Augusto dos Anjos
Se l’astrologia rappresentasse per lui un concreto interesse, non saprei dirlo, ma la celebre “Psicologia di un vinto” non trascura, da parte sua, una possibile sorte avversa già scritta nel proprio firmamento (“Soffro…/l’ostile influsso dei segni zodiacali”). Augusto dos Anjos è un poeta brasiliano nato il 20 aprile del
Quella di dos Anjos è, certamente, una poesia che trascende, diretta, in una forma che cattura, talvolta persino risucchia, per trascinarci in un inferno del vivere oltre il quale si vanifica tutto, persino quell’ultimo possibile cinico distacco vaneggiato in un presunto istinto di sopravvivenza, ma da cui sorge sempre, rinvigorita, rinnovata poesia.
VERSOS ÍNTIMOS
Vês?! Ninguém assistiu ao formidável
Enterro de tua última quimera.
Somente a Ingratidão — esta pantera —
Foi tua companheira inseparável!
Acostuma-te à lama que te espera!
O Homem, que, nesta terra miserável,
Mora, entre feras, sente inevitável
Necessidade de também ser fera.
Toma um fósforo. Acende teu cigarro!
O beijo, amigo, é a véspera do escarro,
A mão que afaga é a mesma que apedreja.
Se a alguém causa inda pena a tua chaga,
Apedreja essa mão vil que te afaga,
Escarra nessa boca que te beija!
VERSI INTIMI
Vedi?! Nessuno assistette alla tremenda
sepoltura della tua ultima chimera.
Soltanto l’ingratitudine – questa pantera –
fu la tua inseparabile compagna!
Abituati al fango che ti aspetta!
L’uomo, che, nella miserabile terra,
tra le belve dimora, ineluttabile sente
l’esigenza di essere altresì fiera.
Prendi un fiammifero. Accendi la tua sigaretta!
Il bacio, amico, è la vigilia di un insulto,
la mano che carezza è la stessa che si scaglia.
Se qualcuno si dà tuttavia pena per la tua piaga,
lapida quella vil mano che ti carezza,
sputa in quella bocca che ti bacia!
Psicologia de um vencido
Eu, filho do carbono e do amoníaco,
Monstro de escuridão e rutilância,
Sofro, desde a epigênesis da infância,
A influência má dos signos do zodíaco.
Profundíssimamente hipocondríaco,
Este ambiente me causa repugnância…
Sobe-me à boca uma ânsia análoga à ânsia
Que se escapa da boca de um cardíaco.
Já o verme — este operário das ruínas —
Que o sangue podre das carnificinas
Come, e à vida em geral declara guerra,
Anda a espreitar meus olhos para roê-los,
E há-de deixar-me apenas os cabelos,
Na frialdade inorgânica da terra!
Psicologia di un vinto
Io, figlio del carbonio e dell’ammonio,
mostro di oscurità e di rutilanza,
soffro, fin dall’epigenesi d’infanzia,
l’ostile influsso dei segni zodiacali.
Profondissimamente ipocondriaco,
quest’ambiente mi dà ripugnanza…
sale nella bocca un’ansia come quella
sfuggita dalle labbra di un cardiopatico
Di già il verme – quest’operaio di rovine –
che il marcio sangue di carneficine
mangia, e alla vita è solito far guerra,
va! Spia i miei occhi per roderli,
e da lasciarmi ha appena i capelli,
nell’inorganico distacco nella terra!
A aeronave
Cindindo a vastidão do Azul profundo,
Sulcando o espaço, devassando a terra,
A aeronave que um mistério encerra
Vai pelo espaço acompanhando o mundo.
E na esteira sem fim da azúlea esfera
Ei-la embalada n’amplidão dos ares,
Fitando o abismo sepulcral dos mares,
Vencendo o azul que ante si s’erguera.
Voa, se eleva em busca do infinito,
É como um despertar de estranho mito,
Auroreando a humana consciência.
Cheia da luz do cintilar de um astro,
Deixa ver na fulgência do seu rastro
A trajetória augusta da Ciência.
L’aeromobile
Spartendo vastità di profondo azzurro,
solcando lo spazio, riscoprendo la terra,
il velivolo che un mistero rinchiude
va nel firmamento conducendo il mondo.
E nell’infinita scia dell’azzurrina sfera
resta sedotto sopra estensioni di are,
fissando il sepolcrale abisso dei mari,
vincendo l’azzurro che dinanzi s’eleva.
Vola, s’innalza in cerca di un infinito,
è come il destarsi di uno strano mito,
albeggiando nell’umana conoscenza.
Pieno della sfavillante luce dell’astro,
nello splendore del suo erpice affiora
la scienza in una maestosa traiettoria .
A esperança
A Esperança não murcha, ela não cansa,
Também como ela não sucumbe a Crença.
Vão-se sonhos nas asas da Descrença,
Voltam sonhos nas asas da Esperança.
Muita gente infeliz assim não pensa;
No entanto o mundo é uma ilusão completa,
E não é a Esperança por sentença
Este laço que ao mundo nos manieta?
Mocidade, portanto, ergue o teu grito,
Sirva-te a crença de fanal bendito,
Salve-te a glória no futuro – avança!
E eu, que vivo atrelado ao desalento,
Também espero o fim do meu tormento,
Na voz da morte a me bradar: descansa!
La speranza
La speranza non appassisce, non stanca,
come lei altresì la fede mai soccombe.
Scettici sogni alati vanno via,
tornano nel volo della speranza.
Molte persone infelici non lo pensano;
intanto il mondo è una piena illusione,
e non è la speranza, per sentenza,
il vincolo che al mondo ci lega?
Giovinezza, dunque, innalza il tuo grido,
serviti pure la fede del lume benedetto,
preservati la gloria nel futuro – avanza!
E io, che vivo trainato nello sconforto,
auspico anche la fine del mio tormento,
la voce della morte sbraitare: riposa!
A dança da psiquê
A dança dos encéfalos acesos
Começa. A carne é fogo. A alma arde. A espaços
As cabeças, as mãos, os pés e os braços
Tombara, cedendo à ação de ignotos pesos!
É então que a vaga dos instintos presos
— Mãe de esterilidades e cansaços —
Atira os pensamentos mais devassos
Contra os ossos cranianos indefesos.
Subitamente a cerebral coréa
Pára. O cosmos sintético da Idéa
Surge. Emoções extraordinárias sinto…
Arranco do meu crânio as nebulosas.
E acho um feixe de forças prodigiosas
Sustentando dois monstros: a alma e o instinto!
La danza di psiche
La danza degli encefali eccitati
comincia. La carne è fuoco. L’anima arde. Ogni tanto
la testa, le mani, i piedi e le braccia
cadono, cedendo all’azione d’ignoti pesi.
E’ allora che l’ondata d’istinti imprigionati
– madri di sterilità e spossatezza –
attiva i pensieri più depravati
contro indifesi ossi del cranio
Immediatamente la corteccia celebrale
si blocca. Il sintetico cosmo dell’idea
sorge. Straordinarie emozioni sento…
Libero dal mio cranio le nebulose.
E trovo un fascio di prodigiose forze
sostentando due mostri: l’anima e l’istinto!
A lágrima
– Faça-me o obséquio de trazer reunidos
Cloreto de sódio, água e albumina…
Ah! Basta isto, porque isto é que origina
A lágrima de todos os vencidos!
-“A farmacologia e a medicina
Com a relatividade dos sentidos
Desconhecem os mil desconhecidos
Segredos dessa secreção divina”
– O farmacêutico me obtemperou. –
Vem-me então à lembrança o pai Yoyô
Na ânsia física da última eficácia…
E logo a lágrima em meus olhos cai.
Ah! Vale mais lembrar-me eu de meu Pai
Do que todas as drogas da farmácia!
La lacrima
Mi faccia il favore di portare insieme
cloruro di sodio, acqua e albumina…
Ah! Basta questo, poiché è quel che crea
la lacrima di tutti i vinti!
“La farmacologia e la medicina
con la relatività dei sensi
disconoscono i mille sconosciuti
segreti della divina secrezione”
– Annuì con me il farmacista –
mi viene allora il ricordo di papà Yoyô
nell’ansia fisica dell’ultima efficienza…
E cade quindi una lacrima nei miei occhi.
Ah! Vale più il ricordo di mio padre
che tutte le droghe della farmacia!
(Traduzioni di Enrico Pietrangeli – diritti depositati – 2004)
Enrico Pietrangeli