di Marco Ponti
Nato sulla scia dell’ultimo cinema italiano, quello nostalgico e giovanilista delle crisi generazionali, questo Santa Maradona racconta le incertezze e i problemi di due neolaureati alle prese con la ricerca del lavoro e un profondo senso di inadeguatezza. Andrea e "Bart" dividono un piccolo appartamento a Torino, e le loro giornate trascorrono tra i colloqui fallimentari del primo, i deliri a sfondo psico-filosofico del secondo, e le partite a squash che i due giocano in salotto. A completare il duo c’è la bella Mandala Tayde, che nel film interpreta un’amica dei due, alle prese con la tesi di laurea e col fidanzato geloso. Le cose si complicano quando Andrea conosce Dolores, una bella ragazza che fa teatro. I due si innamorano e iniziano a frequentarsi, tra partite di calcio e cene a lume di candela.
Pur non discostandosi molto dall’ultima corrente riflessiva e romantica delle più recenti pellicole italiane, Santa Maradona è un film gradevole, che propone alcuni spunti convincenti, e fornisce una visione attenta delle preoccupazioni e del profondo spaesamento che contraddistinguono i giovani laureati in cerca di lavoro. Il tutto è arricchito e sdrammatizzato dalla simpatia e dalla bravura dei due protagonisti, Stefano Accorsi e Libero Rienzo, che rendono bene l’immagine dei due amici cinici e scalcagnati. Gradevole e senza troppe pretese.
Santa Maradona
Matteo Guizzardi