Le feste di Natale sono alle porte e Kult non si sottrae alla tradizione dei regali offrendo, come e addirittura più del solito, una rubrica ricca di articoli altrettanto ricchi. Leo e Paolo sono reduci da una visita breve (ma intensa) al recente Festival di Torino, ormai stabilmente il più importante festival nazionale dopo Venezia. Il passaggio di consegne tra Barbera, promosso al Lido, e DellaCasa, curatore storico, non sembra avere avuto ripercussioni, anzi. La formula di ridurre accrediti culturali per vendere più biglietti ha superato ogni aspettativa, causando pure file interminabili e calca da evento. Leo dice che il programma è addirittura "drogato" da sezioni troppo accattivanti e anteprime forse inutili; lo potrete leggere nei suoi due articoli. Paolo: come sopra. Col suo stile riflessivo e penetrante (poi Paolo ti spiego…) completa la panoramica sul festival.
Il mio contributo riguarda invece Guido Chiesa ed il suo "Il partigiano Johnny", ma leggerete più di memoria e di Resistenza che di cinema. Non citato nell’articolo in questione vi butto lì una frase del regista torinese pronunciata dopo la proiezione del film: "la cinefilia è nemica del cinema". Cosa ne pensate?
Alla prima e alla seconda
Michele Benatti