicuramente inserita ed utilizzata nel processo educativo del giovane. In Inghilterra e lasciami dire ancora di più in Irlanda la musica rappresenta una tappa fondamentale nella formazione di un giovane, la canzone è comunicazione, scambio, motivo di aggregazione ed un ragazzo, fin da piccolo, cresce con una vera e propria CULTURA musicale che parte dalla tradizione, dal custume del proprio paese. Ecco la musica è e deve sempre di più essere CULTURA.

Davide Riccio

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