Capitolo XXXIII
Estraendo da sotto il giubbetto antiproiettile un nuovo caricatore e serrandolo tra i denti, Steale si diresse verso il gruppo che aveva abbandonato , il quale si era rifugiato pochi metri più avanti, in una rientranza dell’immensa parete : le truppe nemiche erano molto vicine, e non c’erano ulteriori possibilità da sprecare.
" Avete visto chi vi ha attaccato ?" Domandò non appena arrivato, infilando il primo caricatore all’interno dello scomparto inferiore dell’arma.
" No, è stato troppo veloce: abbiamo sentito solo uno scatto , e poi Hagime era a terra…" Blake indicò il corpo esanime del collega, giacente in una pozza di sangue.
" Maledizione, speriamo che ci sia solo quell’unità in questa zona. Ora, vede quel portale? Faccia in modo di arrivarci vivo… io cercherò di coprirla per quanto posso. Comunque, la avverto che sto giocando con lei come esca : da qui non ce ne possiamo andare con nessuno di loro ad informare i commilitoni della nostra fuga: sarebbe del tutto inutile riuscire ad arrivare ai piani superiori per trovarci davanti un comitato d’accoglienza tutt’altro che amichevole. Ora prenda questa…" E così dicendo gli affidò una tessera magnetica nera : " Appena arrivato al portale , la deve inserire in uno degli scanner sui lati , dopo di che ha quindici secondi per attivare un secondo scanner dalla parte mancante. Si faccia aiutare da uno dei suoi colleghi , e si ricordi che l’imperativo è ottimizzazione totale dei tempi: niente tempi morti, e forse ce la possiamo fare. Ha capito tutto?"
Blake assentì , ma prima di andarsene gli chiese cosa intendesse fare nel caso le unità di attacco fossero più di una: col braccio mal ridotto e senza una copertura, il rischio era molto elevato.
Il mercenario alzò le spalle come era uso fare , e si limitò a constatare : " Non è la prima volta che mi trovo contro di loro, e non mi tirerò certo indietro ora che sono armato meglio , mentre loro certamente in numero minore di allora: ora andate, ed un ultima cosa… eviti atti di eroismo , questo perché se la vedo fermarsi per aiutare qualcuno dei suoi rimanendo indietro, ucciderò la causa del ritardo senza problemi in modo da sveltire la nostra ritirata. E con quelli che ci fanno compagnia, mi sembra veramente di cattivo gusto sprecare munizioni. Muovetevi , forza!"
Mentre prendevano la via per l’ascensore di sicurezza , Blake commentò rassegnato la necessità di Steale di dover apparire sempre sgradevole , avendo come risposta il rumore del caricatore che entrava con forza nell’arma.
Nel buio, il guerriero della Fist cercava di affinare tutti i suoi sensi , ignorando il dolore che lo afferrava al braccio come solo un mercenario forgiato sui campi di battaglia avrebbe potuto fare : osservando la comitiva che con circospezione tentava di appressarsi al portale , si spogliò degli strati più pesanti dell’armatura , che caddero per terra rimbombando nella sala sinistramente: " Mi serve velocità, e questi non possono certo proteggermi da un attacco diretto delle loro armi. Una possibilità per nemico, una possibilità per nemico…" Pensando a questo, iniziò a riempirsi le tasche di tutti i caricatori a disposizione e al posto del caricatore che aveva stretto tra i denti mise il suo coltello da guerra temprato in A-K2, materiale di cui erano fatte anche le sue pallottole. Poi, d’improvviso , il guizzo alle sue spalle, seguito a pochi centesimi da un’ombra davanti ai suoi occhi : si girò di scatto , un calcio potente fece volare a terra il cyborg , che venne finito con un colpo alla nuca, accorrendo in direzione del gruppo che non si era accorto del pericolo imminente. Correndo tra gli imballaggi , vide chiaramente un cyborg saltare con lame elettriche pronte a colpire.
" A terra, presto!" Urlò Steale , mirando per quanto meglio potesse. Il colpo partì violentissimo , devastando il busto del cyborg. I pezzi caddero sul pavimento rimbombando violentemente ed andando a scheggiare le carni delle persone che si trovavano lì appresso . Poco dopo il mercenario fu da loro.
" Sono queste le famose U-S? Non mi sembrano un granché , se devo dire il vero: due colpi e sono cadute a terra senza fiatare…" Commentò Blake alla vista dei frammenti dei corpi, mentre si informava dello stato di salute delle persone colpite dai frammenti metallici del cyborg.
" C’è qualcosa che non quadra." Lo fermò Steale preoccupato, il respiro pesante per la corsa : " Questi sono cyborg comunissimi , non hanno niente a che vedere con le U-S. Non vorrei che stessero cercando di farmi finire le munizioni per attaccarci più tranquillamente…in più mi hanno costretto a venire allo scoperto , quindi ci siamo giocati il fattore sorpresa…non ci resta che cambiare strategia…"
" Cosa intende fare?" Domandò Blake guardandosi attorno.
" Continuate fino al portellone, ma non apritelo fino a quando non avrete il mio segnale. Cercate di ripararvi meglio che potete : dato che non vogliono attaccare direttamente, mi toccherà diventare il predatore."
" Non è un rischio eccessivo? Sia per noi, che per lei?"
" A questo punto è l’unica soluzione per non rivelare direttamente le nostre intenzioni. Ora correte fino a quando non raggiungete la zona , io farò del mio meglio."
Non appena li vide a distanza, Steale iniziò la caccia: correndo tra i container cercava di scorgere la benché minima presenza di una traccia ostile , di scorgere l’imponente figura dei suoi assalitori per poter colpire prima di essere colpito a sua volta. Il silenzio era rotto solo dai suoi passi e da quelli del gruppo che si facevano sempre più lontani : un salto, e il riverbero delle lamiere dei container che sostenevano il peso del mercenario si diffuse lentamente. Accadde nello spazio che separava due colossi di metallo : Steale fece appena in tempo a vedere la lancia che a velocità mostruosa si avvicinava alla sua testa, e poco dopo uno sfregio profondo gli si aprì ai lati del volto , risuonando violentemente per il contatto con gli zigomi. Tuttavia, sebbene il dolore cercasse in tutti i modi di distoglierlo dal suo compito , vide chiaramente un essere che conosceva bene e che ne aveva distrutto una squadra intera di compagni : la possibilità di sbagliare era minima, il dorso metallico , ricoperto da un sottile strato di metallo scarlatto che recava il numero dell’unità , lo avrebbe riconosciuto tra migliaia .
" Muori!" Urlò estraendo la pistola e sparando mentre cadeva nell’interstizio : le deflagrazioni dei colpi tuonarono brutalmente , richiamando per un attimo l’attenzione degli scienziati.
La creatura parve piuttosto contrariata : la sua espressione mutò in una maschera di ira e violenza mentre alzava la mano in direzione dei proiettili : tuttavia, a dispetto della barriera alzata , i proiettili penetrarono crudelmente nell’arto, riducendo la mano a brandelli . La reazione fu impressionante: evidentemente non avvezzo al dolore , l’essere spalancò prima gli occhi in preda ad un orrore indicibile , per poi contrarre il viso in un’espressione di dolore smisurato, mentre con il braccio ancora integro serrava il moncone che perdeva olio , sangue e scintille . In preda ad una furia che non aveva nulla di umano , prese a picchiare il moncone contro uno dei container lì presenti, facendo risuonare schianti orribili uniti a grida disumane per tutta la sala.
" Bene, amico," lo apostrofò in tono canzonatorio Steale : " pare che stavolta abbiate fatto male i vostri conti. Ti fa male il braccio, eh ? Stai tranquillo, non ne avrai per molto , ho ancora abbastanza pallottole per farti saltare la testa… Ma prima dammi un’informazione : hanno lasciato solo te a difendere quest’area, vero ?" E così dicendo puntò la pistola in direzione dell’U-S : questi, continuando a muoversi freneticamente in preda ad una foga distruttrice , si voltò in modo da stare di fronte al nemico e mettendo bene in mostra il moncone del braccio, iniziò a fare vibrare velocemente gli accumulatori di energia che avevano i propri sbocchi nella mano distrutta ; tutto questo , unito al fatto che insieme agli aperture erano andate distrutte anche le sicure, era rivolto al fine di generare un sovraccarico che probabilmente avrebbe distrutto buona parte del braccio e della spalla, ma che d’altra parte avrebbe prodotto una scarica poderosa di energia in grado di uccidere una persona ben corazzata.
" Non vuoi mollare fino alla fine, vero ? Essere disposti a sacrificare un braccio è lodevole da parte tua, ma per tua sfortuna non ho tempo da perdere , con i tuoi compagni che mi stanno addosso e che potrebbero riuscire a fare irruzione da un momento all’altro." E così dicendo sparò : tuttavia , non appena il dito premette sul grilletto , poté udire la risata selvaggia della creatura, che con un guizzo quasi impercettibile si lanciò verso Steale, facendosi colpire il braccio in maniera tale da rendere ancora più incontrollabile la deflagrazione , che investì il mercenario della Fist: questi venne sbalzato ad alcuni metri di distanza , colpendo con forza una delle spesse pareti della zona, per poi ricadere di peso a terra, mentre una quantità notevole di sangue iniziava a diffondersi sul pavimento.
A breve distanza, la creatura si comportava come se avesse accusato un danno di entità minima, sebbene ormai priva di un braccio e con l’esplosione che aveva compromesso buona parte delle articolazioni proprie della zona toracica destra. Ignorando i danni subiti , si avvicinò al nemico : la afferrò con l’unico braccio rimasto per il collo , e sollevandolo da terra non poté fare a meno di reprimere una risata ironica e crudele, mentre lo derideva : " Stupido essere umano, questa è la tua giusta fine per aver voluto opporti a noi. Aspettami qui , perché dopo che avrò finito il mio lavoro con i tuoi colleghi, tornerò da te e renderò la tua morte quanto più lunga potrò." Così dicendo scaraventò violentemente il corpo a terra, facendo scricchiolare in maniera sinistra le ossa dell’uomo.
Sorridendo sprezzante , l’U-S voltò, iniziando ad incamminarsi verso il gruppo di scienziati , assaporando momento per momento la vendetta che si sarebbe preso prima uccidendo loro, poi finendo l’uomo che l’aveva così orribilmente sfigurato.
Intanto, il gruppo aveva raggiunto il portale , e stava attendendo solo il segnale di Steale per fuggire : gran parte dei più giovani iniziavano a spazientirsi , suggerendo di attivare subito il meccanismo di avviamento dell’ascensore, in modo da guadagnare tempo e, nella peggiore delle ipotesi, di abbandonare Steale se la situazione avesse richiesto così importanti contromisure; tuttavia, Blake cercava di far mantenere la calma a tutti, in modo da non creare problemi e impedimenti : " Signori, noi non abbiamo certamente l’esperienza che può avere la nostra guardia del corpo relativamente a situazioni come questa. Manteniamo il controllo e atteniamoci al piano : in caso contrario , rischiamo di vedere la nostra fuga tramutarsi in tragedia, e nessuno di noi vuole questo…"
" Ma dottore," lo interruppe uno degli assistenti : " le ultime raffiche si sono sentite alcuni minuti fa, seguiti da quell’esplosione : c’è la possibilità che Steale sia morto , e non vorrei che le unità all’esterno riuscissero a farsi strada tra le mura e raggiungerci in questa zona…"
Mentre parlavano, la figura dell’U-S comparve minacciosa dallo spazio tra i container : mettendo bene in mostra le lame che uscivano dai suoi artigli , prese ad avvicinarsi al gruppo fissando Blake, che impietrito sussurrò : "…Cam…?"
Non proferendo parola, la creatura continuò la sua strada, mentre gli artigli rilucevano di un bagliore nefasto; tuttavia, quando gli ultimi metri che giacevano tra questa e il gruppo iniziavano ad assottigliarsi più velocemente, dall’alto dei cassoni una sagoma oscura si precipitò con furia contro chi l’aveva precedentemente ferita. Steale piombò con forza sull’essere, facendo penetrare in profondità il suo coltello nel cranio dell’aggressore , che diede il via ad una danza macabra e feroce , comprimendo la ferita con l’unico braccio sano. Allontanandosi per quello che poteva , Steale fece esplodere tutto il suo secondo caricatore, ponendo la parola fine all’esistenza del suo nemico: solo allora si poté accasciare a terra, l’emorragia che continuava ad inzuppare i suoi vestiti.
La troupe di scienziati accorse in modo da prestare i primi soccorsi e sollevare il mercenario, il quale ordinò di aprire il portellone al più presto, dato che la zona era ormai sicura : Blake e Meryl si disposero ai lati del portellone, e , uno per volta, fecero scattare la sicura del portellone che, con un forte fremito metallico , iniziò lentamente ad aprirsi; solo allora il gruppo incominciò ad entrare, trasportando Steale in modo da non aggravare l’emorragia.
" Come sta?" Domandò Meryl, mentre i portelloni si sigillavano alle loro spalle.
" Sono stato meglio…" Commentò con un sorriso triste Steale : " comunque, la mia missione è stata portata a termine; se riusciamo per tempo ad arrivare all’elicottero , le toccherà di rappezzarmi un attimo : in ogni mezzo del genere teniamo tutto l’occorrente per un primo soccorso da ferite belliche , e il volo è già stato impostato in automatico. Non ci resta che sperare che la zona sia libera, e poi ho un’ultima cosa da fare…"
" Sono spiacente di interrompere, e mi rendo conto che questa non sia la situazione più intelligente per sottoporla ad altri sforzi…" Blake appariva piuttosto scosso , ma non poté fare a meno di continuare : " ma quello che lei ha abbattuto davanti ai nostri occhi…sono sicuro che fosse Cam…"
" Non è possibile!"Steale fece per alzarsi come per rafforzare la sua posizione, ma Meryl gli pose la mano sulla spalla in modo che non si sforzasse oltre : " Quella là sotto era una U-S , ne avevo già affrontate, e dubito di poter scordare come sono fatte: come se non bastasse , ho molte riserve sul fatto che un Angelo si possa eliminare così facilmente, anche con le mie pallottole o il mio coltello, non le pare?… Da dove le viene questa convinzione?"
" Le ho detto che lo scavo dove mi avevano mandato era stato sotto attacco, vero? Bene, chi ci aveva attaccato era in tutto e per tutto identico a quello che ha ucciso. Il mio superiore, che al momento dell’attacco era collegato con noi , mi disse che si trattava di Cam , ed è per questo che poco fa, trovandomi di fronte a quella creatura, sono rimasto allibito…"
" L’unica spiegazione che vedo è che il suo superiore le abbia mentito : e poi, lei non ha montato un unità ? Non dovrebbe riconoscerne più o meno l’aspetto?"
" Ha ragione, ma le ricordo che sono sempre e comunque cyborg antropomorfi: anche lei è conscio del fatto che, soprattutto se si tratta di prodotti di alto livello, la distinzione si fa difficile; inoltre , non abbiamo alcuna descrizione fisica degli Angeli, e le altre unità potrebbero avere un aspetto totalmente differente. Ma al di là di questo, non vedo perché Kage mi avesse dovuto mentire…"
" Non saprei, ma io non escluderei l’ipotesi che anche lui abbia avuto delle informazioni sbagliate…parliamoci chiaro, per raggiungere i livelli a cui l’Arcam o la Fist sono arrivati, le informazioni derivano da canali piuttosto speciali… meglio non entrare nel merito, giusto? Quindi, c’è la possibilità che chi detiene la base delle informazioni tenda ad evitare di rendere noti i dati più pericolose e confidenziali , in modo da poter controllare meglio chi aiutano…La questione sarà comunque da approfondire, ma ora andiamo , il portale si sta aprendo e l’elicottero ci aspetta…"
Lo staff iniziò a dirigersi verso un immenso elicottero da trasporto , trasportando il ferito con quanta più cura potesse, sebbene questi tenesse una mano ferma sulla pistola, in modo da poter continuare a svolgere il suo compito.
Un nuovo tesserino sbloccò il sistema di sicurezza dell’elicottero, con l’hangar che iniziava ad aprirsi dando sul cielo nero della notte: in quei pochi metri , riassaporare l’aria dopo un lungo periodo nel sottosuolo fu dolce.
" Dobbiamo fare qualcosa ?" si informò Meryl mentre seguendo le indicazioni del suo assistito estraeva delle sacche di sangue sintetico dalle casse frigorifere.
" Avviate il computer centrale. Al resto penserà lui ,e la rotta è già stata definita; intanto, fatemi un favore… portatemi la radio nera."
Mentre gli porgevano gli auricolari, l’elicottero prese ad alzarsi nel cielo , allontanandosi rapidamente dalla zona. Solo a distanza di sicurezza, la radio iniziò ad emettere un segnale : dal video centrale , un viso in computer grafica prese a parlare con una voce gracchiante : " Ottimo lavoro, Steale. La missione è stata portata a termine con successo, i dati sono stati salvati e ci auguriamo di poter continuare ad avvalerci dei suoi servizi;ciò non di meno, resta ancora un’incombenza…codice tre."
" Ottimo , Signore…" E salutando l’immagine che si stava dissolvendo nello schermo alla maniera propria dei militari, attivò la modalità di comando remoto della base , ordinò : " Codice tre, Mustang uno. Attivazione in trenta secondi."
Il boato arrivò improvvisamente , seppellendo il Dome e restituendo i reperti in essi contenuti alle nebbie del tempo.
L’Alba incombeva come un antico presagio sulla Metropoli: fin da sopra le nere nubi , i raggi di un sole nascosto cercavano di penetrare con tutto il remoto vigore fino alla terra, producendosi in follie cromatiche nei gas dispersi in alta quota, esasperandone le funeree tonalità e rendendo la visione dell’abominio di cemento che costituiva il nucleo centrale della città ancora più desolante. Anche quando un limbo di luce riusciva a strappare la densa coltre, questi non giungeva al suolo come dolce amico, fecondatore di terre che le progenie arcaiche veneravano come dio , ma anzi come simbolo malato di un’epoca che la pietà dell’oblio cercava di nascondere alla umana tristezza.
Lottando per la vita , il chiarore arrivò fino a toccare una costruzione possente : prima di morire , vide al suo interno persone che gli ricordarono secoli remoti e le storie dei grandi eroi che nascevano sotto il Sole, guerrieri e combattenti per solenni cause, ma anche malvagi, serpi nell’oscurità pronti ad azzannare per il proprio tornaconto personale o per la gloria. Solo quando le coltri si serrarono violente, il chiarore paté finalmente spirare in pace, gonfio di un sottile malinconia che lo accompagnò nei reami dell’oblio.
" Rama , fermati! Cosa pensi di fare? " Benares si frappose tra Kage e l’Angelo , ringhiando il suo dissenso , la delusione e il disprezzo che montavano con furia dentro di lui.
" Non hai sentito l’ordine di Lord Uriel? Devo uccidere il numero 239, ed è quello che farò." Così dicendo , pose una mano sulla spalla di Benares, cercando di scostarlo per potersi avventare sull’uomo, che cercava nervosamente di avviare i sistemi di sicurezza dell’ascensore, in maniera da guadagnare del tempo in un’ipotetica fuga.
Scansando la mano con rabbia, respinse Rama indietro, mentre quest’ultimo constatò sdegnato: " Da quando sei diventato così tenero? E , soprattutto, da quando hai iniziato a difendere coloro che ti hanno tolto tutto? Non mi sembra da molto tempo, considerando l’aspetto di Kage e il suo naso rotto…"
" Queste non sono cose che ti riguardano, come non ti riguarda il destino di quest’uomo." Mentre parlava, gli fece segno di stare indietro : " Piuttosto , è da quando ci siamo conosciuti che mi domandavo come tu potessi conoscere tutte quelle informazioni per la ricerca del Bresakr… ora si spiegano molte cose… sei un cane pronto a leccare le scarpe del tuo padrone, vero? "
Uriel lo guardò con disprezzo, limitandosi a considerare : " Sapevamo che avresti rappresentato un problema sin da quando decidemmo che il tuo corpo sarebbe stato la base per il terzo Angelo: tuttavia, avevamo bisogno di un uomo dalle tue capacità, e il tempo era così poco… non c’era la possibilità di aspettare una nuova generazione…"
" Cosa intendi dire…?" Sibilò alla macchina Benares, stringendo i pugni fin quasi a farsi male.
" E’ semplice…" Rama iniziò a spiegare la situazione con aria di superiorità: " tu eri il tenente Ominae, uno dei più grandi esperti in tecnica militare ed armamenti, un guerriero di statura superiore , colui che si era meritato il soprannome dell’immortale servo dei triclopi. In un campo di battaglia non c’era nessuno in grado di resisterti , ma non era solo questo : la tua determinazione e la tua forza di volontà , puro acciaio che nessuno era riuscito a piegare , erano il tuo trionfo. D’altro canto , la tua indole indipendente e l’insofferenza verso gli ordini ti rendevano una scommessa pericolosa : tuttavia, il tempo era troppo poco , e solo una donatore con le tue capacità avrebbe portato l’unità ai massimi regimi di utilizzo , condizione necessaria per l’attivazione dell’unità Bresakr."
" Esatto, " gli fece eco Uriel : " non c’era più tempo… Le progenie terrestre degli Ish Gabbor ha finalmente dato alla luce un nuovo Messia, colei la cui stirpe ripopolerà il mondo…un mondo che non poteva più aspettare, invero…guardati attorno … gli uomini sono finalmente giunti al loro trionfo , alla loro apoteosi : da quando li abbiamo creati , abbiamo aspettato che giungesse questo momento per millenni interi , pregustando il momento in cui l’uomo , nella piena consapevolezza della sua esistenza , desse sfogo ai suoi più brutali istinti : guerra… ecatombe …stermini… tutto quello che l’uomo può fare per autodistruggersi sta giungendo a compimento. Alla fine resteranno in pochi, su una Terra devastata con le loro mani… Solo a quel punto, giungerà l’Era del Bresakr : questi distruggerà tutte le spoglie dell’umanità, in modo tale che non rimangano che poche macerie e gli schiavi che manterremo tra i sopravvissuti a ricordare la nostra creazione , mentre la stirpe mortale degli Ish Gabbor ricostruirà una civiltà in modo da permettere a noi Dominatori di sfruttare ancora per centinaia di migliaia d’anni questo splendido pianeta. Da quando abbiamo spirato il nostro alito divino su queste spoglie di arida roccia che voi chiamate Madre, abbiamo atteso pazientemente che il momento giungesse, combinando quanto di meglio riuscivamo ad ottenere da una generazione con quella successiva… strisciando nelle tenebre, abbiamo coltivato le bestie…poi abbiamo cresciuto l’uomo…infine abbiamo generato una nuova stirpe… e sarete voi Angeli a dare inizio ad una nuova Era." A queste parole Rama si profuse in un inchino servile , cercando di non cogliere lo sguardo colmo di biasimo del suo ex compagno.
" E’ così Rama…?" Gli disse a denti stretti : " Ti sei messo a servire quest’essere per dare il via al suo folle progetto? Hai già dimenticato la tua natura umana? O pensi di essere nato Angelo? Non desideravi conoscere il tuo destino per riuscire a domarlo?"
" Silenzio!" Lo zittì Rama, terribilmente risoluto : " E’ proprio perché voglio sapere che mi sono messo a disposizione di Lord Uriel : ma non è certo il destino ciò che mi interessa, quanto quel lontano passato di cui stai parlando, quei giorni perduti nella memoria…quelli della sua stirpe sono onniscienti, devono sapere…" Mentre parlava, il suo volto iniziò a deformarsi in una smorfia di malato furore , come se lo squilibrio che andava custodendo gelosamente nella sua anima cercasse di esplodere in qualche maniera, una profusione di follia che cercava di scappare dal luogo dove era stata confinata per troppo tempo: a quella vista, solo Uriel rimase quieto, rassicurando Sem sulla sua ricompensa.
" Cosa intendi? Tu sai chi sei … ricordi quando mi hai raccontato del tuo passato ? Era tutta una menzogna ?"
" Come posso saperlo?" Gridò, deturpato da una collera che sembrava non avere fine, la voce incupita innaturalmente : " Come posso saperlo ? Quei pochi frammenti sono parte della storia che mi ha raccontato Lord Uriel, perché io non …" spalancò gli occhi, come per rendendosi conto dell’abisso di insania che lo aveva inghiottito : " io non ho idea di chi io sia… l’unica cosa che so è che tutto ha avuto inizio con la morte di Enkidu e la sua rinascita … quel maledetto è scappato da me… ha disprezzato il mio dono, ma io volevo solo che si salvasse dalle fauci della morte…invece , non appena in grado di muoversi, mi ha abbandonato, alle soglie della caverna, alle pendici dell’Ararat , e non l’ho più visto… quello che è accaduto prima per me è un mistero, quello che è avvenuto dopo è un insieme di dettagli confusi… ricordo quando combattevo , ad Ilio, sotto le mura della città… gli anni che passavano , le continue tregue perché i viveri finivano presto , sia per noi che per loro… i combattenti, i guerrieri che lottavano , gli eroi che incrociavano le spade e le lance per un posto nel mito…le donne splendide, che venivano contese come dee…e le dinastie che ho visto succedersi…in Persia e alla corte di Alessandro, o nelle antiche Indie…l’uomo che cresceva, la sua ambizione smisurata che non aveva mai fine , le sue scoperte che arraffava con le mani sempre più lorde del proprio sangue, ma non meno avide … :" Si fermò per un attimo , gli occhi chiusi nel buio della sala , quasi a voler trattenere con prepotenza tutti i ricordi che si affollavano senza alcun filo logico : " Tutto quello che ho vissuto, tutto quello che sono… giace alla rinfusa dentro di me, come un racconto strappato e che il furore del fuoco ha divorato…come l’Amore infinito di un Dio, che amando tutti, non amerà mai nessuno…Non mi rimane che l’attimo , dato che non posso nemmeno sperare nelle braccia amiche della morte… E forse , ascoltando i racconti di Lord Uriel, ricorderò finalmente li mio passato e capirò chi sono…" Finì improvvisamente di parlare, per cadere in uno stato di apatia, l’espressione persa in luoghi lontani quanto l’infinito universo, come sognando inquieto.
Benanres rimase a guardare l’Angelo in silenzio, fino a che non apostrofò la creatura di metallo che volteggiava in aria , fissando lo sguardo a terra : " Quante sono le possibilità di finire nelle sue condizioni…?"
" Ebbene, Iafet! Finalmente capisci come stanno le cose? Solo stando al mio fianco , adoperandoti per la riuscita del piano della stirpe a cui oramai anche tu appartieni , il futuro non sarà più incerto e il passato non scomparirà nelle nebbie dell’oblio: unisciti a me, come è scritto nei libri sacri! Sei nato per servirci e servendoci vivrai : osserva!" e indicò con sprezzo l’Angelo che stava alla sua destra : "questo è il destino che attende il debole, colui che non volle riconoscere la sua condizione di inferiorità rispetto ai suoi creatori e che troppo tardi si unì a noi… Considera la sua pena, l’eternità solcata da stralci di ricordi , squarciata da brevi attimi di lucidità : che bene c’è nel ridursi in questo stato per misera superbia? Siedi al mio fianco, e prometto che questo non ti accadrà mai."
" Balle!" Esclamò Kage , in un ghigno di sfida che ebbe come effetto di attirare l’attenzione su di sé da parte di tutti coloro che erano presenti nella stanza : " Dal momento in cui ti è stata impiantata l’unità , è iniziata la degenerazione progressiva delle tue cellule cerebrali , che se anche vengono riparate in continuazione, a poco a poco verranno erose ed eliminate in maniera irreversibile: allora starà a te e alla tua forza di volontà riuscire a conservare la tua personalità , a differenza di quella patetica larva."
" Zitto!" La voce di Uriel esplose come un tuono : " Le tue parole non fanno altro che pesare ulteriormente sulla tua condanna a morte, schiavo: ti prometto che morirai cento volte, prima di finire all’inferno!"
" Le tue minacce sono irrilevanti, Uriel: il tuo sicario non mi sembra certo nelle condizioni di uccidermi, e non credo che tu voglia sporcarti le mani…e anche se lo volessi fare, come potresti? Brutta cosa, la mancanza di braccia e gambe, vero?" Commentò sarcastico , mentre i volti meccanici all’interno della struttura metallica si contorcevano in preda ad una collera primordiale.
" Kage, ti do una possibilità per salvare la tua vita…" Benares fece in tempo a cogliere il sorriso maligno del suo interlocutore , poco prima che questi annuisse : " Che fine a fatto Cam? Quali sono le sue condizioni? "
" A quanto ho visto , ha dei seri problemi di personalità proprio come il suo amichetto…" Il suo sorriso si spense nei fumi di una sigaretta : " Si diverte ad attaccare gli esseri umani, ogni tanto compare negli scavi e fa terra bruciata: del resto, non c’eri anche tu quando ha raso al suolo metà città?"
" Non è stato Cam… io colpito la Metropoli." Rama parlò con l’indifferenza più assoluta, come se il fatto non lo riguardasse, come se stesse parlando di qualcun altro.
" Ma perché diavolo hai dovuto fare una cosa simile?" il disorientamento di Kage anticipò tutte le domande e gli ordini che sarebbero potuti nascere in quelle circostanze.
Dal canto suo, Sem si limitò ad ignorare le intimazioni del suo signore: non curante delle minacce che venivano elencate con furia, riprese il suo racconto: " Mi è stato ordinato : era necessario cercare di coinvolgere l’ultima unità nella ricerca del Bresark , e , sulla base del profilo psicologico del portatore, fare leva sulla colpa rappresentava l’opzione più appetibile , anche alla luce delle condizioni di disorientamento in cui si trovava a poche ore dall’innesto : in seguito , la mia missione è consistita nel accattivarmi le simpatie e la collaborazione di Iafet , in modo da riuscire a costituire abbastanza forze per combattere la discendenza che teneva imprigionato il Bresakr, la stirpe di Olam Kesher."
" I documenti dicono che la stirpe di Olam Kesher è stata distrutta dal Bresark…" Commentò Kage.
" Questo è vero: quello che non dicono le Sacre Scritture è che la stirpe di Olam Kesher è riuscita ad imprigionare il proprio esecutore, e a nasconderlo a noi, impedendoci di potare a termine il nostro piano. E’ proprio per questo che si sono resi necessari i servigi di noi Angeli…"
" Tu, servo! " L’ira di Uriel esplose in tutta la sua portata : " Come osi rivelare segreti che non è concesso sapere agli esseri umani! Non hai né l’autorità né il potere per farlo… Fin troppo ho osservato l’arroganza di voi servi ritorcersi contro me e chi rappresento… Fin troppo oltre vi siete spinti… Ma la sorte non sarà così favorevole per te, Angelo : e anche tu, Iafet! Osserva cosa succede a chi tradisce la nostra stirpe !"
Improvvisamente , Rama iniziò a contorcersi orribilmente, come se un invisibile scarica elettrica ne ledesse le carni dall’interno : caduto a terra, in preda a convulsioni devastanti , gli arti contratti e rilasciati innaturalmente, veniva schernito dal suo carnefice : " Guarda, Iafet! Lo vedi?Presto succederà anche a te, se non prendi una decisione ponderata nei confronti dei tuoi alleati."
" Cosa gli stai facendo?" Gridò Benares ad Uriel.
La macchina rispose con una raccapricciante risata : " Pensavi che non ci fossimo tutelati ? Che lasciassimo nelle mani di un portatore umano le nostre preziosissime unità? Il vostro cervello è stata la nostra invenzione migliore : vi permette una minima autonomia rispetto alle bestie in modo tale che non dobbiate dipendere da noi, ma basta così poco per suggestionarlo, danneggiarlo e riportarvi alla condizione di schiavi quali siete. Quando la volontà di un Angelo è finalmente piegata , e le cellule del cervello vengono sostituite definitivamente , entra in funzione il nostro sistema di controllo. A quel punto , possiamo utilizzarvi come fantocci , e se i pupazzi non funzionano bene, possono essere portati a migliori disposizioni…" E così facendo puntò in direzione di Sem, che giaceva a terra : " C’è anche la possibilità che voi decidiate di unirvi a noi, e allora il processo può essere invertito : basta regolare il sistema di erogazione degli ormoni … Ma mai nessuno di voi tre ha deciso in questo modo…E a noi non è mai dispiaciuto farvi ubbidire con la forza. Sai cosa vuol dire tutto questo?"
Benares rimase in silenzio: da una parte la creatura che lo stava minacciando lievitava ad alcuni metri di altezza , sputando la propria tronfia arroganza; poco distante , Rama era ancora in preda di un attacco terribile : l’ipotesi di condividere il medesimo destino lo spaventava, ma ne incupiva l’ira; dietro di lui c’era l’uomo che gli aveva rubato la vita , e che ora ne invocava la protezione in maniera subdola, cercando di ottenere dalla situazione quanti benefici potesse…Nella sua mente si creò il vuoto, gli occhi chiusi cercando un appiglio per il suo futuro.
" Allora, Servo!" Tuonò la Macchina : " Hai capito quanto poco tempo ti rimane? "
Avvenne così : l’ultimo Angelo avvertì un flebile rumore metallico dentro la sua testa, e una fu
Benaresyama
Capitolo XXXIV