Baldini CastoldiDalai Editore
Narrativa romanzo
Collana ClassiciTascabili
Pagg. 700
ISBN 8788860736629
Prezzo € 10,90
I Viceré è indubbiamente il romanzo piùfamoso di Federico De Roberto, un’opera piuttosto corposa che a stento edeufemisticamente può rientrare in una collana di tascabili. Considerato da nonpochi critici un autentico capolavoro (Sciascia addirittura scrive che dopoI Promessi Sposi è il più grande romanzo che conti la letteratura italiana),ma in un certo qual modo stroncato da Benedetto Croce (Il libro di DeRoberto è prova di laboriosità, di cultura e anche di abilità nel maneggiodella penna, ma è un’opera pesante, che non illumina l’intelletto come non famai battere il cuore) è in effetti un romanzo complesso, anchestrutturalmente, e presenta luci e ombre, di cui tuttavia le seconde non neintaccano l’intrinseca valenza.
E il valore è indubitabile, perché IViceré, nel descrivere le vicende dei numerosi componenti della nobilefamiglia siciliana Uzeda, finisce con l’essere la devastante biografia di unanazione, un’immagine impietosa di ciò che siamo noi italiani, con unanarrazione impregnata da una forte vena critica e ironica.
La storia in effetti è costituita dallavittoria, in apparenza, della rivoluzione patriottica siciliana e dal suopratico insuccesso, con un esito quindi impietoso e deludente di tutto ilprocesso risorgimentale, perché le risultanze siciliane vengono di fatto esteseall’intero paese. In questo senso De Roberto è stato un’analista del fenomenonon solo attento a tutti i suoi risvolti, ma anche profetico, come infattisembrerebbe testimoniare l’attuale situazione italiana, di Stato di forma, manon di sostanza.
Per quanto ovvio balza subito alla mente unaltro capolavoro, quel Gattopardo pur esso in grado di anticiparesituazioni successive, ma scritto molto tempo dopo I viceré ed è quindilogico supporre fosse stato letto e in un certo qual senso preso a spunto e adesempio da Tomasi di Lampedusa.
Dice bene Matteo Collura quando scrive che”Nel cospicuo contributo dato dagli scrittori siciliani alla modernaletteratura italiana, s’impone un dato costante: la delusione per la mancatarivoluzione promessa dal Risorgimento, il fallimento delle speranze deimeridionali nel compiersi dell’Unità d’Italia. Viene da lì gran parte dei maliche continuano ad affliggere questo Paese, la scarsa autorevolezza dello Stato,le divisioni e incomprensioni tra regioni del Nord e regioni del Sud e,propriamente oggi, il rischio dello scardinamento dell’unità nazionale.“.
Indubbiamente, basterebbe solo questavisione profetica per classificare I Viceré come un capolavoro, ma c’èdell’altro, quali la caratterizzazione dei personaggi, invero troppi, maprecisa e rappresentativa di modi d’essere e pensare, l’atmosfera quasi irrealedi un corpo in decomposizione pronto però a trasmigrare in un altro, fermorestando l’obiettivo di conservare le proprie prerogative. Negli Uzeda c’ètutta una famiglia stranamente attuale, con vizi, furberie, astuzie,cialtronerie e perciò senza cuore. De Roberto non ha pietà per questipersonaggi, ma non travalica mai il limite sottile fra avversione e odio, quasida spettatore e cronista di fatti che avverte come emblemi di una realtà benpiù grande.
Benedetto Croce non ha quindi compresol’effettivo significato dell’opera, soprattutto quando dice che non illuminal’intelletto, forse perché aborre l’idea che quello stato di cui fa parte è unastruttura altamente imperfetta che deriva dal fallimento delle ideerisorgimentali, pregevoli, eccellenti nelle intenzioni, scomparse nellarealizzazione.
L’opera è invece indubbiamente pesante,troppo lunga, e caratterizzata da un ritmo lento che induce a frequenti sostedurante la lettura, difetto che tuttavia incide in modo trascurabilesull’effettivo rilevante valore.
Da leggere, senza dubbio.
Federico De Roberto (Napoli, 16gennaio 1861 – Catania, 26 luglio 1927).
Opere (romanzi e raccolte di racconti):
– La Sorte(1887);
– DocumentiUmani (1888);
– ErmannoRaeli (1889);
– Processiverbali (1890);
– L’alberodella scienza (1890);
– L’illusione(1891);
– IViceré (1894);
– Spasimo(1897);
– Lamessa di nozze (1911);
– Imperio,uscito postumo.