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Un aiuto inatteso (II)

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UN AIUTO INATTESO (II)
Capitolo Tre

"Signor Spock, le prego d’accettare le mie scuse." confessò il capitano Kirk mentre rileggeva il suo taccuino elettronico dalla poltrona di comando.
"Ho ricevuto decine di segnalazioni da tutti i ponti, sembra proprio che qualcuno si stia divertendo alle nostre spalle, ha scoperto di chi si possa trattare?"
"Purtroppo non ho avuto modo di completare le mie analisi, se potessi accedere ad una consolle, ed essa fosse libera da interferenze esterne potrei essere più preciso." precisò il Vulcaniano sedendosi alla postazione scientifica.
McCoy, ancora con lo sguardo stralunato, si sentì in dovere di precisare.
"Jim, ho appena parlato con una donna che si fa passare per il medico dell’Enterprise, si chiama Crusher, Beverly Crusher, che sia un trucco dei Klingon per confonderci le idee?"
"Bones, lo escluderei a priori, se si trattasse veramente dei Klingon avrebbero aperto il fuoco con le armi a piena potenza, stento ad immaginarmeli seduti davanti ad un computer spacciandosi per degli ufficiali della Flotta. Non è nel loro stile."
"Forse ha ragione," ammise McCoy massaggiandosi il mento, "e allora chi potrebbe…"
"Interessante, veramente affascinante." interruppe il signor Spock girandosi verso i due.
"Ha scoperto qualcosa?" domandò Kirk con un filo di speranza.
"Affermativo capitano, ho appena terminato il controllo dei sensori a lungo raggio e confrontato le comunicazioni che hanno infettato i nostri computer, ritengo di avere una teoria che possa spiegare questo strano fenomeno. Tuttavia potrebbe apparirle alquanto bizzarra."
"Non si preoccupi di questo signor Spock, considerando la situazione precaria nella quale ci troviamo, sarei disposto perfino ad accettare le previsioni di un indovino."
"Come preferisce capitano. Dalle analisi risulta che la nebulosa gassosa, inquadrata attualmente sullo schermo principale, emette delle variazioni subspaziali a larga banda che intersecano il continuum spazio-tempo."
Dopo alcuni minuti il dottor McCoy, notando che il Vulcaniano aveva smesso di parlare, aggiunse acidamente.
"E questa sarebbe la sua brillante teoria scientifica? Io non ho capito assolutamente nulla di quello che ci ha appena esposto."
"Non ne sono per nulla sorpreso, dottore." precisò con sufficienza il Primo Ufficiale inserendo un nuovo dischetto nel calcolatore.
"Veramente signor Spock, ho capito ben poco anch’io," aggiunse Kirk sentendosi un po’ a disagio, "le dispiacerebbe essere più esplicito?"
"Ovviamente no capitano. Come le dicevo precedentemente è quella nebulosa la causa di tutto. In questo preciso momento noi occupiamo il medesimo spazio dell’Enterprise del futuro, grazie alle distorsioni subspaziali possiamo ricevere le loro trasmissioni, anzi, il termine più esatto sarebbe: subire le loro conversazioni."
"Quindi lei pensa che le persone menzionate durante le interferenze facciano effettivamente parte dall’equipaggio di un’altra Enterprise? Ma se fra loro c’era un Klingon, come riesce a spiegarselo?"
"Il futuro della Federazione ci è ignoto capitano, in quell’epoca probabilmente i Klingon non saranno più nostri avversari. Vorrei inoltre sottolineare il fatto che questo fenomeno durerà solamente finché entrambe le navi manterremo la stessa posizione nello spazio. Quando cambieremo rotta ed usciremo dall’influenza della nebulosa, il ponte radio fra i due differenti periodi di tempo s’annullerà escludendo qualsiasi possibilità di ulteriori contatti."
La voce concitata del signor Sulu richiamò improvvisamente l’attenzione generale.
"Capitano, qualcosa si sta avvicinando, non riesco a determinare esattamente la sua traiettoria, sembrerebbe una sonda Klingon in occultamento."
"Allarme rosso, scudi alzati!" ordinò prontamente Kirk balzando agilmente verso la poltrona di commando, "phaser pronti al fuoco. Signor Spock, inizi un sondaggio sensoriale della zona."
Come un’onda fra le stelle una sagoma sinistra sfiorò lo scafo dell’Enterprise iniziando a girarle intorno sempre più velocemente.
"Capitano, non riesco a puntare i phaser sul bersaglio, è troppo veloce." riferì il signor Chekov agendo freneticamente sui cursori della postazione tattica.
"Fate fuoco in modo sistematico spostandovi di venti gradi alla volta."
I raggi energetici balenarono nello spazio mancando completamente l’obbiettivo.
Improvvisamente la nebulosa scomparve nel nulla lasciando lo schermo centrale completamente buio, fra il panico che si percepiva dall’interfono la voce rabbiosa del comandante Klingon proruppe dagli altoparlanti facendo tremare la barra del passamano.
"Capitano Kirk, dove pensava di scappare? Credeva veramente che l’avrei lasciata andare dopo tutti i danni che ci avete inferto in battaglia? Come avrà certamente notato adesso siete completamente ciechi, le consiglio di rilassarsi ed attendere il nostro arrivo, le prometto che faremo molto presto, e dopo…lei sarà il primo a morire per mano di Kor l’invincibile!"

Capitolo Quattro

Diario del capitano.
Nell’ultima ora la situazione è rapidamente precipitata.
La sonda Klingon ha oscurato i sensori direzionali lasciandoci ciechi come talpe, e come se non bastasse, la nebulosa gassosa ha esteso le sue diramazioni fino a raggiungere lo scafo esterno dell’Enterprise.
La composizione del gas è risultato altamente instabile, con ogni probabilità essa è composta principalmente d’antimateria, in questo caso la navigazione all’interno della struttura filamentosa diverrebbe piuttosto problematica.
Il signor Spock sconsiglia vivamente di muoverci dalla nostra attuale posizione, eppure dobbiamo farlo, la nave Klingon ci sarà addosso al massimo entro cinque ore, ed in questo stato non potremmo nemmeno difenderci.

"Signor Scott, come procedono le riparazioni dei motori?"
"Quasi ultimate capitano, potrò concedervi un fattore di curvatura tre fra una decina di minuti circa." rispose lo Scozzese gesticolando nervosamente con i suoi assistenti in sala macchine.
"Molto bene Scotty, mi tenga informato."
Avvicinandosi al Vulcaniano, intento a riprogrammare il computer centrale, Kirk domandò per l’ennesima volta se si fossero aperti dei varchi nella trama della nebulosa.
"Difficile stabilirlo con i sensori in avaria. La sonda, malgrado non sia estremamente efficiente, è in grado di confondere le letture, non potendo osservare direttamente l’esterno si dovrebbe procedere per tentativi."
"E lei è sempre contrario, non è vero Spock?"
"Si capitano, sarebbe una mossa altamente illogica. Nelle attuali condizioni non c’è modo di manovrare con un sufficiente margine di sicurezza, esploderemmo prima d’entrare in curvatura."
"Opzioni?"
"Al momento non ne vedo nessuna capitano, inoltre…"
Il Vulcaniano non riuscì a finire la frase, il video si spense per un istante facendo scomparire i grafici, al loro posto comparve invece la seguente scritta.
  • Salve, c’è qualcuno in linea?
    Kirk e Spock si scambiarono uno sguardo indefinibile, poi con uno scatto d’ira il capitano si sporse sulla tastiera e scrisse rabbiosamente la risposta.
  • Maledetto stupido, se non sparisci immediatamente dal nostro computer ti…
    "Capitano si controlli." l’invitò il Primo Ufficiale spegnendo con urgenza il monitor prima che Kirk potesse completare la frase.
    "Signor Spock, doveva lasciarmi finire, ma se ne rende conto? Non solo siamo intrappolati qui e prossimi ad essere attaccati dai Klingon, ma ci tocca anche di sopportare le idiozie telematiche di un fantomatico equipaggio. Questo è veramente troppo!"
    "Ha ragione capitano, è piuttosto frustrante."
    Kirk ritornò sconsolato sulla sua poltrona, osservò lo schermo principale che ogni tanto emetteva qualche scarica di distorsione e batté un pugno sul bracciolo, scuotendo il capo si girò verso il Vulcaniano e con voce ferma infine ordinò.
    "Signor Spock, voglio che elabori una rotta di fuga da questo settore, utilizzi gli ultimi rilevamenti a sua disposizione e fornisca le coordinate al signor Sulu. Piuttosto che consegnare la nave nelle mani dei Klingon preferisco esplodere come una supernova nello spazio interstellare."
    Il dottor McCoy, il quale stranamente non aveva ancora espresso un suo commento personale, scese nella parte bassa del ponte e si affiancò al capitano.
    "Jim, le sembra veramente una buona idea? Detesto essere d’accordo con il signor Spock, ma in questo caso ha ragione, entrare in curvatura sarebbe un suicidio, dev’esserci un altro modo…"
    "Bones, se ha qualche consiglio da darmi, sarò ben felice d’ascoltarla." ribatté Kirk con evidente ironia.
    "…potremmo chiedere aiuto." suppose il medico fantasticando ad occhi aperti.
    "Davvero dottore? I canali di trasmissione con la Flotta sono sotto l’influenza della sonda Klingon. Non vedo come…" Kirk improvvisamente sbarrò gli occhi incontrando il volto pensieroso di McCoy, si alzò di scatto e gli diede un buffetto sulla guancia.
    "…ma certo! Bones, ha avuto una magnifica idea, potremmo chiedere aiuto all’Enterprise del futuro, in fondo in questo momento sono nella nostra stessa posizione, potrebbero guidarci attraverso le insenature della nebulosa. Cosa ne pensa signor Spock?"
    Il Vulcaniano lo guardò di sbieco alzando un sopracciglio.
    "Affascinante teoria capitano, tuttavia le devo fare notare che il nostro computer non è in grado d’interfacciarsi con le loro apparecchiature, per comunicare saremo costretti ad attendere di ricevere una trasmissione ed a chattare con il loro equipaggio, un’esperienza che onestamente non vorrei ripetere."
    Kirk non si lasciò scoraggiare, prese posto alla consolle del Vulcaniano e sorridendo sottolineò.
    "Lei non ha proprio il senso dell’umorismo, signor Spock. Nel ventesimo secolo sulla Terra lo facevano abitualmente, quindi cosa ci costa provare anche noi? Tutto quello di cui abbiamo bisogno è di conversare con una persona abbastanza intelligente d’avvertire il capitano della nostra situazione."
    "A giudicare dall’irrazionalità delle loro effusioni, la sua sarà un’impresa piuttosto ardua." concluse il Vulcaniano a braccia conserte.
    "Tentare non nuoce, signor Spock."

    I timori del Primo Ufficiale vennero ben presto confermati, malgrado Kirk avesse tentato ogni forma d’approccio non riuscì ad attirare l’attenzione dei navigatori dell’etere, infatti non appena comprendevano d’essere raggirati da qualcuno che non aveva alcuna intenzione di giocare, la linea veniva bruscamente interrotta.
    "Dannazione, possibile che siano tutti così superficiali?" imprecò Kirk vedendo scomparire l’ennesimo contatto.
    "Capitano, stiamo perdendo del tempo prezioso, le ricordo che le navi Klingon giungeranno fra non più di due ore, sarebbe logico cercare un’altra via di fuga." commentò il signor Spock con tono neutro.
    "Forse ha ragione, non posso crederci, mi hanno appena invitato ad un party in pigiama al bar di prora, se questa è veramente l’Enterprise del futuro per la Federazione saranno guai seri."
    "Jim, non demorda, in fondo si ricordi che si stanno semplicemente divertendo, dovrebbe cambiare tattica ed attirare la loro attenzione con altri mezzi." propose il dottor McCoy aprendo il palmo delle mani.
    "Va bene Bones, ma questo sarà l’ultimo tentativo."
    Sospirando Kirk si mise in attesa della successiva trasmissione incrociando le dita.
    Com’era prevedibile non dovette attendere a lungo.
  • Buon giorno, c’è qualcuno che voglia parlare con me?
  • Naturalmente, sono qui, le auguro buona giornata e la prego di non cancellare la conversazione.
  • Ovviamente, non ci sarebbe nessun logico motivo per cessare di socializzare.
    "Jim, forse ci siamo, questo mi sembra un tipo simile a Spock, non se lo lasci scappare!" esclamò McCoy avvicinando il volto allo schermo.
  • Sono lieto di sentirglielo dire, sono nuovo della rete e fino a questo momento non sono stato molto fortunato con gli altri partecipanti.
  • Mi creda, nemmeno io, solitamente indovinano quasi subito chi io sia veramente. Anche se Geordi mi ha consigliato di chattare per immedesimarmi nelle forme di socializzazione umane, devo ammettere che in questo momento mi sento piuttosto sfiduciato.
  • Non comprendo il motivo, lei mi sembra un tipo serio e coscienzioso, le interessa la nebulosa gassosa?
  • Certamente, un fenomeno astronomico unico nel suo genere, ho effettuato qualsiasi tipo d’analisi approfondita su di essa giungendo a delle conclusioni affascinanti.
  • Anche noi, ha notato che interseca il continuum spazio-tempo?
  • Si, effettivamente non avevo mai riscontrato simili peculiarità, per questo motivo il capitano ha deciso di fermarsi e studiare il fenomeno. Adesso mi faccia indovinare, lei è il fisico Kobelt della sezione cartografica?
  • Non esattamente, le sembrerà assurdo da credere, ma io le sto parlando da un diverso periodo di tempo. Aspetti, non blocchi la trasmissione, è la nostra unica speranza! Lei indubbiamente dev’essere uno scienziato, un brillante studioso, consideri per un istante che io non sia un partecipante del concorso, ma sia invece un capitano di una nave stellare in difficoltà che le chiede aiuto.
    McCoy appoggiò una mano sulla spalla di Kirk pregando che comparisse una riga di conferma, si volse verso il Vulcaniano vedendolo attratto a sua volta dal dialogo.
  • La sua è un’affermazione piuttosto intrigante, con chi avrei dunque il piacere di chattare?
  • Sono il capitano James Kirk della nave stellare Enterprise del ventitreesimo secolo, siamo bloccati dai filamenti gassosi della nebulosa e prossimi ad essere attaccati dalla flotta Klingoniana. Vi chiediamo soccorso immediato.
  • Io sarò anche un semplice androide, ma non sono uno sciocco.
  • Non volevo prenderla in giro, se me ne darà la possibilità le proverò che quello che le ho detto è vero, la farò chattare direttamente con il signor Spock, il quale le fornirà tutti i dettagli scientifici di questa assurda situazione.
    Kirk lasciò rapidamente il posto al Vulcaniano ordinandogli d’immettere le formule matematiche che aveva letto precedentemente sul terminale.
    "Mi raccomando signor Spock, sia il più analitico possibile, deve riuscire a convincere quella creatura che lei è veramente uno scienziato di rinomata fama."
    "Come desidera capitano, procedo."
    Nei minuti successivi ci fu uno scambio di postulati e teoremi ai massimi livelli, sembrava che i due ufficiali avessero trovato un perfetto argomento comune di conversazione.
    Kirk e McCoy non tentarono nemmeno di comprendere il significato di quegli strani simboli che apparivano sotto forma di complesse equazioni, si limitarono ad attendere che il loro scambio d’idee avesse finalmente termine.
    Infine l’androide digitò la risposta tanto attesa.
  • Le credo capitano Kirk, solamente il signor Spock avrebbe potuto rispondere in maniera così esauriente alle mie domande sulla meccanica temporale, nella mia memoria centrale ho diversi saggi scritti da lui durante la conferenza di Babele.
  • Sia ringraziato il cielo. La prego di mettermi subito in contato con il suo capitano, non ci rimane molto tempo.
  • Vedrò quello che posso fare, rimanga in attesa.
    Il signor Data si diresse speditamente verso la plancia sperando che il capitano Picard volesse credere alla teoria del ponte temporale, se così non fosse stato per l’equipaggio della vecchia Enterprise non ci sarebbe stata una seconda possibilità.

  • Sono il capitano di questa unità. Capitano Kirk, non le rincresce se non le rivelerò il mio nome? Non vorrei accidentalmente alterare il corso della storia.
  • Comprendo perfettamente i suoi scrupoli, grazie per aver risposto alla mia chiamata.
  • Dai nostri diari storici non risulta che la sua nave sia stata distrutta nella nebulosa, quindi possiamo procedere con l’operazione di soccorso ed aiutarvi a venire fuori da lì. L’unico ostacolo è rappresentato dal fatto che in ottant’anni le diramazioni che attualmente vi tengono prigionieri si sono ulteriormente espanse cambiando direzione. L’androide che vi ha contattato sta elaborando ogni possibile variabile prima di fornirvi le giuste coordinate.
  • Dev’essere una persona notevole per riuscire in una simile impresa.
  • Esattamente capitano, è unica nel suo genere, mi perdoni se glielo domando, cosa ne pensa dell’equipaggio di questa Enterprise? Ho saputo che avete conversato insieme nelle ultime ore.
  • Ehm…ehm, si capiva perfettamente che avevano semplicemente voglia di giocare, ma comprenderà anche la nostra situazione, noi non ve avevamo la minima intenzione.
  • E’ perfettamente comprensibile capitano, ancora adesso non capisco come nel ventesimo secolo potessero divertirsi con simili sterili forme di comunicazione.
  • Almeno in questo caso la rete ci è stata di grande aiuto, forse non dovremmo essere così rigidi nei loro riguardi. Mi tolga una curiosità, abbiamo chattato per la maggior parte del tempo con del personale femminile, sono molte le donne che entreranno a far parte della Flotta Stellare?
  • Direi di si capitano, dai suoi tempi saranno almeno triplicate, cosa ne pensa?
  • Cosa posso dirle? La invidio, e sono altresì contento di sapere che l’evoluzione della Flotta sarà più armoniosa, Klingon esclusi.
  • Questo è un punto cruciale della storia, non posso rivelarle nulla, tranne il fatto che lei personalmente sarà uno dei massimi artefici del cambiamento.
  • Klingon come nostri alleati? Lo escludo nella maniera più categorica!
  • Capitano, ho appena ricevuto le coordinate dalla cartografia stellare, le consiglio di preparare a muoversi all’unisono con noi, finché riceverete le nostre comunicazioni sarete certi di stare seguendoci attraverso le insenature. Le auguro buona fortuna.
  • Grazie ancora per l’aiuto.
  • Addio capitano Kirk, è stato un onore "chattare" con lei.

    Le due Enterprise si mossero con estrema cautela.
    Passando attraverso le spaccature della nebulosa la nave del passato si lasciò guidare dalla sua gemella sfiorando in più occasioni le pericolose cellule d’antimateria che la circondavano.
    Dall’interno si sentirono dei crepitii sinistri mentre il ponte oscillava per le variazioni improvvise di rotta, il signor Sulu si mosse con estrema professionalità guidato a voce dal signor Spock, il quale leggeva le correzioni fornite in tempo reale dal signor Data.
    L’intera manovra risultò più lunga del previsto, Kirk e McCoy si domandarono con impazienza quando avrebbero potuto attivare i propulsori a curvatura e lasciarsi finalmente la zona alle spalle.
    Dopo una ventina di minuti i messaggi sul monitor iniziarono a vacillare, le coordinate del signor Data svanirono nel nulla lasciando un breve messaggio di saluto da parte dell’equipaggio del futuro.
  • Buon ritorno a casa Enterprise.
    "Molto bene, signor Sulu, ci porti fuori da qui, massima curvatura." esultò Kirk appoggiandosi sfinito allo schienale della poltrona.

    La sonda Klingon non riuscì a mantenere la presa mentre l’Enterprise penetrava nell’iperspazio, restò intrappolata nella nebulosa come testimone di quell’incredibile missione di salvataggio.
    Fu il signor Spock ad avvicinarsi alla postazione di comando raccogliendo le mani dietro la schiena, si affiancò al capitano ancora intento a rimirare le stelle che fluivano liberamente sullo schermo.
    "Non avevo mai considerato come fossero belle, non è d’accordo signor Spock?"
    "Certamente capitano, tuttavia c’è qualcosa d’urgente che vorrei dirle, non sono certo di aver agito nel migliore dei modi."
    "Davvero? Parli pure liberamente."
    "Si tratta della sonda Klingon."
    "Si? Cosa dovrebbe dirmi signor Spock?"
    "Prima che ci disincagliassimo ho ritenuto fosse opportuno trasferire nella memoria dell’ordigno tutte le conversazioni sostenute con i nostri interlocutori, in modo da far comprendere ai Klingon la vera essenza della natura umana."
    Kirk e McCoy rimasero attoniti ad osservare il volto crucciato del Primo Ufficiale non riuscendo più a rimanere seri.
    "Cosa significa signor Spock? Che i Klingon potranno leggere le nostre conversazioni in chat line? Si rende conto del danno che esse gli provocheranno?"
    "Temo di si capitano, ma ormai è troppo tardi, se lo desidera può mettermi agli arresti."
    L’intero personale in plancia scoppiò in una fragorosa risata osservando il volto inespressivo del Primo Ufficiale, McCoy gli diede una pacca sulla spalla prima di entrare nel turboelevatore mentre il capitano Kirk non poté più contenere la sua ilarità.
    "Signor Spock, lei riesce sempre in qualche modo a stupirmi. Se un giorno i Klingon decidessero di chattare con l’Enterprise, lei sarà incaricato di rispondergli in prima persona, e questo lo consideri un ordine ed una punizione."
    Spock annuì non comprendendo perché tutti stessero ridendo di lui in quel momento, ritornò alla postazione scientifica e riprese il lavoro interrotto domandandosi perplesso se un giorno avrebbe realmente compreso l’irrazionalità dei suoi colleghi.


  • Claudio Caridi

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