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Grazie signora Thatcher

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Grazie Signora Thatcher

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G.B., 1997
Regia:
Mark Herman
Interpreti:
Pete Postlethwaite, Ewan McGregor, Tara Fitzgerald
Sceneggiatura:
Mark Herman
Fotografia:
Andy Collins
Produzione:
Steve Abbot
Distribuzione:
Bim
Durata:
1h e 45′
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Avete mai pensato a cosa accade dietro la pacifica facciata di una banda musicale? Ciò che ci interessa realmente è l’armonia e la perfetta esecuzione di un brano musicale. Nient’altro! Non ci interessa se ci sono problemi: solo che la musica sia perfetta!
Guardando in profondità, dietro gli strumenti d’ottone, le uniformi ben stirate, lo spirito di gruppo esiste la terribile minaccia della disoccupazione, conseguenza della politica economica della Signora Thatcher durante 12 anni di governo conservatore.
Stiamo parlando di "Grazie, Signora Thatcher" ambientato nella piccola cittadina di Grimley, la cui ricchezza si basa sulla vita di una delle tante famose miniere di carbone che si trovano in Inghilterra.
Siamo negli anni ottanta, quando il carbone aveva ormai perso valore e veniva sostituito da altre risorse energetiche. Conseguenza di tutto questo era stata la chiusura di numerose miniere. Nessuna protesta, nessuna donna o bambino, nessun rapporto dettagliato avrebbero impedito che le miniere venissero chiuse.
Così accade alla miniera di Grimley. Non c’è speranza di evitare la catastrofe, nonostante questi uomini abbiamo dato tutto alla miniera, anche la loro salute quando la polvere di carbone si deposita nei polmoni finché non permette più di respirare.
Il titolo inglese fa sfoggio di un gioco di parole, quello che inglese viene definito "pun", per cui "Brassed off" indica stufo, stanco, averne fin sopra la cima dei capelli, ma "brass" è anche l’ottone che compone gli strumenti musicali della banda. Ritornando alla storia, tutti gli uomini lavorarono in questa miniera e suonano in questa banda che partecipa insieme ai gruppi musicali delle altre miniere nel concorso indetto dalla gloriosa Royal Albert Hall, vince il primo premio, la prestigiosa coppa, il favore del pubblico e si riscatta almeno moralmente grazie alla trascinante passione del loro direttore d’orchestra.
In complesso direi un bel film da vedere e su cui rifletterci su, con una sceneggiatura caratterizzata dalla mancanza di effetti speciali, star hollywoodiane e di grandi investimenti di denaro. Il doppiaggio non è dei migliori e la scenografia è abbastanza scarna, Siamo in una zona industriale completamente deturpata dallo sfruttamento del carbone.
Ciò che veramente ci colpisce comunque è l’umanità, la veridicità e la sincerità di ciascun personaggio che acquista valenze umanitarie internazionali. E’ vero che esistono dei momenti melodrammatici, con la storia della bella, brava e intelligente che ritorna e si innamora del triste, affaticato e giovane minatore, ma si sa bisogna attirare la massa del pubblico. Ma il vero dramma esiste e la scelta si riconduce ad accettare l’indennità o a sperare di continuare a lavorare.
Sono un gruppo compatto ma i loro problemi sono diversi. La banda è l’unico modo per ottenere il riscatto personale e pubblico. Ciò che è triste è che sono più apprezzati come musicisti, che come onesti lavoratori.
E’ una lezione molto interessante quella che il regista ci dà di un mondo inglese lontano dai continui scandali e dalla famiglia reale e dal mondo finanziario e dai suoi successi economici.
Ciò che lo rende un piccolo capolavoro è la giusta dimensione che hanno le cose e le persone nella storia, senza sbavature e senza andare oltre i limiti e senza alcun tipo di estremismo.


Beatrice Di Venosa

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