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Ecco come ritornare bambini leggendo fiabe e leggende

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Ecco come ritornare bambini leggendo fiabe e leggende

Un libro di fiabe e leggende non sempre e non necessariamente è un libro per bambini. I racconti non sono infatti insegnamenti solo per l’infanzia, ma fonti di arricchimento culturale ed interiore anche, e fors’anzi soprattutto, per gli adulti.
Giovanni Santunione, col suo "Luoghi e leggende fra Reno, Secchia e Panaro" ci conduce nell’immaginario del popolo della nostra terra; ci regala il piacere della lettura e, con esso, uno straordinario insostituibile strumento per comprendere la vita, la storia e l’arte del passato, ma non di un passato qualunque, bensì del passato dei luoghi dove noi oggi viviamo.
Sì, perché chi sa ascoltare e non ha allontanato dal cuore e dall’animo quella parte bambina che sa usare la fantasia può rivivere il fascino e la suggestione di tutte quelle storie che hanno alimentato la vita e l’immaginario dei nostri avi.
Con lo scrittore, pagina dopo pagina, leggenda dopo leggenda, ci ritroviamo seduti coi vecchi d’un tempo dinanzi al focolare e respiriamo un’aria popolata da animali fantastici, demoni, streghe e fate.
Barigazzo, Boccasuolo, Frassinoro, Monte La Nuda, Fiumalbo, Vignola, Spilamberto, Castelvetro, Marano, e ancora Castelfranco, Porretta, Montese e Rocca Corneta: ogni paese ha le sue storie, le sue tradizioni, le sue credenze, uno straordinario background di fantasia ed emozioni capace di riempirci l’animo e donarci una più profonda comprensione e conoscenza del territorio che ci fa da "patria-madre".
Sul Monte Serrasiccia, sopra Fanano, c’è una grotta che un tempo era abitata da fate, che non avvicinavano gli uomini perché li credevano falsi e malvagi, nei pressi del prato dei "Griogiolini", sui monti circostanti Fellicarolo, si trova invece una sorgente che possiede virtù magiche: le fate vi attingevano l’acqua per fare il bucato e non lontano dalla sorgente è sepolto un tesoro custodito da un enorme serpente che appare solo di notte. E sapete perché le ciliege di Vignola sono conservate in vasi di vetro pieni di liquore? Un giorno giunse alla Corte dei Contrari, i Signori del paese, un giovane cavaliere. Egli si innamorò di una fanciulla che raccoglieva ciliege lungo la riva di un fiume. Anche la ragazza lo aveva notato ma i cortigiani impedirono ai due di incontrarsi, perché lui era nobile e lei solo una contadina. Il cavaliere però, al momento di partire, prese una collana di rubini, la chiuse in un vaso e la lanciò nel fiume come dono d’amore. La ragazza cercò il vaso, ma non lo trovò e così si mise a conservare le rosse ciliege che assomigliavano ai rubini in vasi pieni di liquore.
È solo una leggenda, ma ha il potere di creare su un frutto noto e comune come le ciliege, un’atmosfera di magia ed incanto. Ed è in fondo questo il dono che le leggende ci fanno: riempire di meravigliosi significati anche i gesti, le cose ed i luoghi che noi reputiamo più banali.

Francesca Orlando

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