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Scegliamo di donare in piena consapevolezza

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Scegliamo di donare in piena consapevolezza

Molti di voi avranno sicuramente in tasca il tesserino che nel maggio del 2000 è arrivato in tutte le nostre case, inviato dal Ministero della Sanità. É quel tesserino che porta impressa la scritta "Per una scelta consapevole", quello grazie al quale diciamo sì o no alla donazione degli organi. Un nuovo documento che molto ci ha fatto riflettere, ma che ci ha portato, alla fine, a prendere una decisione serena, a far sì che il nostro assenso o il nostro rifiuto fosse espresso in modo corretto.
Eppure le domande relative alla donazione sono ancora molte. Vogliamo aiutarvi a sciogliere ogni dubbio, così che, se ancora una decisione non l’avete presa, possiate giungere ad una scelta chiara e certa.
Fino a che età si possono donare gli organi?
Non ci sono limiti di età: fegato e cornee sono stati prelevati a donatori addirittura ultraottantenni. Tutte le volte che si verifica una morte cerebrale (rottura aneurisma, ictus, eccetera), per esempio, si può procedere al prelievo di organi.
Se sono malato posso dare l’assenso alla donazione?
Certo che si può: anche i malati o chi si sottopone a una qualsiasi terapia può dare il proprio assenso alla donazione degli organi. Saranno poi i medici a stabilire, con accurati esami effettuati prima di ogni prelievo, se gli organi che sono resi disponibili sono o non sono idonei a essere prelevati e trapiantati.
Cosa accade nei casi di minorenni?
Per chi non ha ancora 18 anni decidono i genitori. Non esiste infatti nessun tesserino per i bambini e per i ragazzi perché non è necessaria una dichiarazione anticipata di volontà. La decisione dei genitori viene raccolta dai medici al momento dell’eventuale prelievo. Comunque, i genitori possono fare la scelta per il loro figlio dichiarandola congiuntamente alla Asl.
Cosa può fare chi non ha compilato il tesserino, l’ha gettato o perso, ma vuole dare il proprio assenso?
Basta compilare e tenere con sé insieme ai documenti un foglietto che indichi nome, cognome, dati anagrafici, dichiarazione di volontà, data e firma.
Tutti quelli che muoiono sono possibili donatori di organi?
No. É necessario che siano andati incontro a morte cerebrale e che il loro cuore batta ancora. Il cervello, in pratica, deve essere irreversibilmente distrutto, ma deve essere possibile ventilare i polmoni e mantenere in funzione il cuore: ecco perché non è possibile prelevare organi da persone che non siano decedute in un reparto di rianimazione. Possono essere donatori coloro che muoiono per traumi cranici, emorragie cerebrali, aneurismi cerebrali, neoplasie cerebrali primitive, mentre non può esserlo chi decede per arresto cardiaco, in quanto gli organi si deteriorerebbero per assenza di flusso sanguigno.
Qual è la differenza tra morte cardiaca e morte cerebrale?
La morte cardiaca non esiste. Infatti la funzione cardiaca può essere riattivata, con il massaggio cardiaco o con il defribillatore. Esistono inoltre operazioni di cardiochirurgia durante le quali il cuore viene bloccato dai medici, ma il paziente è vivo.
Come si accerta la morte cerebrale?
Per cominciare un accertamento di morte è necessario che si verifichino contemporaneamente:
·
assenza di riflessi che partono direttamente dal cervello;
·
stato di incoscienza;
·
assenza di reazioni agli stimoli dolorifici;
·
assenza di respiro spontaneo;
·
silenzio elettrico cerebrale (elettroencefalogramma piatto)
·
tali condizioni devono essere simultaneamente presenti per 6 ore.
Come non confondere il coma con la morte cerebrale?
Nel coma si verifica la perdita di coscienza, ma permangono le funzioni cerebrali deputate al mantenimento della vita. La morte cerebrale consiste invece nella perdita totale e definitiva di tutte le funzioni cerebrali. Dunque non c’è nessuna possibilità di equivoco.
Dopo quanto tempo dall’accertamento di morte cerebrale possono essere prelevati gli organi?
Nessun organo o tessuto può essere prelevato prima che siano trascorse 6 ore di osservazione dal momento della diagnosi di morte.
Chi decide la morte cerebrale?
Una commissione composta da tre medici, indipendenti dal lavoro di prelievo e trapianto.
Quanto tempo può intercorrere tra l’espianto di un organo e il trapianto?
Il tempo dipende dall’organo. Per il cuore possono passare non più di 4 o 5 ore, per il polmone meno di 6, per il fegato non più di 12 ore, per i reni anche oltre 24.
Come si decide a chi vanno gli organi prelevati?
Lo stabiliscono i Centri di riferimento regionale o interregionali per i trapianti, che sono tre: Nitp, Ocst e Airt, e raggruppano ciascuno diverse regioni. In questi organismi di coordinamento si tengono le liste informatizzate dei pazienti in attesa di trapianto.
Che differenza c’è tra trapianti d’elezione e trapianti d’urgenza?
Un trapianto d’elezione è quello in cui l’organo viene assegnato in base ad una lista d’attesa. Un trapianto d’urgenza, invece, è quello in cui il paziente scelto ha priorità rispetto alla lista perché ha un’aspettativa di vita di un solo giorno. Un esempio può essere quello di un paziente colpito da epatite fulminante.
Dove posso trovare notizie approfondite?
Esiste un "Movimento per i trapianti", un’associazione senza scopo di lucro che ha realizzato la linea verde per la vita (tel 800-004455). Gli operatori rispondono sulla base di schede informative approvate dal Centro Nazionale per i trapianti.

Francesca Orlando

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