"Tutto il tempo di questo mondo"
(Una riflessione)
Ore 16.15
Tazze. Una tovaglia bianca e dietro una signora d’altri tempi. Con occhi grandi e burrosi.
D: Che cosa vuol dire scrivere?
R: Scrivere non vuol dire assolutamente nulla.
Vivere, bisogna prima chiedersi che cosa significa vivere!
D: Va bene, che significa vivere?
R: Vivere significa che hai la forza per camminare, una forza che trovi e che ti muove.
Non si tratta soltanto di un qualcosa di fisico, chimico, è un coraggio che ti viene da dentro. Una scintilla che ti impedisce di fare di te stesso qualcuno che solo "va avanti".
Quando scrivi, in mano, tieni la stessa scintilla. Scrivere è vivere.
D: Scrivere è vivere….
R: Scrivere senza meta, senza scopo, per un editore, per rilassarsi, per piangere, per lavoro, per giocare, per imparare…. Scrivere!
D: Lei scrive da tempo?
R: Sì, da bambina avevo un diario. Da ragazza pensavo lettere e biglietti per il mio amore. Da sposa rilegavo storie per i miei figli e i compiti dei ragazzi a scuola. Da donna scherzavo ad aver capito il mondo. Ora, vecchia, guardo le parole e le sorveglio.
D: Sorveglia le parole? Cioè?
R: A settant’anni si scrive poco, ma si sa abbastanza di loro. Del male e del bene che fanno.
Si sa molto anche del crearle, le parole. Del gesto d’arte che le provoca e le costringe a raccontare. Il fare storie.
Ne ho così tante addosso, che il mio cuore deve stare sotto controllo.
Quando si scrive ci si emoziona.
D: E’ sempre stato così, scrivere come emozione?
R: Scrivere è un prolungamento. Si crea ogni volta uno specchio, in un modo o nell’altro metti sempre di te. Anche quando parli di terzi, quello che è lì davanti è il tuo sguardo.
Ed è sempre emozionante scoprirsi, mostrarsi a se stessi.
A volte si scrivono cose che non si sapevano di avere.
E’ l’emozione dell’avventura.
D: Perchè scrive ora?
R: Ora scrivo per vedere che fare di me. Scrivo, perché sono egoista, perché in questo modo mi sembra di avere tutto il tempo di questo mondo.
E’ una strategia per riappropriarmi di ciò che ho fatto. Un prendere all’esistenza che ho condotto. Un rubare a me stessa. Come saccheggiare i miei pensieri alla ricerca di qualcosa che ho nascosto. E’ esattamente come scendere in miniera: ho vissuto così tanto, eppure qualcosa è rimasto inesplorato.
(Pausa) Ma scrivo anche per vedere se i conti tornano. Mi trovo ad un punto in cui il passato è la mia vita e il futuro il presente.
Devo trovare il filo che unisce il tempo, e lo devo trovare perché io possa sapere se ho avuto ed ho un senso.
D: Il tempo, il tema delle Sue ultime poesie.
R: Sì, da vecchia rimbambita, adesso, è questo quello di cui voglio scrivere e parlare.
Il tempo che non è mai lo stesso, bugiardo e sberleffo.
Il tempo che passa per la mia testa e sui miei capelli.
Una volta pensavo che ci dovesse essere un tempo per ogni momento di vita, ora so che tutto è un fluire e mi sembra che la vecchiaia sia la mia infanzia.
D: Assomiglia ad una specie di ruota….
R: (Ride, mentre si toglie un orecchino) Un cerchio perfetto.
Il più prosaico dei cerchi, ecco quello che è la mia vita.
Francesca è una maestra in pensione. Ha scritto a lungo. Ha scritto tanto e tanti l’hanno letta, nella sua città.
Si definisce vecchia. "V-E-C-C-H-I-A", come lo pronuncia lei stessa, con quella calma e quella lentezza paradossali se messe a confronto con i suoi pensieri.
Ha cominciato scrivendo per se stessa. Finirà, allo stesso modo.
"Quello che c’è in mezzo, si troverà".
Esperienze di Scrittura 4:
Elisa Rocchi