Capitolo uno
Diario del capitano.
Stiamo stazionando nel cuore del sistema Omicron Triangulis da circa dieci ore.
La battaglia sostenuta con le navi Klingon ha causato, purtroppo, notevoli danni alla struttura esterno dello scafo ed ai motori a curvatura.
Le riparazioni sono in corso, l’ingegnere Scott mi ha appena informato che saranno necessari non meno di quattro giorni prima di riprendere la rotta per le retrovie, nel frattempo restiamo inermi nei confronti di eventuali rappresaglie da parte del nemico.
Ci è di conforto sapere che abbiamo notevolmente danneggiato la flotta avversaria prima di essere costretti ad abbandonare il settore.
A poca distanza dalla nostra attuale posizione si staglia una strana conformazione nebulosa piuttosto sorprendente, il signor Spock sta approfittando di questa pausa forzata per studiare il fenomeno, nella speranza di catalogare le onde elettromagnetiche che si diffondono copiosamente dal nucleo.
Onestamente non sono molto interessato alla cosa, in effetti sono troppo impegnato ad organizzare le riparazioni dell’Enterprise per potermi soffermare sulle bellezze del Cosmo, ammetto tuttavia che l’aspetto di quella nube gassosa mi ha lasciato alquanto perplesso, e da quello che ho sentito sembra stia influenzando negativamente l’umore dell’equipaggio.
La parte più interna di quella "cosa" pulsa incessantemente come un faro nello spazio, e le sue ramificazioni, estese per centinaia di anni luce in ogni direzione, si aprono a ventaglio come volessero ghermire qualsiasi oggetto le si avvicini troppo incautamente.
Un motivo in più per lasciare questa zona al più presto possibile.
Terminato il turno in plancia il signor Spock si diresse speditamente verso la sua cabina.
I dati preliminari che aveva raccolto erano insoliti e non vedeva l’ora di poterli confrontare con le registrazioni precedenti; accese il terminale e si sedette, inserendo il dischetto nell’apposita fessura.
Il cursore iniziò a lampeggiare sulla parte alta dello schermo ed inspiegabilmente iniziò a scrivere le seguenti parole:
Il Vulcaniano inarcò un sopracciglio e dopo alcuni secondi digitò incuriosito la risposta.
Il signor Spock spense il computer e tolse il dischetto di registrazione, entrò nel turboelevatore piuttosto turbato, quella ragazza era riuscito a farlo innervosire oltre il dovuto, e ciò per un Vulcaniano non era assolutamente tollerabile.
Entrò con passo deciso in plancia pronto a fare rapporto al capitano.
Il capitano Kirk osservò il signor Spock con una strana espressione.
Ciò che il Primo Ufficiale gli aveva appena riferito non aveva molto senso, e considerando la stanchezza e lo stress degli ultimi giorni, preferì liquidare la questione con poche semplici parole.
"Poteva continuare a giocare signor Spock."
"Ma capitano." ribatté il Vulcaniano con indignazione.
Alle loro spalle il dottor McCoy si frappose inserendosi prontamente nella discussione.
"Glielo avevo detto Jim, quest’uomo passa troppo tempo davanti al computer. Per caso sono cresciute le gambe al suo terminale ed è fuggito dal suo alloggio, signor Spock?"
"Il suo umorismo è del tutto fuori luogo dottore, in questo dischetto ho la prova inconfutabile che ciò che affermo corrisponde ad assoluta verità," sottolineò lo scienziato. "Capitano, probabilmente non si rende conto della gravità della situazione." aggiunse tradendo una certa apprensione.
"Al contrario signor Spock, capisco perfettamente, saranno guai seri se non riusciremo a riattivare i propulsori a curvatura e ritornare in fretta nel territorio della Federazione prima che i Klingon ci trovino qui. Tuttavia effettui un controllo diagnostico e riferisca qualsiasi anomalia dovesse riscontrare, e signor Spock…consideri anche la possibilità che qualche buontempone si sia divertito a farle uno scherzo."
Il Primo Ufficiale annuì e lasciò la plancia piuttosto deluso, fece ritorno nel suo alloggio e riaccese il terminale.
Tutto sembrava a posto, la linea era libera e non vi era traccia di alcuna interferenza, inserì le nuove equazioni ed i postulati matematici attendendo pazientemente il responso del computer.
La complessità dei calcoli avrebbe richiesto alcuni minuti d’elaborazione, la macchina iniziò a comporre i risultati tanto attesi dal Vulcaniano quando inspiegabilmente lo schermo ritornò nero come la pece ed il cursore di scrittura iniziò a lampeggiare ritmicamente.
Esclamò il Vulcaniano nella speranza che nel frattempo i suoi dati non fossero stati cancellati dalla memoria centrale.
Esasperato Spock spense il computer, dopo alcuni minuti lo riaccese sperando che l’infausta presenza non forse ancora lì in attesa.
Purtroppo non era così, come ben evidenziato dal cursore che continuava imperterrito a scrivere.
Spock iniziò ad elaborare una strategia per affrontare efficacemente il problema, le informazioni che aveva ricevuto valevano la pena d’essere opportunamente approfondite, si alzò e si diresse rapidamente verso l’interfono.
"Tenente Uhura, azione i sensori a lungo raggio e registri qualsiasi forma di comunicazione stia raggiungendo la nave in questo momento, inoltre convochi il dottor McCoy con urgenza, c’è qualcosa che vorrei mostrargli."
Astutamente il Vulcaniano riprese posto alla consolle, se non altro adesso aveva un’idea precisa su come procedere.
Il dottor McCoy entrò proprio in quel momento, storse immediatamente il naso per l’odore nauseabondo di spezie vulcaniane che si spandevano attraverso una brace cerimoniale e stringendosi le narici domandò.
"Signor Spock, non le sembra il caso d’attivare gli aeratori? Qui dentro non si respira."
Il Primo Ufficiale non si degnò di commentare ed indicò il terminale acceso con le scritte in sovrimpressione.
"Dottore, venga e chatti anche lei con la nostra misteriosa interlocutrice." disse alzandosi dalla poltroncina, "è una creatura altamente irrazionale, sono certo che vi capirete alla perfezione."
"E’ forse impazzito signor Spock? Cosa significa tutto questo?"
"Sono semplicemente le mie fantasie, non diceva così prima sul ponte? Si sieda e tenga occupata la linea mentre tento di localizzare la fonte della chiamata."
McCoy lesse i messaggi scritti sul video, non poté credere ai propri occhi quando uno nuovo se ne aggiunse al termine della lunga lista.
Volgendosi interdetto verso il Vulcaniano lo vide aggirarsi per la camera con il tricorder, gli passò a pochi centimetri facendogli segno di digitare in fretta una risposta appropriata.
La comunicazione venne interrotta dalla fonte prima che la dottoressa potesse leggere la risposta, McCoy rimase a bocca aperta mentre osservava lo scienziato richiudere lo strumento di rilevamento.
"Allora dottore, pensa ancora che soffra d’allucinazioni? Il tricorder ha rilevato dei dai molto interessanti, se vuole può accompagnarmi in plancia per riferire l’episodio al capitano, forse questa volta vorrà ascoltarmi con più attenzione."
"Ci può scommettere, signor Spock! Una donna come medico dell’Enterprise? Siamo forse impazziti tutti?" borbottò il medico affiancandosi al Primo Ufficiale scomparendo all’interno del turboelevatore.
UN AIUTO INATTESO (I)
Capitolo due
Claudio Caridi