LO DEV ALM
Daniele Pagliero nato a torino il 14 ottobre 1975, esordisce come musicista nella scena indipendente della sua città intorno al 1993 con progetti musicali volti all’improvvisazione noise situazionista come "down" e "switch off" e alle sperimentazioni elettronico industriali degli "whip".
nello stesso periodo studia piano jazz e si dedica all’attività di fonico di gruppi quali "larsen" e "daniele brusaschetto" con i quali realizza progetti paralleli e collabora creativamente alle varie produzioni. Nel 1998 inizia l’attività da solista dando vita a "lo dev alm", dedicandosi unicamente alla musica elettronica, e nel 2000 pubblica "eye/mouth ep" che contiene un estratto dei primi lavori realizzati in questi due anni. Oltre all’attività solista affianca nuove collaborazioni nell’area della musica improvvisata "non convenzionale", partecipa alla Biennale di Venezia del 1999 esibendosi con la "Setola di maiale unit" ed entra a far parte del progetto "gbur". Sono questi i primi lavori nei quali inizia ad usare l’elettronica all’interno di improvvisazioni musicali. La prerogativa di Daniele Pagliero è quella della contaminazione di generi e sonorità, la scarnificazione della musica in ritmi minimali e volutamente ripetitivi, come per rappresentare il flusso alienante di informazioni alle quali si è sottoposti in modo più o meno consapevole. Le "macchine" sono infatti il suo strumento, rendendo possibile la mutazione dei suoni che ci circondano. La voce dei media, il brusio degli ambienti, le interferenze radiofoniche perdono quindi il loro realismo quotidiano per entrare a far parte di un nuovo contesto, onirico e visionario, una ipotetica colonna sonora dell’inquietudine causata dalla vita convenzionale.
Davide
Daniele
Si, è vero, da un certo punto di vista la mia musica si è ammorbidita in questi ultimi anni, almeno per quanto riguarda le composizioni da solista.
Ho suonato per anni grind-core, gridando come un disperato, ora mi sento più calmo, tecnicamente sono passato dalla distorsione al down-sampling, già su eye/mouth stavo cercando di muovermi in questa direzione, pezzo dopo pezzo mi sto avvicinando sempre di più a ciò che voglio realizzare.
la ritmicità è l’aspetto della musica che mi interessa di più, cerco di spingermi al limite delle mie possibilità per trovare nuovi incastri, continuo comunque ad essere ripetitivo, una volta trovata la giusta alchimia mi piace farla suonare per ore, non ho molto l’attitudine "glitch" – poi molto spesso smette di piacermi e la cancello.
Davide
Cosa vuol dire Lo Dev Alm? Mi pare che è stato soprattutto a cominciare dai Front Line Assembly che sono nati i cosiddetti side project, ossia un darsi diversi nomi secondo altri progetti con o senza collaborazioni. Penso a Fabrizio Modonese, per es., che secondo diversi progetti, ognuno con una sua connotazione particolare e una sua propria continuità, si chiama ora Blind Cave Salamander, "r", Gullinkambi, etc. E tu? Ci sono altri nomi sotto i quali ascoltare la tua musica?
Daniele
Lo dev alm significa "low device alarm", era un segnale che compariva sui macchinari della fabbrica dove lavoravo quando ho iniziato a comporre musica da solista.
A volte mi sento un po’ appiccicato a questo nome… spesso viene scambiato per il mio nome d’arte, e lo trovo un po’ ridicolo…lo dev alm è il contenitore delle mie produzioni più "industrial", per esempio, ora sto lavorando su di un nuovo disco che uscirà come Daniele Pagliero.
Magari in futuro produrrò ancora musica per quel progetto, ma ora mi sta un po’ stretto…
Davide
Normalmente si comincia col suonare un qualche strumento, diciamo, ortodosso. Cosa suonavi (e cosa suoni ancora) prima di approdare all’elettronica, computer e software… Come, con quale musica ti sei avvicinato alla… musica? Come sei approdato all’elettronica, attraverso quali muse? Quanto ha influito lo studio del jazz e cosa del jazz si può rintracciare nella tua musica, oltre all’arte dell’improvvisazione, che pure richiede una sua anche più difficile disciplina musicale rispetto alla composizione?
Daniele
Be’ ho suonato un po’ di tutto, ho iniziato con l’organo elettrico alla elementari, ma non avevo mai voglia di studiare, idem per la chitarra a tredici anni, il basso non l’ho mai studiato ed è lo strumento che ho suonato di più, ho iniziato ad usare un juno-60 intorno ai quindici anni, ho sempre picchiato sui tamburi, ho studiato per tre anni pianoforte, ora sto tentando di emettere suoni con un clarinetto made in china, mi piacciono le sonorità degli strumenti etnici africani.
Comunque sono troppo punk-oriented per saper suonare uno strumento…
Ho iniziato a fare musica elettronica con un campionatore, il juno e una drum machine alesis, con gli anni ho provato quasi tutti gli strumenti comparsi sulle copertine di futuremusic, con ripercussioni sul mio portafogli abbastanza pesanti.
Il mio strumento elettronico preferito rimane l’A-3000 della yamaha, solo ultimamente ho rimpiazzato i campionatori con un laptop, più per questioni di spazio che per attrazione del mezzo, anzi resto dell’idea che i computer non abbiano ancora raggiunto la qualità delle "macchine di una volta", nonostante diano la possibilità di fare più cose, ma comunque è solo una questione di spazio.
Ho sempre ascoltato tutti i tipi di musica, dai Duran Duran a Xenakis, non saprei indicare un artista o un gruppo preferito, durante l’adolescenza nacked city, godflesh e nine inch nails hanno sicuramente "formato" la mia attitudine al suonare e credo di essere stato fortunato.
Il jazz mi è servito unicamente a prendere confidenza con le tastiere, non sono mai stato in grado di suonare gli standard, piuttosto una certa cultura musicale mi ha aiutato a capire come interagire con gli altri musicisti, ad ascoltare e reagire agli impulsi, e questo per me è jazz.
Davide
La scena elettronica underground a Torino è davvero molto interessante, fitta di progetti, artisti: Sandblasting, Ashtool, Larsen, Fabio Modonese, Paul Beauchamp e tanti altri. Molti solisti, dunque. E tuttavia collaborate molto tra di voi, mi pare, e non solo a livello cittadino o nazionale, ma anche con artisti internazionali, se ve n’è l’occasione. C’è un bel senso di appartenenza artistica (e sicuramente anche "umana", di amicizia) e di apertura, voglia di incontrarsi e sperimentarsi in nuove possibili alchimie sonore, una disponibilità creativa che non c’è per la maggior parte degli altri generi musicali, come quelli suonati dal classico gruppo pop-rock e dintorni. Invece, chi non conoscesse le cose dal vero, penserebbe al contrario che, in questo modo di fare elettronica con le macchine e il computer, vi sia molto "solipsismo", solitudine creativa e introversione. Il che dev’essere poi anche vero in parte. E nel tuo caso? Con chi pensi di aver fatto le cose migliori, con chi ti piacerebbe o hai in cantiere di fare qualcosa?
Daniele
Sono felice per tutte le collaborazioni alle quali ho partecipato.
Tutti i progetti che hai citato mi piacciono, ho quasi tutti i loro dischi, ho suonato con quasi tutti, tengo una lista come la protagonista di kill bill e depenno quelli che ho già campionato.
A mio parere è vitale per un musicista conoscere altra gente, confrontarsi e sperimentare.
Al momento sto facendo delle registrazioni con Daniele Brusaschetto ed ho un disco quasi pronto di field recordings con Stefano Giust per Setola di maiale.
Davide
La tua musica è quasi completamente strumentale. Non ti manca mai la dimensione verbale e orale, parole, canto, voce… ? In ambito elettronico, come intendi una tua "poetica" della voce umana?
Daniele
Al momento non sono interessato, in passato ho cantato e scritto testi.
Ora preferisco creare musica e basta, trovo persino superfluo scrivere i titoli dei pezzi.
Non vorrei essere frainteso, mi interessa molto contestualizzare la mia musica, ma lo trovo sempre più difficile, quando suono il mio pensiero è sempre più astratto, e mi è sempre più difficile trovare le parole giuste per descriverlo.
Le parole che ho scritto per whip, scumcide e il primo periodo di Lo Dev Alm, toccavano il punto, ma non approfondivano, lasciavano in sospeso o davano semplicemente una descrizione di una determinata situazione.
"Approfondire" verbalmente non è la mia forma d’arte, quindi ora mi dedico solo alla musica.
C’è molta tua musica in mp3 che si può scaricare dal tuo sito www.lodevalm.net Due parole su produzione/auto-produzione e distribuzione dei tuoi lavori. Come reperirli, oltre che dal tuo sito? Ci sono ancora copie disponibili del cd "di ferro" (Zzz records, un cd coi nomi migliori dell’elettronica nostrana fatto in pesante ferro "tagliente" e bello pesante, il cui brano d’apertura è proprio di Lo Dev Alm). E’ tra l’altro in sé un oggetto divenuto già di culto e penso che molti lo stiano ormai cercando invano. Fabrizio Modonese e Paul Beauchamp ne hanno fatto uno l’autunno scorso invece di bellissimo rame. En passant, a quale metallo tu ti senti più affine?
Daniele
Sono assolutamente favorevole alla libera circolazione del sapere e dell’espressione artistica, la mia produzione è quasi completamente disponibile in formato mp3 proprio per questo motivo.
I miei titoli sono anche in vendita tramite il sito, ed è la mia unica forma di distribuzione.
Il reated prozzzect è uno dei più bei dischi sui quali ho avuto l’opportunità di comparire, nonostante la sacralità, nemmeno io ne possiedo più uno.
Sicuramente il mercurio è cancerogeno ed è l’unico metallo della tavola periodica a trovarsi allo stato liquido a temperatura ambiente.
Insomma, anticonvenzionale e nocivo…detto questo credo sia abbastanza difficile usarlo per fare un packaging.
Davide
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione? Avendo ogni mezzo possibile dalla tua, cosa faresti? Insomma, il tuo sogno nel cassetto e il massimo ideale artistico da perseguire?
Daniele
Mi piacerebbe avere un fine "ultimo" ma non riesco proprio ad immaginarlo, sono un uomo comune, mi considero un musicista, non sono un genio e neanche sogno di esserlo.
Poter continuare a fare quello che faccio mi è più che sufficiente, vivere con aspettative più grandi di quello che si può ottenere crea solo frustrazione.
Davide
Anticipazioni sul tuo lavoro?
Daniele
Sto lavorando ad un disco nuovo che uscirà come Daniele Pagliero, sto collaborando con i Frammenti e in primavera inizieremo a fare date.
"Il mangiacranio" con stefano giust uscirà per setola di maiale in primavera.
Davide
Solitamente finisco chiedendo: la domanda che non ti ho fatto? Questo volta mi va di rovesciare i ruoli. Vuoi farmi una domanda? Ciao e grazie.
Daniele
Mi hai posto ottime domande. Da dove ti è venuta l’idea di fare interviste?
Grazie mille e a presto!
Davide
Intervista a Daniele Pagliero
La tua elettronica è fondamentalmente basata sui suoni percussivi, o frammenti sonori minimali reiterati che acquiscono una valenza ritmica e percussiva. Ascoltando i tuoi ultimi lavori del 2004, rispetto a più "duri" esordi, le tue sonorità percussive sembrano ora più lievi, riuscendo ad essere perfino "carezzevoli", intimistiche, quasi Autechre. E’ un risultato molto interessante, riuscire a produrre musica percussiva e reiterata e allo stesso tempo eterea, rarefatta. Di solito, si associa la percussione a qualcosa di denso, forte, pesante, incalzante… E’ strano, ascoltare qualcosa di così ritmico o poliritmico che sia anche in un certo senso ambientale, rilassante. Hai una sorta di tuo programma artistico? Su quali linee concettuali hai lavorato finora e su quali stai ora lavorando?
Davide
Dal piacere di ficcare il naso dappertutto, saperne di più, se possibile dare un contributo là dove nei miei passati anni di musica intorno a me incontravo spesso e volentieri solo una desolata landa. Grazie a te, à suivre.
Davide Riccio