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Guarire lavorando

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Guarire lavorando
La manifestazione è un’azione, nell’universo tutto è in movimento. Non guariamo riposando ma scoprendo l’atteggiamento corretto nell’azione.


Il tempo e l’energia che quotidianamente impieghiamo nel lavoro ha, nella vita moderna, raggiunto un’ampia misura al punto che verso questa direzione spendiamo quasi tutto il tempo che il Creatore ci ha messo a disposizione. La situazione mi sembra angosciosa…In qualche caso è bene rivedere il proprio rapporto con questo aspetto della vita. Mi viene da sorridere quando sento parlare di conquiste sociali. Abbiamo ottenuto una bella schiavitù se dobbiamo impiegare mediamente, fra spostamenti e lavoro vero e proprio, circa dodici ore della nostra giornata. Calcolando poi, che altre tre ore vengono suddivise tra il mangiare, vestirsi, lavarsi e altre faccende e che un ora e mezza di media viene impiegata per vedere la televisione, infine sette o otto ore per dormire, ciò che rimane da dedicare allo scopo più importante della vita, cioè capire cosa siamo venuti al mondo a fare o scoprire che abbiamo anche una vita interiore è di circa una mezz’oretta. Se questa mezz’ora poi la utilizziamo diversamente è certo che da vecchi saremo solo "vecchi" anzichè essere saggi. Non dico altro.
Dal momento che mi occupo di benessere psicofisico e non potendo da solo, per il momento, cambiare le cose, ritengo oggi più che mai importante cercare, nell’atteggiamento interiore verso il lavoro, la soluzione di tanti problemi esistenziali. Un comportamento sbagliato nell’attività, fa affiorare differenti disturbi (il più comune è lo stress).
Vediamo di capire cosa succede . Dentro di noi si alterna una opposta dualità di intenti : ad esempio una parte di noi vuol fare l’azione, l’altra si oppone. Due forze contrapposte convivono e devono essere comprese, educate e ben finalizzate.
In generale ci stressiamo perché siamo nell’azione con resistenza. Significa che far malvolentieri una cosa è nocivo per la salute e a lungo andare fa insorgere la malattia. Bisogna, pertanto, capire, come prima cosa, se siamo al posto giusto nel momento giusto e poi "lavorare" sulle resistenze perché dentro di noi non ci sia la guerra…e la guerra come si sa ha un prezzo. Se faccio l’impiegato delle poste ma svolgo malvolentieri il mio lavoro, finirò per ammalarmi, perché l’energia che già consumo nella lotta interiore mi uccide prima ancora che la mia azione sia in atto.
Anche l’armonia dell’ambiente stesso dove si lavora è molto importante. Vi conviene spendere un po’ di tempo per costruire buone relazioni con chi vi lavora accanto. Credetemi ne vale la pena.
Per alcuni anni ho insegnato yoga in alcune vallate in Italia e in Svizzera. Posti stupendi, in essi anche solo per il clima e la bellezza naturale la gente dovrebbe vivere in uno stato di estasi. Invece non è così. Molti dei miei allievi lamentavano disturbi causati da stress comportamentale. Una volta per dare loro una lezione, che non sono sicuro abbiano compreso neanche adesso, li ho invitati ad una giornata sugli sci. In queste vallate sciare è paragonabile al Luna Park per i ragazzi. -Facciamo yoga e neve – dissi – ed alcuni aderirono prontamente all’iniziativa. In particolare un soggetto che si presentava alle lezioni di yoga accusando costantemente sproporzionata stanchezza causata dal lavoro.
Iniziammo a sciare al mattino presto, appena gli impianti di risalita aprirono i battenti. Sono anch’io nativo di quelle parti per cui non mi manca l’abilità sugli sci.
Avendo intenzione di dare loro una lezione di vita, in particolare al soggetto che sempre soffriva di stanchezza cronica, "tirai" forte tutta la mattina. Su e giù, non so quanti chilometri facemmo e quanta energia spendemmo anche solo di mattina. Permisi loro di consumare un pasto frugale e ripresi, ancora avanti per tutto il pomeriggio. Alle 16 ci sedemmo al bar del "Fungo" per prendere tutti insieme una cioccolata. Eravamo stanchissimi ma irradiavamo soddisfazione e felicità come non mai. Il soggetto stressato stava seduto davanti a me : -non hai mai speso così tanta energia in una giornata di lavoro ? – gli chiesi e la risposta era ovvia. – chiediti perché oggi sei stanco ma felice – soggiunsi- il tuo atteggiamento psicologico nei confronti dello sci è diverso rispetto a quando vai a lavorare. Riesci a capire perché oggi sei stanco ma felice ? Non realizzi che essere o non essere felice anche sul lavoro dipende solo da te e dal tuo atteggiamento interiore? Prima di tutto, nella vita, ci si domanda se si è nel posto giusto e se si decide che lo si è, perché veramente si è al posto giusto, oppure al momento si devono devono accettare le cose come sono perché non si dispone di altre alternative, bisogna lasciarsi andare. Si impara a lavorare sulle resistenze interriori come fanno i grandi campioni, i quali, quando hanno completato il potenziamento dei muscoli che servono all’azione, iniziano a lavorare sugli antagonisti o muscoli che si oppongono all’azione educandoli nel modo adeguato. E’così che viene completata una preparazione ad alto livello sia sul piano fisico sia psicologico. Si sa, la manifestazione nella sua espressione è duale. Anche fisicamente nella gamba ci sono i muscoli che agiscono e quelli che si oppongono. E’ tra questi due opposti che la natura ricerca l’equilibrio e l’armonia per la vittoria del giusto. Nell’uomo, ciò vale sia sul piano fisico ma ancor più su quello quello psicologico. Se gli opposti che vivono in noi già ci consumano tutta l’energia nella lotta interiore prima che giungiamo all’azione siamo stanchi ancor prima di iniziare…-
-E’ questo che devi comprendere – continuai -se vuoi guarire del tuo stresss cronico-
Quella fu una importante lezione, ma come vi dicevo all’inizio di questo scritto, intuire che il tempo impiegato da ognuno nel lavoro è davvero tanto ; che non ci si può astenere dall’agire in quanto la manifestazione stessa è un azione, e per conseguenza si deve predisporre bene lo spazio dove si opera, curando la relazione con se stessi e poi con gli altri, è determinante e può cambiare la qualità della vostra vita.
Bisogna infine essere vigili anche verso i danni causati dal mettersi al servizio esclusivo del proprio ego. Ciò può originare emozioni negative e distruttive. Meglio sicuramente sarebbe vivere con consapevolezza e dedizione, offrendo la propria vita ed il proprio lavoro ad una giusta causa. Essa può anche solo consistere nella sopravvivenza, nella famiglia, negli ideali. Più fortunati sono coloro che avendo fatta l’esperienza di Dio possono abbandonare le loro azioni nelle sue braccia, consapevoli di essere parte e strumento dello stesso. Per queste persone il lavoro è una forma di meditazione, dove si impara a modellarsi per mezzo dello stesso. In India questo tipo di lavoro condotto in stato, oserei dire, di beatitudine, viene chiamato Karma Yoga.

Amadio Bianchi

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