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La magia ”umida e nebbiosa” del Festival del Cinema

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La magia "umida e nebbiosa"
del Festival del Cinema:
alla scoperta di un’insolita Venezia
nei panni di un cinefilo


"La nebbia, lo giuro. Non ci crederete ma il 28 agosto 2001 alle sette di sera a Venezia c’è la nebbia". Così inizia il viaggio di Claudio Gavioli, medico modenese; il viaggio verso una meta famosa, il notissimo "Festival del Cinema", il viaggio di un cinefilo raccontato in un libro: "Mostri alla Mostra. Diario di un forzato a Venezia 58", edito da Il Fiorino.
E sembra davvero di compierlo questo "itinere", di esserci in quella Venezia uggiosa e frenetica tipica dei giorni del festival.
Fin dalla prima pagina entriamo nel cuore e nella filosofia di un vero amante del cinema: con lui ci proponiamo di arrivare in tempo e poi puntualmente giungiamo all’ultimo minuto, con lui iniziamo una corsa frenetica: "quest’anno i film sono più di 140 e non sarà facile decidere senza rimpianti cosa scartare, dove tagliare". Ogni giornata è una vera e propria scorpacciata di film, minimo cinque, uno dopo l’altro e, pur di perderne il meno possibile, andiamo incontro a disagi, code estenuanti, alimentazione forzata o pasti saltati.
Gavioli, non potrà mai negarlo, cinefilo onnivoro e famelico lo è di certo: dopo essersi immerso nel tempio del cinema, conclude la giornata contando i "cadaverini", come lui li chiama, cioè i film che deve sacrificare per forza di cose, "visto che più di cinque al giorno mi provocano lombalgia, cefalea, annebbiamento della vista". Come a dire che si cede solo quando ci si sente "moribondi"! Non senza qualche rimpianto, quando la fidanzata lo raggiunge al lido per il fine settimana, rinuncia a qualche film per una cena, ma consapevole ammette: "Da quando sono arrivato mi sono cibato solo di panini". Con sofferenza sacrifica dei film per vederne altri, si lascia catturare dal vortice delle pellicole e tutto passa in secondo piano. Questa volta tenta però di rompere la tradizione e ci riesce: si propone una passeggiata tra le calli, ma è una vittoria solo parziale perché preferisce non allontanarsi troppo dal Lido, "altrimenti mi viene l’ansia per il rischio di non rientrare in tempo"!
Così i giorni trascorrono l’uno dopo l’altro, fino all’ultimo, quando la frenesia per finire di vedere più film possibile aumenta. Gavioli si sente colpito dalla sindrome del granello di sabbia: la sensazione che gli eventi cui è riuscito a partecipare siano solo una minuscola particella di un insieme sconfinato. E ancora una volta ecco l’animo del vero cinefilo: "Non ho abbastanza tempo per piangermi addosso!".

Francesca Orlando

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