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Quella ”capanna incantata”…

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Quella "Capanna incantata"
di Romano Battaglia


E’ solo un rotolo di fogli che il tempo ha ingiallito il tesoro che Sirio, vecchio saggio, ha sepolto prima di morire. Un tesoro cartaceo più prezioso di mille altri materialmente quantificabili. Fogli nei quali è racchiusa una candida storia d’amore, che aprono la porta di una misteriosa capanna celata nel fitto bosco vicino al mare, dimora di Sirio, che ci svelano il segreto di un uomo che non possiede altro che fantasia e sentimento. Man mano che i nostri occhi scorrono le righe, la luce dell’amore illumina anche i cuori del lettore più sterile. Un amore purissimo, che vive oltre la morte della fanciulla sorridente a cui il vecchio dona la sua saggezza. E noi, come lei, sorridiamo stupiti di fronte ai racconti del poeta, della sua vita trascorsa nella natura, tra pesci parlanti, lumache da corsa, alberi innamorati. Sirio narra le sue avventure con un linguaggio semplice, fiabesco e ci porta con sé alla ricerca dei misteri della vita. E’ al nostro animo fanciullo che Battaglia rivolge il suo scritto, alla parte di noi che ancora ha voglia di lasciarsi andare oltre il tempo e lo spazio sul veliero dell’immaginazione. Immaginazione che diviene il segreto della vita, forza capace di dissipare il buio dell’esistenza, portando pace e serenità. "La capanna incantata" (Ed. Rizzoli) è un romanzo dalle tinte tenui, dal tono sussurrato. A parlarci è la voce dolce e rassicurante di Sirio, che sa gioire di ogni piccola cosa, cogliere il vero significato della vita anche da un sibilo del vento. Egli è un amico impareggiabile, che tutti dovremmo fermarci a cercare sulla riva del mare poiché ci insegna ad ascoltare la voce del cuore.

Francesca Orlando

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