I suoi libri dettero scandalo nella moralistica società americana degli anni Trenta: Il piccolo campo fu accusato di oscenità in sede giudiziaria, Il predicatore vagante e La via del tabacco suscitarono un vespaio di polemiche, intrisi com’erano di una sessualità tragica e animale, aliena da ogni considerazione etica.
Lo scrittore si difese denunciando la condizione di estrema degradazione sociale della Georgia, persa nell’ignoranza, nella miseria, segnata da una profonda e irremediabile differenza di razza e dal ricordo quasi palpabile della Guerra Civile: un tema, quest’ultimo, sviluppato in tutta la sua pienezza in Luce d’agosto, capolavoro di William Faulkner, un altro disperato mentore del Sud.
Se però i personaggi di Faulkner appaiono chiusi nel loro individuale tormento, dibattuti in inestricabili memorie e in una cronica incapacità alla felicità, gli eroi di Caldwell vivono i loro travagli e le loro ossessioni con leggerezza, con l’impulsiva gioia delle bestie.
E’ inevitabile, d’altra parte, che sia così: i bisogni primordiali premono per essere soddisfatti, non lasciano spazio a indugi di carattere sentimentale o morale, anche se la gente di Georgia è raffigurata nella sua elementare religiosità, a cavallo con la superstizione.
Ne Il piccolo campo, il patriarca Tay Tay assegna il ricavato di uno iugero delle sue terre al Signore: ma, preso dalla febbre dell’oro, comincia a martoriare il suo appezzamento scavando buche, e sposta di continuo la sua ormai improduttiva offerta a Dio. Lo aiutano nella sua ricerca ossessiva i due figli Shaw e Buck, oltre ai due uomini di colore Sam Negro e Zio Felix; viene catturato anche un albino, che secondo le credenze popolari è in grado di individuare la presenza delle pepite.
Buck ha sposato Griselda, una donna bellissima, idolatrata e concupita dal suocero; con il vecchio Tay Tay vive anche la figlia Darling Jill, di un’ instancabile e irreferenabile vitalità sessuale, in teoria promessa sposa al grasso e flaccido Pluto.
Gli altri due figli si sono da tempo allontanati dalla fattoria: Jim Leslie ha sposato una donna ricchissima e si vergogna della famiglia, mentre Rosamond vive nella cittadina industriale di Scottisville con il marito Will, operaio in una filanda e combattente per i diritti dei lavoratori in sciopero, un "uomo vero", secondo la tesi del romanziere, che affascina e possiede tutte le donne della casa di Tay Tay, prima di essere ucciso dalla polizia in uno scontro con gli scioperanti.
Griselda, con la sua bellezza e la sua femminilità – "La prima volta che ti ho veduta, Griselda, appena sei scesa dalla macchina e sei venuta avanti, ho provato una voglia matta di gettarmi a terra e di leccare qualchecosa", le dice sempre il vecchio Tay Tay – sarà alla fine causa incolpevole di una tragedia: Buck, roso dalla rabbia, uccide il fratello, l’arrogante Jim Leslie, venuto all fattoria con l’intento di rubargli la moglie. Così, sangue scorrerà sulla terra di Dio.
"E’ un brutto scherzo che il Signore ci ha giocato. Ci ha fatto un corpo di animali e vuole che ci comportiamo da uomini", mormora alla fine il patriarca, ad ideale conclusione di un libro pervaso di allegria e di disperazione, di tragicità e di umorismo, in cui si fondono il grottesco e il ricordo di miti ancestrali, assieme alla volontà di riscossa dei "poveri bianchi" del Sud.
Le citazioni sono tratte da Il piccolo campo, di Erskine Caldwell, Oscar Mondadori, e dalla prefazione di Ferruccio Foelkel, a cui rimando anche per la bibliografia dell’autore; ho poi citato Luce d’agosto, di William Faulkner, pubblicato sempre da Mondadori.
Erskine Caldwell: la disperata allegria del Sud
Erskine Caldwell è uno dei più grandi cantori del vecchio Sud dell’America, dell’agricola Georgia in particolare, a cui ha dedicato il famoso Southern Cyclorama, il Ciclo del Sud appunto: da La via del tabacco (Tobacco Road) a Il Piccolo campo (God’s Little Acre), i suoi due romanzi migliori, a Terra tragica (Tragic Ground), Il predicatore vagante (Journeyman), Fermento in luglio (Trouble in July), e vari altri.
Lorenza Ceriati