"Col mio sangue sapore di ferro ho disegnato antichi mandàla
e le mie ossa sono servite per scavare fondamenta, costruire mura di cinta;
la mia pelle ha sollevato tende beduine nel deserto
e le mie angosce sono stelle lanciate nell’infinito da angeli ribelli.
Solo i pensieri ho tenuto con me in questa fossa di tufo giallo
per nascondere ai miei nemici l’amore e la pietà."
La poesia è un fuoco freddo
che ripara l’anima restando nascosta nella penombra
ferita ma coi muscoli pronti
a cercare un’acqua che non gela,
il riflesso di un narciso d’oro.
Ma vedo solo galleggiare l’eco dei ciclamini
un viola liquido che mette a lutto il fiume.
vorrei ancora credere al vento,
al nulla che mi parla in preghiera
nascosto tra i versi
dalle pietre che sanguinano
e sudano rugiada
ma io so – quando la natura lo chiede –
che non so vivere senza la paura di perdere l’anima
rimasta attaccata alla punta di una penna.
Nicola Vassallo
INQUIETUDINE, SANGUE DI POESIA