Ad Amélie piace: tuffare le dita in un morbido sacco di legumi, rompere con il cucchiaino la crosta della crème brulée, gettare sassi nel canale Saint Martin, guardare la gente mentre è al cinema e notare particolari che nessuno nota.. Amélie lavora come cameriera a "Les Deux Moulins", un bistrot di Montmartre, a Parigi, e vive da sola in un piccolo appartamento dalle pareti rosse. È una ragazza fondamentalmente sola. La sua infanzia è stata segnata dalla freddezza del padre a dalla morte prematura della madre. Da allora Amélie si è costruita un mondo a sua misura, nell’attesa di raggiungere l’età per uscire di casa. Il giorno in cui Lady Diana muore nel tunnel a Parigi è il giorno che cambierà la sua vita. Questo è l’inizio della pellicola destinata ad essere sicuramente il miglior film della stagione. Tutti gli appassionati di cinema possono smettere di cercare per quest’anno. Esagero? Forse, ma sicuramente non per me. È stato amore a prima vista, quasi un’ossessione che mi ha portato a rivedere2 il film due giorni dopo la mia prima visione. Ed evidentemente non è stata solo per me, visto lo strepitoso successo di pubblico in Francia e in Germania. Anche la critica lo ha amato assegnandogli il Premio Europeo come miglior film dell’anno. E probabilmente sarà destinato all’Oscar….
Sto parlando de "Il Favoloso Mondo di Amélie", di Jean-Pierre Jeunet, l’originale regista transalpino autore già nel 1991, in coppia con Marc Caro, del visionario "Delicatessen". Si torna realmente a sognare al cinema con questa pellicola, un fantastico viaggio nella vita di Amélie Poulain, giovane parigina dall’infanzia solitaria alla ricerca, come noi tutti, dell’amore e della felicità. Per Amélie questo percorso non segue una traiettoria lineare, la sua storia non le ha permesso di sentirsi amata fino in fondo dai genitori. La felicità può fare paura a chi non è abituato a riceverla, forse è più facile ottenerla di riflesso, facendo felici gli altri. È quello che fa Amélie, finché non le capiterà l’occasione di trovare il possibile amore della sua vita, Nino3, un ragazzo come lei sognatore e dall’infanzia solitaria. Ma non le sarà sufficiente muoversi da sola nel complicato ed intricato tessuto che lei stessa tesse con straordinaria abilità; ci vorrà qualcuno che l’accompagni in questo viaggio: "l’uomo di vetro" ed altri personaggi che la circondano.
Troppo bello anche per parlarne, ad ogni frase si rischia di essere banali. Parigi, sfondo in cui si muovono i personaggi assomiglia ad una città delle fiabe, dipinta con colori pastello da un Jean-Pierre Jeunet straordinariamente ispirato. La Gare de Lyon diventa lo scenario ideale per i fantasmi di questa storia, frammenti di fotografie nonché frammenti di vite che Nino decide di resuscitare. E sarà proprio grazie a queste storie dimenticate che i due s’incontreranno.
Amélie è una ragazza estremamente romantica che, con la stessa contorta e misteriosa genialità, è capace da un lato di riportare in superficie la gioia di vivere nella gente, ma nello stesso tempo di punire chi questa gioia di vivere la vuole togliere agli altri. È il misterioso ed inafferrabile volto de "Le Déjeuner des Canotiers", di Auguste Renoir, che "l’uomo di vetro" ossessionato tenta di svelare. Svelando il segreto di Amélie, sarà in grado di capire anche il quadro e in qualche modo sé stesso. Misteri, segreti, fantasmi, luoghi incantati, non si può rivelare di più del "Favoloso Mondo di Amélie", sarebbe un vero delitto. Queste goffe poche righe sono dettate dall’emozione e ben poco vi aiutano ad orientarvi. Fidatevi, e lasciatevi sedurre anche voi dai profondi occhi neri di Amélie. Potrebbe essere una favola e potrebbe essere vero. Di sicuro è quello che anche noi vorremmo vivere quotidianamente: l’allegria e l’ottimismo della felicità.
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Folgorazione
Andrea Leonardi
"Rivedere" un film dopo così poco tempo significa qualcosa, credeteci.
E’ quello che Amelie di mangia con gli occhi sullo sfondo di quest’articolo.