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La vittoria del 1934 – Alessandro D’Ascanio

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I campionatimondiali di calcio nellapolitica del regime
Edizioni Solfanelli
Saggistica
Collana Faretra
Pagg. 232
ISBN 978-88-89756-98-0
Prezzo € 16,00
 
Il gioco del calcio non è mai stato per meuna passione, ma un’occasione di svago e divertimento, e solo nel caso che lepartite vedano di fronte due squadre disposte a dar spettacolo. Siamo comunquein periodo di mondiali e mi sembra giusto dare un po’ di spazio a questo sportche ha rappresentato più di mezzo secolo fa uno strumento di sostegno di unregime all’interno del paese e di supporto anche a una certa politica esterafatta di proclami roboanti, seguiti spesso da azioni moderatrici, del tipoinsomma proprio della tattica del bastone e della carota.
E in questo sta l’interesse di questo belsaggio di Alessandro D’Ascanio che ha come punto di partenza la nostra primavittoria dei mondiali calcio, quella del 1934, con la nazionale italianaguidata dal mitico Vittorio Pozzo.
Il testo è un lucido spaccato di un periodonel quale anche una partita di calcio e soprattutto la conquista del primatorappresentavano un biglietto da visita di un paese che voleva emergere a tuttii costi, rinsaldando il fronte interno con la comune passione per questo sporte cercando di conferire uno spirito nazionalistico, indispensabile al regimeper poter avere basi solide. Non è che questo consenso sportivo si rivelò poiinossidabile, anzi si poté notare e ancor oggi si vede l’assenza di una forteidentità di popolo, quella coesione ferma e irremovibile che invano il fascismotentò di realizzare richiamandosi anche alle glorie dell’antica Roma.
La manifestazione sportiva del 1934 fuvoluta fortemente da Mussolini e, grazie anche a un ingente sforzo finanziario,riuscì bene, culminando con il meritato successo dei nostri giocatori. Il tuttoappare come una delle più efficaci campagne di propaganda, come detto rivoltanon solo all’interno, ma anche all’esterno.
L’impressione che si voleva dare era quelladi un paese unito e orgoglioso, pacifico, ma non disponibile a cedere ad altrile proprie ambizioni di riscatto per arrivare ad essere alla pari con le grandipotenze.
Era il 1934 e quindi mancavano sei annialla nostra entrata in guerra, evento che in breve avrebbe dissolto un’immaginecosì faticosamente costruita anche attraverso quel campionato del mondo.
Il libro di D’Ascanio è un’analisi diquella Coppa Rimet (come allora si chiamava), di quanto fosse sentita dalfascismo, e quindi degli scopi che si proponeva il regime, delle sue ricadute,cioè dei risultati, sempre in funzione politica.
Si respira nelle pagine una storia ancorrecente, si scoprono tante cose che ignoravamo, ma, soprattutto, si comprendecome il gioco del calcio ad alto livello possa costituire anche una risorsa perchi detiene il potere in un paese.
Da leggere, ne vale senz’altro la pena.    
 
Alessandro D’Ascanio, laureato inScienze politiche con una tesi in Storia dell’Italia contemporanea dal titolo Loscacchiere mediorientale nella politica estera italiana. Il centro-sinistra ela guerra deisei giorni, ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Critica storicagiuridica e economica dello sport” presso l’Università di Teramo. Cultore dellamateria presso la cattedra di sociologia dei fenomeni politici dell’Università”G. D’Annunzio” di Chieti,collabora all’attività della cattedra di Storia del Novecento della Facoltà diScienze politiche dell’università di Teramo.
     Ha pubblicato saggi e articoli su riviste distoria contemporanea tra iquali: Lo scacchiere mediorientale nella politica esteraitaliana. Il centrosinistra e la Guerra dei sei giorni, in”Italia Contemporanea”, n. 250, marzo 2008, pp. 121-145; Lo sport comestrumento di politica estera nella prima metà degli anni trenta: unapeculiarità solo italiana?, in “Sportlex“, anno I, n. 10, ottobre 2008,pp. 3-11; I gravi fatti di Roccamoricedel 1904. Il brusco impatto del mondo industriale in una provincia ruraledell’età giolittiana (in corso di pubblicazione su “Abruzzo contemporaneo”)e contributi in volumi collettanei tra i quali Il mare tra le terre, inLuigi Mastrangelo(a cura di), Giochi e sport in Abruzzo dall’antichità ai giorni nostri(Edizioni Scientifiche Abruzzesi, Pescara 2009) e Una rassegna bibliografica,con Luca Gasbarroe Francesca Mazzarini,in Giuseppe Sorgi (a cura di), Lo sport dopo le ideologie (Guaraldi,Rimini 2009), Laconcezione neo-marxista dello sport nell’analisi deicomunisti italiani, in Anna Di Giandomenico (a cura di), Le luci dellosport (Franco Angeli, Milano, in corso di pubblicazione).

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