KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Micol Martinez

8 min read
 
Micol Martinez è cantautrice, dj per noti locali, attrice epittrice. Tra le sue esperienze si annoverano gli opening act per Max Gazzè eCristina Donà, collaborazioni per l’album “Storia di Caino” di Cesare Basile(Urtovox, 2008), per Dave Muldoon nell’album “Little boy blue” e per Garbo. Hapartecipato ai videoclip di Negrita, La Crus, Solidamor, Fabrizio Coppola. Nel2007 ha interpretato il suo primo film come protagonista in “Tagliare leparti in grigio” di Vittorio Rifranti. “Copenhagen” è il suo primo disco(Discipline/Bla Bla Bla/Venus).
 
 
MicolMartinez : voce, cori
Cesare Basile: chitarre, piano, batteria, banjo, cori, glockenspiel, kalimba
Luca Recchia: basso, tastiere, shiruti, cori, pianoforte
Alberto Turra: chitarre
Roberto Dell’Era: basso
Enrico Gabrielli: piano, fiati
Alessio Russo: batteria
Rodrigo D’Erasmo: violino
Fabio Rondanini: batteria
Produzione artistica: Cesare Basile con la partecipazione di Luca Recchia
Testi e Musiche: Micola Martinez, tranne 2, 7 e 8 (Martineza-Basile), 5(Martinez-Fraticelli)
Registrazioni: Luca Recchia e Guido Andreani prezzo Carezza Studio
Missaggi: Guido Andreani e Cesare Basile presso Fm Studio
Progetto grafico: Micol Martinex e Robert Herzig. Disegni di Roberto Herzig.
Foto retro: Anna Limosani
Produzione esecutiva: Micol Martinez, Francesco Mormile e Luca Urbani perDiscipline

Titoli:
Copenhagen
Mercanti di parole
Il vino dei ciliegi
Stupore
Il cielo (primo singolo in rotazione radiofonica)
A guado
Testamento biologico
L’ultima notte
Donna di fiori 

 
Davide
CiaoMicol. Prima di saperne di più, ho ascoltato “Copenhagen” e ho pensato che nonpotesse trattarsi di un disco d’esordio. Invece lo è, anche se in effettiproprio esordiente non sei. Notevole… Non soltanto per l’esecuzione e gliarrangiamenti, ma nondimeno per l’incisività e la bellezza delle tue canzoni,il modo penetrante che hai di interpretarle. Le tue competenze oggi certodipendono anche da quel che hai fatto prima, un bel numero di esperienzeaccanto a professionisti di indubbio valore e spessore artistico. Quali sonostate le tappe per te più importanti come cantautrice?
 
Micol
Ciao.Grazie! È stato un processo molto lento. Scrivo da quando ero bambina ma acausa di una forte insicurezza nessuno aveva mai sentito le mie canzoni fino asei anni fa. Le tappe coincidono quindi con il lento abbattimento diquell’insicurezza: lo studio di recitazione è stata la prima tappa; la secondaè stata l’incontro con alcune persone a cui ho avuto il “coraggio” di farascoltare alcuni miei brani; la terza l’incontro con altre personedell’ambiente musicale indipendente italiano con cui ho cominciato acollaborare musicalmente.  
 
Davide
L’album è uscito il 29 gennaio 2010. Oltre alle ottimerecensioni finora ottenute, cosa è successo nei cinque mesi dopo fino ad oggi?
 
Micol
Sono molto felice dellerecensioni uscite fino ad ora. Speravo che l’album fosse recepito come unlavoro sincero nato da una reale esigenza espressiva e così è stato. 
Cos’èsuccesso fino ad ora… mille interviste, tanti riconoscimenti a livello distampa, una manciata di concerti.
Hoanche avuto l’occasione di essere invitata, per “testamento biologico”, ad unatrasmissione dove ho potuto conoscere Beppino Englaro. La sensazione di poter amio modo essere utile supportando una causa in cui credo è stata una delle cosepiù belle accadute in questo periodo. Parallelamente al supporto di tantepersone – dai giornalisti che su stampa o radio, come te, mi hanno dato lapossibilità di esprimermi, a colleghi musicisti che mi sostengono, come miappoggia incondizionatamente la mia etichetta (Discipline) – ho avuto anchel’occasione di vedere il lato buio di questo mondo; quello di squali pocoprofessionali e inaspettate invidie. Ma questo è il mondo. È l’essere umanonelle sue mille sfaccettature. Magari nel prossimo album parlerò anche di questo.
 
Davide
Consideratal’esperienza di chi ha suonato con te, quali sono stati i consigli piùimportanti che hai ricevuto dai musicisti e dalla produzione? Quali haipreferito non seguire per restare fedele alle tue idee di partenza?
 
Micol              
Hocominciato il lavoro sul primo disco molto tempo fa con persone molto belleumanamente, e che tutt’ora ringrazio per il loro apporto, ma che avevano ideepoco coincidenti con la mia scrittura. Su un progetto come il mio, il concettodi “singolo con il ritornello che apre” e “testo comprensibile a tutti se nonon lo passano in radio” non funziona ed inizialmente è stato addiritturadistruttivo: mi portava a bloccarmi sulla scrittura ancora prima di cominciare(ho poi buttato il 90% di quello che scrivevo allora). Quindi questo è quelloche ho preferito non seguire.
Hoinvece seguito i consigli di Cesare Basile, Luca Recchia e delle persone chehanno lavorato su “Copenhagen”: verso una totale onestà in scrittura – nessunodi loro mi ha insegnato a scrivere, semmai mi hanno spronata continuamente adun approccio puro alla scrittura –  e verso “L’Ascolto” della canzone, che èquello che più è necessario per capire come interpretare la stessa.  Durante leregistrazioni mi hanno consigliata in tutto: ho davvero imparato molto.
 
Davide
Parliamodel titolo. Copenhagen, ovvero il porto dei mercanti, come è nelsignificato del nome della capitale danese… Perché hai intitolato questo albuma Copenhagen e come ti poni tu rispetto al rapporto tra arte e commercio oggi,in un tempo e in un paese dove soprattutto la musica ormai si considerapatrimonio gratuito di tutti?
 
Micol
La scelta di “Copenhagen”come titolo dell’album è per una ragione fonetica,  per una ragione personale(una persona a cui ero legata in quel periodo era nella città danese), perché èuna canzone contenuta nell’album, perché apre ad un immaginario molto forte, perchéil disco è incentrato su dinamiche umane: il porto dei mercanti, tu stesso misuggerisci la risposta… è proprio così.
Per quello che riguarda ilcome mi pongo di fronte ad arte e commercio: la musica è vita e deve esserepatrimonio di tutti. Questo non vuol dire che non debba esserne  riconosciutoil valore. In questo momento purtroppo, mi pare le cose vadano esattamente inquesta direzione.
Mi dai una decina dipagine per parlarne? Meglio di no; temo di diventare logorroica, ipercriticae…  anche un po’ antipatica.
 
Davide
Tuttele pagine che vuoi, quando vuoi.
Èstata la mia primissima impressione… C’è qualcosa della maturità artistica diNada nelle tue canzoni? Quali artisti ti porti ormai indelebilmente dentro?
 
Micol
Ammettodi non conoscere tutto il lavoro di Nada ma apprezzo tantissimo quel poco -rispetto alla sua lunga carriera –  che conosco.
Nonso perché. Forse è solo un caso ma ho sempre seguito la musica di artiste donnestraniere.
Vedocomunque in Nada un’artista che non è scesa a compromessi, che ha fatto cononestà, coerenza, professionalità e sensibilità il suo lavoro, rispettandolo erispettandosi quindi come donna e artista.
Cisono altri casi simili, ma sempre più rari. Lei, davvero,  potrebbe essere perme un esempio.
Gliartisti che mi sono rimasti dentro indelebilmente sono moltissimi e per ragionidiverse. Sarebbe un elenco infinito… o tutti o nessuno. Mhm… anche qui… hai qualchepaginetta in più da lasciarmi?
 
Davide
Nonostante l’enorme lavoro di ricerca di tutto il Novecento,preconizato e auspicato da Eduard Hanslick, per oggettivare l’estetica musicalee distaccarla dal soggetto senziente, il bello musicale continua a essere daipiù considerato dal lato dell’impressione soggettiva che esso produce, con ilcompito, quindi, di dover agire sui sentimenti dell’uomo, più chesull’intelletto da un punto di vista concettuale e oggettivo. In primo luogo sistabilisce come scopo e destinazione della musica il dover suscitare (bei)sentimenti o (belle) emozioni. Cosa invece stabilisci tu come scopo edestinazione della tua musica? Cos’è per te il bello musicale?
 
Micol
Il mio approccio alla musica, del tutto intuitivo, nonprevede una finalizzazione a priori della stessa, nemmeno se lo scopo fosse labellezza oggettiva. L’uomo in quanto tale “tende” alla bellezza oggettiva, uncontinuo desiderio ed una continua tensione verso l'”alto” (rimasugli di scuolami ricordano che desiderio significa distanza dalle stelle).  Il bello sta inquella distanza e in quella tensione.  Vorrei riuscire in musica a “sostenere”questo pensiero. In realtà, già riuscire a creare quella coincidenza perfettatra musica – parola – concetto – immagini è un buon punto di partenza tantoquanto riuscire a toccare quei punti comuni in tutti gli uomini. Per riuscirci,la forma ha un fortissimo valore. Lo scopo sarebbe raggiungere quell’altezzache ti permette di trovare un linguaggio universale oggettivo. Mi sento così”piccola” in questo senso… faccio quel che posso. Mi piace l’idea di portare adaltri emozioni e permettere loro di riconoscersi in esse, magari offrire puntidi vista diversi, o poter addirittura far riflettere qualcuno a proposito di untema o un altro. Magari arricchire… in un modo o nell’altro. Ma non ci penso,scrivo perché ne ho bisogno, perché è una necessità quasi feroce. 
 
Davide
Tuoe di Robert Herzig il progetto grafico del cd, mentre i disegni del bookletsono di Herzig. Vorrei saperne di più della Micol pittrice. Ci puoi donare, dariprodurre qui e ora, una delle tue opere che ritieni la tua migliore erappresentativa? Quali pittori o correnti ami in particolare? Che tipo diricerche conduci in ambito pittorico?
 
Micol
Purtroppo l’insicurezza dicui parlavo all’inizio resta latente, e se in musica, attraverso il lavorocostante e l’applicazione, è quasi svanita, non lo è ad esempio in pittura. Miè sempre piaciuto dipingere, ma solo le mie amiche più care hanno vistoqualcosa. Da anni non dipingo. Quello che ho fatto credo sia da qualche parte acasa dei miei, se non è stato disperso nei vari traslochi. Qualche amico ha unmio quadretto appeso in casa. A me non è rimasto niente.
Houna nonna pittrice. In casa mia a Milano le pareti sono coperte di qualche suaopera originale e copie di Van Gogh, Picasso, Hopper e Gauguin che ho chiesto alei di riprodurre perché li amo molto. Un piccolo museo sul  Naviglio. La miatana
 
Davide
Che bel testo hai scritto ne “Il testamento biologico”… Sarebbefantastico vivere in un mondo idealisticamente desiderabile per tutti, in unautopia globale il più possibile senza sofferenze e oscurità, ma le stesseutopie (secondo i valori di chi?), per funzionare, diventano terrificantidistopie. Occorre anche a te di avere un po’ di caos per partorire una stelladanzante? Quale funzione ti piacerebbe o pensi di assegnare alla tua musica perl’arricchimento tuo personale e di chi la riceve?
 
Micol
Sì,ho bisogno del caos ma non devo sforzarmi per cercarlo.  Basta guardarsi dentroe dare un occhiata al “fuori”.
Nonassegno alcuna funzione alla mia musica. Mi auguro mi accompagni sempre; ciarricchiamo vicendevolmente, come buone compagne di viaggio.  Se poiaccompagnerà altre persone, tanto meglio.
 
Davide
Cosafarai adesso?
 
Micol
Midedico alla risoluzione di qualche problema lavorativo riguardante il settorelive (purtroppo sono incappata in passato in persone poco oneste quindi oracerco di risolvere); provo ad inventarmi modi per gestire il comune problemadella “sopravvivenza” (la settimana scorsa ho suonato ad un matrimonio… cista); continuo a scrivere, ma questo viene naturalmente; mi organizzo per fareun po’ di vacanze in Sicilia, visto che sarò lì per qualche concerto e DJ Set.
 
Davide
Dantedisse che tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e ibambini. Quali per te?
 
Micol
Il vino. Soprattuttorosso.
Rosso … Rosso…

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti