KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Le beffe di Angeli e Demoni

4 min read

Le beffe di Angeli e Demoni

il falso sequel del codice da vinci

 

Forse non tutti sanno che Angeli e Demoni, pubblicato dalla Mondadori il 30 Novembre e falsamente presentato al pubblico come il seguito de Il Codice Da Vinci, fu in realtà scritto e pubblicato negli Stati Uniti nel 2000, passando praticamente inosservato e alla critica e al pubblico.

 

Apparso dunque negli Stati Uniti precedentemente al Codice Da Vinci, non può in alcun modo esserne il sequel, ma cosamai l’antefatto.

 

Per il resto, il romanzo Angeli e Demoni ha lo stesso protagonista, lo studioso di simbologia dell’Università di Harvard, Robert Langdon, e tratta di un complotto teso a distruggere il Vaticano durante lo svolgimento del Conclave per l’elezione di un nuovo Papa.

 

Ma le beffe di Angeli e Demoni, non sono tutte qui.

 

Vediamo e infatti riconfermate con questo testo, le tendenze di Dan Brown a considerare l’oggettività dei fatti storici con una certa libertà, interpretando e deformando a suo piacimento i fatti per adattarli alle sue teorie.

 

Ora, come insegna la migliore letteratura, non ci sarebbe niente di male se Dan Brown si accontentasse di rimanere nel dorato mondo del Fantasy, dove si sa, tutto è possibile.

 

E in tal caso sarebbe più che lecito arricchire di fantastiche attribuzioni i dati storici di base, trasformando le distorsioni in una specie di tributo all’indubbia capacità inventiva dell’autore.

 

Infatti sarebbe ampiamente consentito spaziare e divagare attraverso i fondamenti storicamente provati, con aggiunte personali e collegamenti di fantasia, per confezionare tutto sommato un prodotto letterario di qualità, avvincente e trascinante come un Mistery.

 

Ma invece Dan Brown vuole convincerci della fondatezza delle sue teorie fanta-storiche, attribuendo ad esse una profonda vericidità, nel tentativo di collocare le sue opere nella assai più ristrettiva categoria del Romanzo Storico.

 

Perché non restare allora nel mondo della fiction, senza tentare di conferire alle sue argomentazioni origini reali teoricamente confermate da fonti autorevoli? Perché pretendere di attribuire a se stesso dubbie competenze nell’ambito della ricerca storica? Forse non gli bastavano i successi editoriali e i record di incassi dal fronte dei diritti d’autore?

 

Sarebbe inutile citare le tantissime pagine che si sono scritte sull’argomento, rimandando per tutte alla lettura de, («Il Codice Da Vinci»: ma la storia è un’altra cosa), di Massimo Introvigne.

 

A Dan Brown evidentemente i successi editoriali sembravano sufficienti ad appagare il suo Ego, e allora si è dedicato a costruirsi una fama personale presso gli studiosi di storia dei movimenti magico-esoterici, tentando di spacciarsi per un ricercatore serio ed affidabile.

 

Questo atteggiamento che Dan Brown ha più volte assunto pubblicamente, peraltro sostenuto dalle disinvolte affermazioni riportate sul suo sito Web ufficiale, www.danbrown.com, ha richiamato l’attenzione del direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (www.cesnur.org), Massimo Introvigne, che in un articolo pubblicato sul numero di dicembre 2004 del National Geographic (cfr. M. Introvigne, «Illuminati tra mito e realtà», in National Geographic Italia, Grandangolo, vol.14 – n. 6, dicembre 2004) riprende e aggiorna i risultati delle sue ricerche riguardanti la storia e l’organizzazione delle correnti magiche dell’epoca moderna e contemporanea.

 

In netto contrasto con quanto allegramente teorizzato da Brown nel suo ultimo romanzo.

 

Come già detto fino  a che siamo sul piano della mera invenzione, o della fanta-storia, è perfettamente lecito sviluppare fantasiose ipotesi fondate su basi di partenza storicamente certe, per proseguire verso i lidi della fiction.

 

Ma quanto alla realtà storica, è tutta un’altra cosa.

 

Vediamo in breve,  per i non addetti ai lavori, quali sono i macroscopici errori della falsa ricostruzione di Dan Brown.

 

Torniamo al supposto attentato contro il Vaticano, che l’autore attribuisce all’opera di una «setta», quella degli Illuminati, le cui origini sarebbero antichissime e risalirebbero almeno al periodo rinascimentale.

 

Gli Illuminati, arruolando nelle loro fila importanti personaggi del mondo della cultura, dell’arte e della scienza, avrebbero combattuto da sempre la Chiesa cattolica in nome della scienza e della libertà.

 

Nella sua finzione letteraria poi l’autore addirittura inserisce tra le schiere di questa movimento esoterico, addirittura personaggi storici come Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), che sarebbe addirittura l’ignoto maestro della setta, Galileo Galilei (1564- 1642), Benvenuto Cellini (1500- 1571), Wolfgang Amadeus Mozart (1756- 1791) e Johann Wolfgang Goethe (1749-1832).

 

Le date e le diverse epoche di attribuzione parlano chiaro, soprattutto quando si evince che non è sostenibile l’idea per cui gli Illuminati siano un potente ordine la cui fondazione risale al Rinascimento.

 

Le minuziosi ricostruzioni storiche di Introvigne smentiscono le pretese di verità del romanziere americano su più fronti, identificando il movimento degli Illuminati come una espressione della cossidetta corrente calda del mondo legato alla massoneria, contraddistinta da un certo  interesse per la magia e l’occultismo, in contrapposizione con la corrente fredda, che invece ha origini più amtiche, risalendo fino al periodo razionalista, e alle espressioni massoniche ufficialmente note fin dall’epoca della Rivoluzione Francese.

 

E’ chiaro dunque che per quanto riguarda le origini dell’Ordine degli Illuminati, esse non  possono essere in alcun modo fatte risalire in date antecedenti alla fine del XVIII secolo. Ben lontane dunque dalla dorata epoca del Rinascimento in cui le colloca l’autore senza dubbio prolifico, ma forse non ben documentato, del Codice Da Vinci e del falso sequel Angeli e Demoni.

 

Per cui come dicevano gli antichi, a ognuno il suo.

 

Dan Brown avrebbe forse fatto meglio ad accontentarsi delle vette raggiunte con lo straordinario successo di pubblico e di critica, senza arrogarsi il diritto di attribuire a se stesso millantante capacità di Romanziere Storico e Competente Ricercatore.

 

Sabina Marchesi

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti