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Il Segreto del mio Successo…?

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Il Segreto del mio Successo…?

Iniziamo con una breve e doverosa premessa: questo saggio, dal pretenzioso titolo, si presenta come una teoria basata su considerazioni maturate nel corso degli anni e attraverso la pratica concreta . Come teoria, tanto per citare il libro del Brunetti – Airoldi – Coda, essa è una rappresentazione semplificata di un oggetto di conoscenza, rappresentazione basata anche sulla cultura e sulla interpretazione di chi la presenta, cioè il sottoscritto: su queste basi, in primo luogo essa va presa con cognizione di causa, lungi dall’essere una ricetta per guadagnare in fretta e così via; in secondo luogo, come semplificazione è lungi dall’essere perfetta e non pretende di dare giudizi assoluti . In linea di massima, però, può essere considerata come uno strumento interessante di confronto e analisi, e come tale spero che risulti utile a qualcheduno, se non altro per sviluppare eventuali dibattiti che andranno ad integrare l’analisi stessa.
Rappresentazione di un oggetto di conoscenza, dicevamo…E quale oggetto di conoscenza risulta più intrigante del successo ? Iniziamo la nostra analisi con alcune ipotesi lavorative di partenza :

  • Per successo intendiamo in questa teoria la fama, la gloria e le eventuali conseguenze monetarie (rimunerazioni in denaro di vario tipo) conseguiti in ambito di intrattenimento: come già detto, non ha rilevanza per la nostra teoria creare condizioni e regole di guadagno, che comunque possono si sussistere. Inoltre, esula dalla nostra analisi l’interpretazione di analoghi fenomeni conseguiti in un ambito lavorativo propriamente detto, sebbene può essere interessante osservare eventuali implicazioni di questa teoria in suddetti ambiti. Faremo particolarmente attenzione ai due settori che appaiono più facilmente accessibili al pubblico, cioè musica e scrittura.
  • Ipotesi di base del modello è che la persona o il gruppo di persone a cui ci rivolgiamo sia in possesso degli strumenti e delle conoscenze tecniche necessarie per realizzare praticamente i loro scopi: esempi tipici sono la conoscenza del canto, di uno strumento musicale, del ballo, e così via.
  • Altra ipotesi fondamentale: si deve avere un occhio vigile sulla realtà, sulla cultura vigente, su " ciò che piace "- o almeno avere chi lo fa per noi – anche avvalendosi degli apporti di più materie come sociologia, psicologia, ecc.
  • In questa teoria ci si basa sul mercato italiano . E’ possibile avvalersi di questa teoria anche in contesti internazionali con le dovute precisazioni; tuttavia noi ci limiteremo, in nome di più facile applicazione, ad un contesto nazionale.
  • Non vengono prese in considerazione o sono trattate brevemente per semplificazione teorica parti importanti relative alla pubblicazione delle opere: rapporto con discografici, case di produzione, ecc. Ovviamente, l’analisi di questi aspetti è molto importante, e si rimanda a trattazioni relative.
  • Per quanto riguarda il rapporto valore artistico – successo dell’opera, rimando alle appendici relative al saggio: si tenga comunque presente fin dall’inizio che, sebbene si intenda ottenere il successo attraverso attività artistica, generalmente non ci importerà del valore artistico effettivo dell’opera.
  • La nostra analisi sarà amorale (si noti l’utilizzo di questo termine al posto dell’improprio in questo contesto "immorale"): non ci preoccupiamo di dare giudizi morali sulla religiosità, sulla sessualità e quant’altro farà parte della nostra analisi. Eventuali critiche in relazione ad un’interpretazione in chiave morale di quest’opera verranno ignorate, in quanto è improprio dare una valutazione morale in un contesto amorale.
  • Divideremo la nostra analisi in due ottiche: quella di breve periodo e quella di lungo periodo.


    Ottica di breve periodo


    In questa parte prenderemo in considerazione quelli che definiremo come exploit, ovvero il successo acquisito da un individuo o da un gruppo in un lasso di tempo breve – volontariamente o meno – e con eventuali ripetizioni a lunga distanza, non necessariamente correlate e non necessariamente nel medesimo ambito artistico. Approfondiremo nella parte successiva i meccanismi di mantenimento del successo, per ora limitiamoci a considerare alcuni esempi che rientrano in questa categoria:

  • Opere di successo: canzoni e opere letterarie (in genere racconti) che hanno grande successo nel breve periodo, ma che non hanno seguito o con un seguito in termini di successo molto scarso rispetto al boom iniziale: questa categoria tiene conto della volontà del creatore stesso dell’opera, che ne decide nei limiti del dato congetturato, la durata.
  • Opere " generazionali ": rientrano in questa categoria tutte le opere che hanno un grande successo soprattutto rispetto al tempo storico di pubblicazione, osservando un calo successivo col passare del tempo. Data quest’ultima considerazione, ritengo più appropriato inserirle nella categoria di breve periodo più che in quella di lungo, sebbene i tempi generazionali possano essere piuttosto lunghi e possano sussistere prodotti pluri generazionali.
  • Killer Creation

    Torniamo un attimo su quest’ultimo componente: una Killer Creation rappresenta quell’opera che travalica le proporzioni generazionali, sia per qualità che per successo, che in questi frangenti assume proporzioni immense: è la coniugazione perfetta di tempo, tempismo, analisi sociale, tecnica creativa; fa presagire un futuro successo, ma non è affatto detto che questo avvenga . Si arriva infatti alla caratteristica decisiva delle Killer Creation: il fatto che siano un’arma a doppio taglio: l’utilizzo delle Killer Creation si rivela infatti molto rischioso, e questo sulla base di due considerazione molto semplici: da un lato, riuscirne a creare un’altra rappresenta una sfida di non piccole dimensioni; dall’altro, la Killer Creation genera nell’audience aspettative molto più elevate di quelle che si possono registrare con un opera di successo "normale": è quindi ovvio che ogni calo di qualità venga visto molto negativamente da parte del pubblico, con un conseguente calo di successo. Sulla base di questi dati, ecco perché includere le Killer Creation in quest’ottica di breve periodo: travalica decisamente la comune dotazione di know how tecnico la creazione di un seguito a queste, e molto spesso, dopo un grande exploit, la probabilità di permanere sul mercato è decisamente limitata.

    Metodologie operative

    Andremo in questa parte a definire quelle che definiamo come metodologie operative del successo, valide in parte anche per un’ottica di lungo periodo. Per metodologie operativo intendiamo il know-how tecnico – sociale che sta alla base di un’opera di successo . Non stupisca la brevità di questa parte: le "regole" per creare un’opera di successo sono relativamente poche e semplici.
    Semplici… Certamente, in quanto la semplicità di un’opera deve essere una delle caratteristiche da esaltare, ragionando in un’ottica di successo. Andiamo però a capire il perché di questa affermazione: qual è lo scopo primario delle nostre opere ? Riprendendo la nostra definizione di successo, è facile notare come dovendo operare nel settore del entertainment, le possibilità di acquisire successo sono strettamente correlate a quanto le nostre opere siano in grado di divertire le masse. Soffermiamoci per un momento sul concetto di divertimento, soprattutto per quanto riguarda il divertimento delle masse, che saranno il nostro target (sul concetto di target torneremo fra poco): cosa è coincidente col concetto di divertimento e di felicità – sensazioni che noi vogliamo generare nelle persone con le nostre opere in modo da ottenere quanto più successo possibile ? E’ palese osservare come la visione preponderante di questi concetti coincida con uno stato di non – pensiero: si ha divertimento e felicità quando si partecipa ad attività che hanno la capacità di impedire di pensare, di ragionare su quelle che sono le contingenze della vita reale. Con uno sguardo di più ampio respiro, è chiaro come questo concetto sia un topos insito nelle culture da secoli: si pensi alla meditazione profonda nei vari ambiti a questa connessa o anche alle medesime religioni e correnti politiche: cosa sta alla base del loro successo (e con questo ci ricolleghiamo al filo conduttore del nostro discorso) ? Per quanto riguarda la meditazione, l’introduzione della persona in uno stato di non – pensiero in modo da liberarsi delle contingenze terrene innalzando lo spirito in modo da guadagnare la felicità ; per quanto riguarda religioni e correnti politiche, introdurre regole di comportamento il quanto più dogmatiche possibile e definire fin dall’infanzia un percorso in modo da preservare la specie di " uomo religioso " e " uomo politico " sia attraverso associazioni che nella famiglia, garantendo così all’individuo un bagaglio cultura e comportamentale tale da avere risposte pronte nel momento del bisogno e quindi non dovendo pensare ponendosi i relativi problemi. Analisi sociologiche e psicologiche impostate differentemente possono essere importanti nell’integrazione della nostra teoria. La semplicità rappresenta quindi un presupposto fondamentale per la nostra opera, in quanto essa risulterà più accessibile a più persone, non presupponendo strumentazioni interpretative troppo elevate.
    Tornando al concetto di divertimento, quello che dobbiamo fare, senza pretendere di definire regole di comportamento o dare risposte ai grandi quesiti esistenziali, è quello di indurre le persone in uno stato di non – pensiero in modo analogo, ma se vogliamo più diretto e meno impegnativo rispetto a meditazione, religione e politica, che, se da una parte garantiscono risultati simili all’entertainment, dall’altro presuppongono un certo sforzo che noi vogliamo evitare.
    Per fare ciò, è innanzitutto decisivo definire un target per la nostra proposta: è chiaro come le divisioni tra le varie tipologie di target sono innumerevoli: abbiamo divisioni per età, per forza, per cultura, per appartenenza a certi gruppi culturali e così via: inoltre, possiamo notare come le caratteristiche di ogni classe siano strettamente connesse. Sarebbe molto positivo riuscire a definire un’opera che ricopra tutte le tipologie di target di cui sopra: in pratica, farlo è impresa degna di miglior causa . Nella nostra analisi, prenderemo in considerazione target per forza e per età, limitandoci a pochi accenni sulla cultura e l’appartenenza a determinati gruppi culturali sulla base dell’accessibilità della nostra opera e sulla necessità di renderla quanto più culturalmente universale possibile.
    Esimendoci dal definire i vari gruppi di età, osserviamo come scelte ottimali di target sono rappresentate da quelle che noi definiremo scelte di target "deboli": sono rappresentanti di questa classe persone facilmente controllabili, manipolabili, influenzabili e generalmente dalle scarse conoscenze tecniche: è la realtà sociale e la sua analisi che, rapportandosi ad un dato momento sociale, va ad identificare quali sono gli appartenenti a questa categoria . I vantaggi conseguenti da questa categoria sono molti: in primo luogo, sulla base delle loro caratteristiche, non cercheranno mai qualcosa di tecnicamente troppo complesso, con conseguente diminuzione delle sforzo produttivo richiesto; in secondo luogo, una volta riusciti a conquistarli, è facile che si sviluppi una pubblicità spontanea tra di loro; infine, data l’ignoranza tecnica di questa classe, è probabile che – soprattutto nell’ambito musicale – anche a fronte di una pessima esecuzione, non vi siano eccessive critiche. Ovviamente, esistono anche problematiche concernenti la scelta di questa classe: in primo luogo, definire questo come target può eventualmente rappresentare l’abbandono di ogni velleità più strettamente artistica (cosa che penso non faccia piacere a qualcheduno…) ; in secondo luogo, la malleabilità di questo target coincide anche con una certa incostanza e volubilità: è quindi necessaria una continua stimolazione.
    Esaminiamo brevemente i target forti: sono rappresentati da persone difficilmente controllabili e dotate di conoscenze tecniche superiori: la differenza fondamentale di questa classe consiste nella definizione del concetto di divertimento, che comporta sia momenti di non – pensiero, ma anche, e spesso in maniera preponderante, momenti di intrattenimento culturale e di pensiero. I vantaggi inerenti a questa classe sono la possibilità di creare opere più tecniche e quindi acquisire maggiore soddisfazione personale; tende inoltre ad essere più fedele . Tuttavia, si scontra con questo una lunga serie di svantaggi : in generale, questo target ha maggiori esigenze tecnico – artistiche rispetto a quello precedente: un possibile " tradimento" artistico o presunto tale può essere disastroso in termini di successo; in secondo luogo, si tratta solitamente di un target piuttosto ristretto e strettamente collegato ad un ambito culturale.
    Generalmente, nella decisione del target, si tenga presente il seguente principio:

  • Se un’opera è destinata ad un target debole, può essere fruita eventualmente da un target forte. Se un’opera è destinata ad un target forte, difficilmente sarà fruita da un target debole

    Questo principio tiene alla base le nostre ipotesi sul divertimento e dei target sopra definiti: una persona appartenente al target forte può divertirsi in stati di non – pensiero ; di contro, è difficile che avvenga il contrario per una persona appartenente a target deboli.
    Per i vantaggi che comporta il target debole, la nostra analisi prenderà in considerazione questa classe per raggiungere quanto più successo possibile .
    Dopo aver definito il nostro target e la condizione di semplicità, è necessario individuare gli elementi che faranno parte della nostra opera e che ne definiranno il successo: ma come sceglierli ? Si arriva alla parte certamente più impegnativa della nostra analisi. Tuttavia, anche in questo caso ci è d’aiuto l’analisi della realtà. Possiamo seguire più strade, di cui le più semplici, a mio avviso sono :

  • La definizione degli elementi sulla base dell’analisi del target di riferimento.
  • La definizione degli elementi sulla base del successo che altre opere hanno ottenuto nel target d’appartenenza.

    Per quanto riguarda la prima possibilità, avvaliamoci dell’analisi diretta, sul campo: studiamo modi di dire, comportamenti, stilemi e preferenze propri del target: avvaliamoci di strumenti pluri-disciplinari derivanti dalla sociologia, psicologia e anche dall’economia. In questa fase è importante agire in gruppi: si devono confrontare più punti di vista, più possibili reazioni, estendere l’analisi quanto più possibile a quante più persone in modo da avere quanti più spunti possibili: solo dopo aver recuperato tutte le informazioni si può procedere alla scrematura di queste: scrematura che deve essere attuata sulla base di alcuni principi:

  • Data la cultura vigente nel tempo storico nel quale si inserisce l’analisi ,si possono seguire due strade: la prima è quella dell’eliminazione di tutti gli ingredienti che possono portare a conflitti psicologici con la cultura stessa. Ci si basa sul presupposto della controproducenza di possibili elementi di riflessione e discussione all’interno dell’opera medesima, in modo da esaltare il principio di divertimento come non – pensiero. Ovviamente, sono ammessi tutti quegli elementi di discussione posti secondo i dettami del political correct.
    Seconda possibilità è di definire elementi spiccatamente controcorrente della cultura stessa ed esaltarli nella nostra opera: si deve cercare di ragionare in un’ottica di oltraggio di qualsiasi convenzione sociale e morale, di sovversione dei precetti religiosi possibilmente mischiando sacro col profano, di anarchia sessuale giocando con l’ambiguità: si deve insomma cercare di definire elementi che, non potendo giocare o comunque avendo più difficoltà ad esplicarsi su un terreno di immediatezza, vadano a battere su una caratteristica che finora era stata taciuta relativamente ai target deboli, cioè la voglia di trasgressione: noi, optando per questa seconda possibilità, dobbiamo riuscire a esaltare questa voglia, tenendo presente che imboccata questa strada, tutto è concesso per la soddisfazione dell’audience . Si tenga comunque sempre presente che in un contesto come quello italiano, fortemente influenzato dalla cultura religiosa, bisogna agire in maniera ben definita e pronta, in modo da evitare contrattempi con autorità che tendono a censurare su basi proprie della cultura vigente o di più o meno espliciti preconcetti che vanno comunque individuati dalla nostra analisi preventiva.
  • Esaltare elementi che risultano vincenti all’interno del target d’utenza, possibilmente richiamando topos universali immediatamente riconoscibili dagli appartenenti del target medesimo: anche in un contesto come quello che si prospetta nella seconda ipotesi del punto precedente, è necessario, anche comportandosi in maniera sgradevole per l’audience, tenere presente gli elementi vincenti e rispettarli rigorosamente: in caso contrario, il rischio di fallimento è altissimo.

    Dopo aver effettuato la nostra scrematura, non ci resta che comporre la nostra opera sulla base dei dati fino ad ora ottenuti. Se gli ingredienti sono stati scelti con cura e si rispetta il target, è molto probabile che si riesca ad ottenere successo.
    Passiamo alla seconda ottica: anche in questo caso è necessario avvalersi di più persone: si devono definire le caratteristiche di successo di una o più opere di culto per il target e, dopo averle raggruppate e scremate, passare alla composizione di un’opera che le richiami più o meno velatamente: questa metodologia è certamente molto valida nel caso di passaggio da un media all’altro: fa scuola il caso di quel gruppo musicale bolognese che, utilizzando in maniera palese gli stilemi di un libro di un loro concittadino, ha composto una famosa canzone. Questa seconda via, se utilizzata in maniera corretta, può essere uno strumento decisamente vincente: tuttavia, ci possono essere problemi riguardanti i diritti di autore, e pertanto è una strada che va percorsa con criterio.

    Per questo mese diciamo che può bastare, vi saluto e vi aspetto al prossimo appuntamento. Nel frattempo ricordate:

  • Il successo è di chi lo cerca: chi non ha ancora avuto successo, è perché non lo ha ancora cercato.

    Alla prossima.

    Federico Mori

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