Sabato 6 Febbraio l’insolito tour emiliano di Emir Kusturica ha fatto tappa al Teatro Valli di Reggio Emilia, quasi completamente pieno per l’occasione dell’incontro del regista con il pubblico. L’occasione è stata favorevole per notare come un’iniziativa apparentemente ovvia come questa sia invece poco (quasi mai) praticata e diffusa. Nell’ora e mezzo di quella che può definirsi una conferenza stampa, Kusturica1 e l’attore Miki Manojlovic hanno risposto senza indugio e senza filtro alle domande dei giovani partecipanti, evidentemente bramosi di chiedere al Kusturica persona e regista le curiosità più banali, le domandine saputelle da cinefilo nozionista o di parlare semplicemente (!!) di ex-Jugoslavia o del Kosovo.
Perché deve fare così notizia un incontro del genere? Perché, purtroppo, è molto raro. Quando l’estate scorsa furono "i Cortili" di Modena ad ospitare Ken Loach2 intervenirono centinaia di persone per ascoltarlo e lui per primo fu entusiasta della serata. Naturalmente non è così facile ospitare artisti del calibro di Loach e Kusturica al di fuori dei festival o delle grandi manifestazioni, ma la mancanza di contatto diretto col pubblico riguarda anche (e soprattutto) gli attori ed i registi italiani. L’ultima edizione della rassegna di cinema estivo di Reggio Emilia, denominata "Restate", ha cercato in parte di colmare questo vuoto e si è potuto ascoltare dalla viva voce di Faletti qualche curiosità sui sosia di Elvis e Marilyn, così come si è potuto fare col regista del film Per tutto il tempo che ci resta. La calorosa accoglienza del pubblico dovrebbe incentivare gli esercenti ed i responsabili degli appuntamenti cinematografici cittadini, e per Modena e Reggio Emilia penso al Circuito Cinema, ad infittire questo genere di appuntamenti ma ancor di più gli autori ed i protagonisti dei film italiani e stranieri.
Il rovescio della medaglia? Domande noiose ed esclusivamente autocelebrative da parte di quei fastidiosi pseudo-critici che conoscono tutta la filmografia, tutte le inquadrature e tutta la biografia di un regista col solo scopo di domandare a Kusturica "cosa ne pensi della purezza?". Domanda al quale un Kusturica stanco, soddisfatto, intelligente ed ironico ha risposto naturalmente sviando. Non ha sviato di certo quando un ragazzo di Sarajevo gli ha domandato, nella sua lingua, dove fosse finita l’attività culturale della vecchia città adesso in cenere. Non ha sviato Miki Manojlovic quando un attore reggiano dilettante gli ha posto la pur ovvia domanda su cosa può succedere ad uno sconosciuto attore teatrale che diventa improvvisamente famoso. A Ken Loach un irritante giovanotto (la parola è azzeccatissima se poteste vederlo) col look calvizie-coda-barbetta-occhialini-ciabatte-pantaloni larghi-camicia di lino-pacco di riviste in mano-aria indaffarata ha dato modo al regista di sapere che lui aveva visto tutti i suoi film almeno due volte infarcendo la domanda di "…e penso a quella scena piuttosto che a quell’altra…" poi ha concluso con "cosa ne pensa della attuale situazione politica in Inghilterra?". Sgomento: alla stessa domanda aveva appena finito di rispondere!
Fedeli Kultiani, e se partissimo dal basso? Si faccia vivo, ma SI FACCIA VIVO VERAMENTE, chi ha le riprese nel cassetto, chi ha una sceneggiatura pronta, chi vuole filmare un racconto o la cronaca di tutti i giorni. Perché? Credete che KULT sia solo una rivista di parole? A buon intenditore…
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Il regista in carne ed ossa
Michele Benatti
Emir Kusturica, nato a Sarajevo nel 1954, ha vinto numerosi premi (Cannes, Venezia). Il suo ultimo film è Gatto nero gatto bianco.
Il regista inglese de La canzone di Carla e del recentissimo My name is Joe.