I due marmocchi sembrano cotti a bagnomaria e, spaparazzati per ridurre al minimo il contatto dei loro arti con il loro corpo, sembrano gelati alla crema spiaccicati sul marciapiede, che lentamente si sciolgono al sole.
La moglie che è al mio fianco non è da meno. Dopo aver stabilizzato l’autoradio, che mi dovrebbe tenere compagnia, sulla musica più insopportabile e paragonabile a rumore più che a una melodia, dopo aver ridotto ai minimi termini i suoi succinti abiti, non per aumentare il mio stato di eccitazione ma solo per avere più superficie esposta all’aria proveniente dei finestrini aperti (almeno così non sento l’obbrobrio che esce dalle casse della autoradio) si è assopita e si risveglia unicamente per lamentarsi o della troppa aria o del troppo caldo o della eccessiva arsura, come se io potessi farci qualcosa.
Ho lavorato per undici mesi, nove ore al giorno per sei giorni la settimana, mi sono comprato una macchina con l’aria condizionata che non posso utilizzare perché troppo refrigerante, ho rinunciato alle partite alla domenica e ai week-end sulla neve per ridurmi come un beduino nel Sahara per andare in una fottutissima spiaggia a scottarmi il primo giorno e a ripulire i bambini dalla sabbia per i restanti ventinove!
Sono le ferie, le tanto agognate ferie che si ridurranno ad un tour de force per accontentare la voglia di sole della moglie e l’infinita voglia di disubbidire dei figli. Come al solito riuscirò a trovare qualche minuto solo per me alla mattina quando i bambini non avranno ancora ripreso tutte le funzioni vitali e la moglie si goderà il meritato riposo di una notte dedicata al divertimento (suo). Quei pochi minuti che vanno dall’alba alle prime ore del mattino: tanto sono abituato ad alzarmi presto per andare a lavorare, almeno questa volta lo farò per me.
Non vedo già l’ora che sia il primo di settembre, quando rinizierò a viaggiare e rinizierò ad aspettare con impazienza il primo di agosto.
Se scopro chi ha inventato questa fottutissima abitudine di lavorare tutto l’anno per poi andare in vacanza (?) in agosto, gli faccio tornare la voce bianca!
Primo agosto 2000
È il primo agosto del nuovo millennio e, come se qualche legge divina me lo avesse ordinato, sono in macchina sotto il sole cocente. Due marmocchi sul sedile posteriore e una donna al fianco.
Spalla