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Gli anni struggenti

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"Gli anni struggenti" del giovane Marco,
figlio della penna, dell’anima,
e forse dei ricordi di Alberto Bevilacqua


Lila, di una bellezza che si compiace di sbalordire all’istante, ambiziosa e ambigua; Alice, ragazza dolce, infinitamente dolce, di una dolcezza che è l’altra faccia della passione; Flavia, spietata e affascinante calcolatrice; Lilian, quanto mai eccentrica, simbolo di una gioventù bizzarra e fantasiosa; Lucy, schiava della droga e del disagio giovanile. Quattro donne diverse, quattro figure che ruotano attorno alla vita di Marco, protagonista de "Gli anni struggenti", l’ultimo capolavoro di Alberto Bevilacqua.
E già l’autore, dopo soli quattro mesi dalla pubblicazione del libro, sta cercando tra le lettrici quattro donne che diano il volto ai quattro personaggi femminili del romanzo. Dopo il successo di "Giallo Parma", Alberto Bevilacqua porterà infatti sugli schermi cinematografici anche quest’ultima fatica, con una novità: le attrici non saranno possibilmente personaggi noti dello spettacolo, ma semplici lettrici che leggendo "Gli anni struggenti" si sono riconosciute, un po’ per aspetto e un po’ per carattere a Lila, Alice, Flavia, Lilion o Lucy. Il successo del libro si è già rivelato grandioso, cosa accadrà alla pellicola non resta che da sperimentare. Certo a scrivere allo scrittore e giornalista saranno in molte…
"Gli anni struggenti" sono gli anni di Marco, diciottenne di una straordinaria bellezza, amato e ammirato dalle donne, e soprattutto ha dalla sua parte una dote che il padre non stenta a definire un vero dono: l’ironia, che gli permette di affrontare con un sorriso, anche se a volte amaro, questa società "balorda". È il leader del "Golfinger", il locale dove si riunisce il suo gruppo di amici, una compagnia che lui definisce "stramba", ma in fondo saggia. Quando si chiude a difesa tra le quattro mura della sua camera, è circondato dai suoi idoli, che sorridono dai poster attaccati alle pareti: Primo fra tutti Valentino Rossi, suo coetaneo, al quale vorrebbe somigliare e che imita quando monta "a cavallo" della sua nuova moto, il Barracuda. E poi c’è la chitarra di Mark Knopfler, dei "Dire Straits", la cui musica giunge dritta al cuore. Significativa l’immagine della scimmiotta Eosimias, lunga un pollice, antenata dell’uomo e vissuta quarantacinque milioni di anni fa, accanto a quella dell’astrofisico Hawking, padre degli "Universi Bambini".
E poi ci sono Andrea e Luisa, i genitori, che mai Marco chiama mamma e papà, quelli che lui definisce "i geni". Non si comprendono e lui ne soffre, nascondono un qualche segreto. Ma quale? Un delitto, che prima della sua nascita ha fatto parlare il mondo e soprattutto ha sconvolto Luisa, tanto da cambiarla per sempre.
Sarà l’esame di maturità, simbolo di una vera e propria rivoluzione che prima o poi avviene nella vita di ciascuno di noi, a cambiare Marco e la sua vita, a creare un ineluttabile capovolgimento. Marco viene attratto sempre più dalla vita di Andrea e Luisa, si fa padre dei suoi genitori e inizia a scavare nel loro passato. Continua a vivere nella dimensione del "Goldfinger", ma intanto si intrufola di notte nella libreria di famiglia, dove legge i diari scritti dal padre e dalla madre… fino a scoprire quanto accaduto. Luisa sa chi è l’assassino del padre, del famoso musicista nonno di Marco, ma tace, ha sempre taciuto, perché? Sarà parlando con lei che conoscerà un sentimento profondo ed importante, la pietà, quella pietà che suggerà a Luisa di non condannare un assassino, che la porta a recarsi in carcere a trovare quell’uomo… Un uomo che Marco conoscerà… E Luisa, grazie a Marco, a questo figlio così bambino ma in fondo così adulto, ritrova se stessa, la sua serenità. Andrea, dialogando col figlio, aprirà a lui il suo cuore, la sua anima, gli narrerà i suoi segreti, i suoi tradimenti… per recuperare infine il coraggio della propria dignità.
Così la famiglia che le ultime pagine del libro fotografano è una famiglia unita, maturata e di nuovo complice. Marco sentirà quei "geni" un po’ meno "geni" e loro, Andrea e Luisa, vedono in Marco un figlio prezioso, ma anche un amico di straordinaria maturità, una figura alla quale potersi appoggiare, su cui poter contare, ma che ha pur sempre diciottenni e che ha dunque davanti a se una vita da costruire, tanti problemi e sofferenze tipiche dell’adolescenza e della giovinezza da affrontare… Quel che più conta, però, è aver eliminato quel veleno fatto di delusione e scontentezza, che è tanto diffuso nel mondo di oggi.
Ma quanto c’è di Bevilacqua dentro Marco, quando si guarda allo specchio…?


Francesca Orlando

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