Dopo 30 anni di assenza arriva l’atteso disco del trio milanese, pubblicato dalla Vololibero di Claudio Fucci. Attilio Zanchi, Claudio Lugli e Giancarlo Galli, con amici e special guest, tornano con un effervescente album di inediti e vecchi brani
Aliante: il volo cosmico dei Come Le Foglie!
Aliante: il volo cosmico dei Come Le Foglie!
Vololibero Edizioni/AMS, 2010
Distr. BTF
16 brani, 62 minuti
Uno dei nomi di culto del rock italiano anni ’70 torna finalmente in azione con il nuovo album Aliante: i Come Le Foglie! Lo storico trio, composto da tre formidabili musicisti come Attilio Zanchi, Claudio Lugli e Giancarlo Galli, ritorna per la gioia degli appassionati del miglior rock tricolore, con un eccellente lavoro prodotto dalla Vololibero Edizioni con AMS Records. Aliante è il primo disco ufficiale dei Come Le Foglie: nato a Milano sul finire degli anni ’60, il gruppo si sciolse a metà degli anni ’70, lasciando all’attivo solo una manciata di brani demo non definitivi, pubblicati su cd nel 1998. A differenza di tanti gruppi italiani dell’epoca, più vicini al linguaggio progressive inglese, i Come Le Foglie erano affascinati dalle sonorità West Coast americane: Crosby, Stills, Nash & Young, James Taylor e Joni Mitchell divennero i riferimenti preferiti per il trio, autore di un folk-rock in linea con gli umori psichedelici del periodo. Dopo la partecipazione a numerosi festival con PFM, Battiato, Banco, Osanna, Curved Air e tanti altri, i Come le Foglie si sciolsero, con l’unico lascito di alcune registrazioni demo di non eccelsa qualità. Intorno al 2005 i Come Le Foglie, spronati da Claudio Fucci, amico e collaboratore di vecchia data, riscoprono il piacere di risuonare insieme e di tornare all’opera. Nasce così il nuovo progetto Aliante, un lavoro idealmente diviso in due parti: se Ali mostra il materiale inedito del trio, Ante è un efficace “prima”, un prequel che restituisce all’ascoltatore odierno brani e suoni storici direttamente dagli anni ’70. Aliante è dunque l’occasione per scoprire nuovi pezzi tra psichedelia, rock e canzone e grandi classici come Incoscienza, Amalfi, Via Ludovico il Moro, L’emigrato e altri. Il nuovo disco, avvolto dalla grafica lisergica di Matteo Guarnaccia, vede la partecipazione di vecchi e nuovi amici: Massimo Priviero, Riccardo Luppi, Danilo Rossi, Martin Thurn-Mithoff degli Analogy, Keith Easdale, Marco Castiglioni e tanti altri.
“Una capsula del tempo all’incontrario, una psichedelica macchina wellsiana, una teiera volante (forse un aliante?) per planare silenziosi in quello che avrebbe potuto essere e non è mai stato. In fondo forse tutto è un grande gioco che, per quel che conta, testimonia solo della voglia di fare musica di tre giovani artisti mai invecchiati per davvero” (Claudio Fucci).
BIOGRAFIA
GIANCARLO GALLI: voce, chitarre, strumenti vari, autore.
ATTILIO ZANCHI: voce, contrabbasso, basso elettrico, autore.
CLAUDIO LUGLI: voce, chitarre, autore.
… anni ’60 e ’70…
Come Le Foglie vennero particolarmente influenzati da un suono di ispirazione americana basato su chitarre acustiche e armonie a più voci. Il trio vene formato a Milano intorno al 1968, dalle ceneri di un gruppo di rhythm & blues, la Formy Blues Band. Il loro repertorio iniziale era ricco di brani di artisti come Crosby Stills Nash & Young e Joni Mitchell, e il gruppo ebbe un’intensa attività concertistica ed un buon seguito nell’area milanese. All’inizio degli anni ’70 il trio cominciò ad elaborare un proprio suono, spesso con l’aiuto di musicisti esterni ma sempre mantenendo il loro stile americaneggiante. Tra i musicisti coinvolti in questo periodo i fiatisti Riccardo Luppi e Renato Rivolta ed il percussionista Marco De Palma.
Come Le Foglie presero parte a parecchi festival nel nord Italia ed ebbero la possibilità di aprire i concerti di importanti artisti italiani ed esteri come Osanna, PFM, Banco, Franco Battiato, Alan Sorrenti, Curved Air. Molte case discografiche si interessarono a loro e i tre registrarono molto materiale demo, ma i loro atteggiamenti senza compromessi gli negarono ogni possibilità di ottenere un contratto. Nell’estate del 1972 il gruppo fece una serie di concerti in piccoli locali in Inghilterra, una delle pochissime bands italiane ad avere un’opportunità del genere, e suonarono anche come spalla ai Magna Carta, con la trasmissione di una registrazione in una radio locale.
Come Le Foglie presero parte a parecchi festival nel nord Italia ed ebbero la possibilità di aprire i concerti di importanti artisti italiani ed esteri come Osanna, PFM, Banco, Franco Battiato, Alan Sorrenti, Curved Air. Molte case discografiche si interessarono a loro e i tre registrarono molto materiale demo, ma i loro atteggiamenti senza compromessi gli negarono ogni possibilità di ottenere un contratto. Nell’estate del 1972 il gruppo fece una serie di concerti in piccoli locali in Inghilterra, una delle pochissime bands italiane ad avere un’opportunità del genere, e suonarono anche come spalla ai Magna Carta, con la trasmissione di una registrazione in una radio locale.
Il gruppo si sciolse alla metà degli anni ’70, e purtroppo quasi tutte quelle registrazioni in studio mai incise su LP sono andate perse.
…tutto (ri)cominciò nell’autunno del 2004…
Giancarlo e Claudio Fucci in un bar di via Plinio, una telefonata per cercare il numero di Lugli, un ciaoeriassuntodellapropriavitaintrentaecondi con Attilio, un po’ di trepida indecisione e poi la proposta: “A Radio Popolare in dicembre facciamo una “Notte delle Chitarre” ricordando la stagione dei festival pop e l’ambiente musicale underground di quei tempi e ricordare la Milano dei ’70”. Ci devono essere Come le Foglie”… Fu così che due (Claudio e Giancarlo) su tre foglie si trovarono sul palco con Fucci, Yu Kung, Finardi, Camerini: insomma, con gli amici di un tempo. Fu una bella serata, con ottima musica. Purtroppo Attilio era chissà dove a suonare il suo contrabbasso, altrimenti la riunione della band al completo sarebbe avvenuta allora. Erano quasi trent’anni che non capitava di suonare assieme…
Di Come le Foglie, a parte due o tre striminzite citazioni in articoli e libri, si erano perse le tracce da anni. L’ultimo accenno all’esistenza delle Foglie, a quanto se ne sa, era stata fatto da Renzo Arbore negli anni ottanta in un pezzo sul Corriere dedicato ai buffi nomi dei gruppi italiani di un tempo! Anche individualmente le Foglie erano da tempo disperse al vento, eccezion fatta per Attilio che era diventato professore al conservatorio e celebre jazzman. Claudio era finito in Romagna per il suo lavoro e praticamente non suonava più se non con amici e Giancarlo, anche se, spesso sotto pseudonimo, aveva continuato più o meno a dilettarsi con il rock di Massimo Priviero come arrangiatore e polistrumentista, non aveva tuttavia fatto personalmente più nulla di serio. Quindi le Foglie non c’erano proprio più…
Siamo ora al 2005: Come le Foglie vengono contattati per un intervista da Giordano Casiraghi che sta scrivendo un libro intitolato “Anni 70 Generazione Rock”. Per festeggiare il suo interessante libro Giordano pensa di organizzare un mega concerto al Bloom di Mezzago, vicino a Milano. C’erano gli Stormy Six, Il Biglietto per l’Inferno, Claudio Fucci, Carlo Marrale dei Matia Bazar, i Mercanti di Liquore, Ezio Guaitamacchi, i Jumbo e veramente un sacco d’altri artisti per una serie di performance che durò oltre cinque ore. E c’erano Come le Foglie in formazione completa. L’idea di (ri)mettersi insieme venne allora: era stato davvero grande il piacere provato nel (ri)suonare insieme.
Poi Claudio Fucci chiamò le Foglie a intervenire, come già era stato nel suo LP eponimo del ’74, nel suo nuovo album Synkretiko del 2006 e lì le Foglie si (ri)trovarono insieme ma mai simultaneamente; poi Matthias Scheller buttò lì l’idea di stampare un po’ dei vecchi demo ripuliti al meglio e, magari, anche, forse, e perché no?, nuovo materiale. Insomma, molto lentamente e compatibilmente ai complicati tempi di tre distinti cinquantenni si è iniziato a lavorare a un progetto che, all’inizio, prevedeva solo due o tre pezzi nuovi, oltre al lavoro di ripulitura del materiale d’epoca. Quello che nessuno sapeva era che la vecchia magia c’era ancora e che c’era mucho mojo che aspettava solo di essere liberato…
Fu come se solo la sera prima si fosse smesso di provare, le voci (un po’ arrugginite, è vero) si riaccordarono, le chitarre trovarono ognuna la propria parte e il basso era lì solido che si amalgamava come un tempo; poi saltarono fuori i ricordi di molte canzoni mai incise ma che facevano parte della produzione delle Foglie dal vivo, e, con grande stupore di tutti ci si accorse che la cosa “funzionava”. Così i due o tre pezzi sono diventati nove nuove incisioni che aggiunte al lavoro sul vecchio materiale ci danno quasi un’ora di materiale Fogliare: non male!
Comunicato stampa a cura di Synpress44.
Informazioni:
Come Le Foglie
Vololibero Edizioni:
Synpress44 Ufficio stampa
Intervista
Davide
Ciao. È stato davvero un grande piacere poter finalmente ascoltare un vostro disco. Come vi siete ritrovati è ampiamente raccontato. Ho letto che molte case discografiche si interessarono a voi e che registraste molto materiale demo, ma i vostri atteggiamenti senza compromessi vi negarono ogni possibilità di ottenere un contratto. Mi piacerebbe approfondire questo aspetto e conoscere meglio la natura di quei compromessi. Inoltre, rifareste nello stesso modo oggi?
Come Le Foglie
Era uno strano tempo… Noi suonavamo molto in giro soprattutto in situazioni alternative come feste spontanee, occupazioni, festival pop, feste di finanziamento per il “movimento” o, semplicemente, all’angolo di strada, soprattutto a Brera, che era la nostra piccola Haight Ashbury. È vero che amici, uno tra tutti Massimo Villa, ci hanno fatto avere delle audizioni e che ci siamo andati ma alla fine non siamo mai arrivati al dunque. Dovete pensare che le case discografiche, all’epoca (o ancor oggi?) erano gestite da personaggi all’inseguimento delle mode. E noi forse eravamo un po’ troppo fuori dagli schemi per assecondarli. Ricordiamo ancora con orrore un provino in Ariston: un tecnico in camice bianco ci chiese di metter dentro un po’ di suoni alla Hendrix nella nostra musica! Un altra volta, credo fosse la Ricordi, ci propose un contratto capestro per fare da spalla al tour del Banco. Salvadori della Trident ci fece suonare qua e là come gruppo di supporto e, dopo un paio di discussioni sui rimborsi, lo salutammo… e così via. Parlando dell’oggi le tecnologie hanno di fatto reso obsoleto quel modello di distribuzione e di produzione. Chiunque in casa può fare da sé prodotti di alto livello e pubblicarseli. La rete ha bypassato le case dicografiche. È davvero un altro mondo, forse migliore dal punto di vista delle possibilità creative ma un po’ meno per le possibiltà espressive dal vivo.
Davide
La musica West Coast è il genere che più si avvicina a descrivere anche la vostra musica oltre al progressive folk inglese. Nata dal country rock, la West Coast si sviluppa verso vari orizzonti musicali che hanno toccato pop, soul e fusion, creando una vera e propria unione di questi generi e dando vita a lavori di difficile collocazione e definizione. Proprio come la musica progressive. Cosa amavate e amate ancora oggi in quella musica che veniva dalla California, e in quella di Albione (Strawbs, Amazing Blondel, Fairport Convention, Steeleye Span…)?
Come Le Foglie
I gruppi che più ci interessavano erano quelli inglesi del cosiddetto “Contemporary Folk” come ad esempio la Incredible String Band, i Tir Na Nog, i Magna Carta, oltre a quelli da te citati. Ci affascinava la frammistione di generi. Tutti noi venivamo da esperienze più vicine al rock-blues e dischi come The Blues Alone di Mayall o Disraeli Gears dei Cream erano il nostro altro riferimento. La West Coast la abbiamo trovata naturalmente vicina a noi. Ci erano saltati gli amplificatori e quindi era meglio arrangiare i pezzi con voci ed acustiche (almeno questa è la leggenda che ci piace raccontare). In realtà Attilio ha sempre avuto nel sangue il jazz, Giancarlo la musica folk e la sperimentazione mentre Claudio ha da sempre amato il pop. A pensarci bene ci sono dentro le stesse matrici di Crosby, Stills e Nash
Davide
Nella seconda metà degli anni ’70 il progressive (ma non solo il progressive) ricevette un duro colpo dal punk da una parte e dalla discomusic dall’altra. Alcuni dischi eccellenti di musica progressive non furono più prodotti, sebbene già pronti. Qualcuno (per fortuna) è stato recuperato, come è stato nel caso degli Autumn e il loro Ocean World del 77, mai pubblicato (fino al 1999) a causa dell’interesse e dei riscontri a livello commerciale in Inghilterra spostatisi sul punk. La West Coast Music invece, anche da noi, continuò a piacere ancora fino ai primi anni ’80. Per quale motivo voi scioglieste il gruppo? Come viveste inoltre quel periodo di cambiamenti musicali?
Come Le Foglie
Negli anni ’80 ognuno di noi ha fatto le sue scelte. Semplicemente non ci sentivamo più in sintonia con la musica che girava attorno. Claudio e Giancarlo si laurearono, Attilio intraprese serissimi studi musicali e così via. Giancarlo ha continuato a suonare rock in oscuri gruppi da garage e, ovviamente, ha apprezzato molto punk e dintorni, gli XTC sono tutt’ora il gruppo da lui preferito e London Calling è uno dei suoi dischi da salvare nell’isola deserta. Attilio invece si spostò verso aree più prog, ad esempio con i Maad e poi decisamente verso il jazz. Alla fin fine ci fu la diaspora, pian pano ci si allontanò tutti da Milano. A ben pensarci non credo che nessuno di noi avesse poi più di tanto interesse per la West Coast, se si esclude il suo lato più raffinato, ad esempio Joni Mitchell, James Taylor o addirittura personaggi veramente minori come Judee Sill o John Sebastian. Forse la nostra West Coast era davvero il movimento hippy, che non c’era più.
Davide
In passato apriste i concerti di molti grandi nomi della musica (Banco, Osanna, Battiato, PFM ecc.). Chi sono stati i musicisti italiani che più avete ammirato allora e in seguito?
Come Le Foglie
Senza dubbio Battiato era un grosso shock… all’epoca vestito in calzamaglia color verde pisello era veramente un alieno! Indubbiamente la PFM era una band fantastica, ma le nostre simpatie andavano verso artisti più sanguigni, come ad esempio Finardi, gli Stormy Six, il Camerini del Pacco o la indimenticata Donatella Bardi. Parlando del poi è difficile dire. Cose che un tempo ci facevano senso oggi le apprezziamo e viceversa… Forse abbiamo sempre guardato più all’area inglese ed americana che al giardino di casa nostra. È comunque indubbio che oggi il livello dei musicisti italiani sia enormemente migliorato, basti pensare ad Elio e Le Storie Tese.
Davide
La vostra è una musica solare… L’associazione libera mi richiama l’energia solare, la luce, quindi la fotosintesi… è per questo che vi chiamaste “Come le foglie”? O pensavate alla poesia omonima del poeta greco Mimnermo, in riferimento alla antitesi tra i divertimeti della giovinezza e l’incombenza triste della vecchiaia? O per quale altro motivo sceglieste un nome così originale?
Come Le Foglie
Il nome venne fuori un giorno tornando a casa da scuola. Avevamo smesso di fare rock blues e ci si trovava sempre più spesso in casa di qualcuno ad improvvisare e a cantare insieme in acustico, Forse ci piaceva l’idea di non essere qualcosa ma come qualcosa, di riferirci alla natura e alla sua forza, di richiamare l’idea hippy di un mondo fresco in cui crescere e da cui attingere suoni ed idee. In fin dei conti più che a Mimnermo pensavamo alla provvisorietà di Ungaretti e alle sue foglie autunnali, o forse niente di tutto questo. D’altronde era anche un momento di nomi molto creativi o no?
Davide
Decisamente… Uccelli, gabbiani, vento, arcobaleni, aeroplani, voli e piloti da caccia, la luce e il cielo, il sole (meraviglioso quello greco che impigrisce sulla grecheggiante Isola di Hydra)… I testi di “Aliante” sono ricchi di riferimenti all’aria. Si dice, a livello esoterico, che l’aria (come il fuoco) è elemento perfetto, più sottile e spirituale, e può agire sugli altri innalzandoli. Qual è il valore personale e/o condiviso dell’incontro e dell’esperienza “Aliante” in termini spirituali e di cammino umano?
Come Le Foglie
Che l’aria sia da sempre un elemento che ci attira è vero. Basti pensare che poi Giancarlo è diventato costruttore di aquiloni e Claudio addirittura pilota di aerei. L’aria è leggera e ci circonda senza invaderci, il vento è la magia che riesce a far diventare l’erba mare, il respiro è il passaggio tra il fuori di noi ed il dentro di noi. È strano ma non ci abbiamo mai pensato davvero a tutto questo spazio nei nostri testi… in fin dei conti anche qui credo che torni fuori il nostro essere hippy de noantri.
Davide
Bill Evans disse che “Quando suoni scopri una parte di te che non sapevi che esistesse”. È mai stato così anche per voi? E cosa avete scoperto?
Come Le Foglie
Accipicchia questa è tosta… il suonare è sempre stato un modo di essere insieme tra di noi e con gli altri, una comunione che permette di annullare il tempo e le sue meschinità. Il suonare è gioia di comunicare in modo elementare e la fanciullesca scoperta del si può fare, si può cambiare, si può sperare. Questo ci ha permesso di scoprire di essere sempre amici dopo tanta vita trascorsa e non è poco.
Davide
Tutte le passate registrazioni sono andate perdute come ho letto o è rimasto qualcosa? Perché ho altresì letto che Matthias Scheller buttò lì l’idea di stampare un po’ dei vecchi demo ripuliti al meglio… Il materiale di “Aliante” è tutto interamente rifatto o c’è qualcosa di recuperato e ripulito?
Come Le Foglie
Allora, delle vecchie registrazioni (ed erano davvero tante) si è perso praticamente tutto.
C’era una raccolta di demo che è uscita un po’ di anni fa alla bell’e meglio più o meno all’insaputa del gruppo grazie ad una cassetta ritrovata da Giancarlo.
Inoltre esiste una pessima registrazione fatta nella sede di Re Nudo dal vivo. Ci piacerebbe scoprire in qualche archivio di casa discografica del materiale ma è improbabile. In Aliante i pezzi “Ali” sono nuove registrazioni fatte ad hoc partendo da pezzi dell’epoca (abbiamo rimaneggiato solo i testi di Come Le Foglie e di Cara Milano) oltre a due nuove composizioni (il Pilota e Gloria e J.T.), i pezzi “Ante” sono dei vecchi demo rimasterizzati e ripuliti. Ci piaceva far sentire che Come Le Foglie sono ed erano una band con una sua identità ed un suo suono che negli anni si è si evoluto ma è sostanzialmemte rimasto fedele a se stesso.
Davide
Ci sarà in futuro la possibilità di poter incidere anche il vecchio materiale originale?
Come Le Foglie
Crediamo di no. Quello che abbiamo salvato è già il meglio che si poteva ottenere. A meno che da qualche cantina palverosa non spunti fuori qualcosa…
Davide
Adesso che vi siete ritrovati, che seguito vi piacerebbe dare a questa esperienza? Ci sarà ancora musica dal vivo, e magari anche in studio?
Come Le Foglie
Who knows? Lavorare insieme è complicatissimo. Claudio abita in Romagna, Giancarlo nell’appennino parmense, Attilio è sempre in giro per il mondo con il suo contrabbasso ed ognuno ha la sua vita ed il suo lavoro. Ci piacerebbe molto però. Per ora ci basta aver riscoperto il fascino del far musica assieme, poi vedremo…
Davide
Un’ultima domanda… Cervantes disse che dove c’è musica non ci può essere nulla di cattivo… Oggi abbiamo e suoniamo tantissima musica ovunque, anche di grandi qualità umane (come la vostra) eppure la cattiveria, la crudeltà, l’odio o la mancanza d’amore nel mondo non sembrerebbero essere granché influenzati da questo aumento della possibilità e disponibilità di ascolto della musica. Cosa pensavate del futuro quarant’anni fa e cosa ne pensate oggi?
Come Le Foglie
Allora pensavamo che non si doveva credere a nessuno che avesse più di trent’anni. Oggi a quasi sessanta non possiamo quindi nemmeno credere a noi stessi. A parte gli scherzi, agli inizi degli anni settanta il futuro sembrava pieno di promesse, oggi il futuro è stato rubato alle nuove generazioni. Son tempi grami ma finchè ci saranno ragazzini con la chitarra (o una Drum Machine o un computer) disposti a fare della musica che non piace ai loro genitori ci sarà anche speranza. Come dice il nostro amico Massimo Priviero, siamo sempre convinti che “alla fine vinceremo noi” e non importa se a vincere sarà un hippy biondo, un punk borchiato, un timido emo o un avatar della rete.
Davide
Grazie e… à suivre.