Trust No One
(Capitol, 2001)
C’erano una volta i Jane’s Addiction, la band alternative-rock per eccellenza. Formatisi nella seconda metà degli anni ottanta, all’inizio del decennio successivo si erano però già sciolti nonostante il significativo successo artistico e commerciale conosciuto nella loro pur breve carriera. Da allora le strade dei singoli membri si sono separate, per tornare più o meno sporadicamente a riunirsi negli anni successivi ma senza che nessuna delle loro imprese musicali (ultimi Porno For Pyros esclusi) riuscisse a rivaleggiare con il periodo d’oro del gruppo originario. In questi giorni a rinverdire i fasti del passato sono impegnati tanto Perry Farrell che Dave Navarro, rispettivamente voce e chitarra dei Jane’s Addiction, i cui lavori solisti erano previsti in uscita a pochi giorni di distanza: continui ritardi e rinvii hanno peraltro fatto sì che quello di Perry, di cui si parla ormai da tempo immemore, venisse preceduto sugli scaffali dei negozi da Trust No One.
Navarro, professionista navigato nell’ambiente alternative-rock (vanta anche una breve militanza nei Red Hot Chili Peppers), ha confezionato un album abbastanza rispettoso verso le sue radici. L’elettronica che costituisce l’asse portante del lavoro di Farrell, tutto teso all’esplorazione di ambiti sonori sconosciuti ai vecchi Jane’s Addiction, qui è impiegata con moderazione: chi proprio non la digerisce farà meglio comunqu a mettersi il cuore in pace, perché a quanto pare non è rimasto più alcun musicista rock al riparo dalla tentazione di mettersi a giocare un poco con le nuove tecnologie… Sempre in riferimento ai Jane’s Addiction, Trust No One è assai meno funky e si muove piuttosto nell’ambito di un hard vagamente psichedelico, non lontano da certi Alice In Chains e, perché no, Soundgarden: per dirla tutta, più che di Dave Navarro potrebbe sembrare un lavoro solista di Chris Cornell o Jerry Cantrell (a proposito: ragazzi, quando si replica?). In certi frangenti (penso ad Everything o a Not For Nothing, ad esempio) affiora anche una certa affinità con l’hard filtrato ed elettronico dei Filter, a testimonianza del fatto che Dave non manca di tenersi al passo con i tempi.
Delle atmosfere gruppo che lo portò alla ribalta Navarro conserva in definitiva relativamente poco, affermando invece una propria personalità orientata in altre direzioni. Trust No One forse non vi farà saltare dalla sedia per l’entusiasmo ma è un buon lavoro, che non mancherà di strappare consensi ai nostalgici dell’ondata grunge ma anche, più in generale, a chi è curioso di capire quale strada possa imboccare l’hard rock nel prossimo futuro.
Dave Navarro
Fabrizio Claudio Marcon