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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Siamo in un’afosa fine di giugno, c’è aria di ferie e di sbaraccamento, ma Kult non é ancora in vacanza e anche la nostra rubrica é ricca e varia come sempre; si dipanano le storie iniziate, dal fascino dei "quadri" di Giancarlo Gandini, alla magia fantasy di Alessandro Zanardi, alla complessità shockante di Christian Del Monte; ritroviamo un angolo di pace nelle poesie, dalla Tarantola a Roberto Boni, per poi ripiombare nelle atmosfere dense di angoscia di Silvia Ceriati; prosegue, ad opera di Alessio Scalerandi, l’originale (e quanto mai inquietante) "filone" degli animali antropomorfi, inaugurato da Leonardo Maffi, e Arthur Carponi ci fa conoscere una "gatta" un po’ particolare…
Su questo tema delle "mutazioni" animali, sospeso tra scienza e fantascienza, vorrei invitare i lettori a esprimere le proprie opinioni, e anche, perché no, le proprie paure…Nonostante tutti i Quark che abbiamo visto dalla nostra infanzia in poi, nulla è più misterioso e segreto del mondo animale, col suo linguaggio a noi oscuro, i suoi segni.
Ma ho parlato anche troppo: lasciamo parlare le opere.

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Settimo capitolo della saga di Alessandro Zanardi Le avventure di Banedon. Come ricorderete, il giovane mago si trova nelle caverne, alla ricerca di un fantomatico oggetto sacro, con i due ambigui compagni incontrati nella puntata precedente; si fa strada l’impressione che "il gatto e la volpe" nascondano qualcosa, e in più il terzetto deve vedersela con un’astuta ladra…
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Mai lirica è stata più intonata alla stagione di questa di Roberto Boni (lo ricordo ancora una volta, é il vero nome di Myskin) tratta sempre dalla raccolta Minimi equivoci, e in cui si dipinge con vera poesia il paesaggio senza poesie delle assolate periferie industriali: ""frontiera nostrana per un no-dove", per il nulla.

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E’ sempre più in progresso l’opera di Arthur Carponi, che con La gatta ci regala un racconto dall’indimenticabile atmosfera inquietante, basato sulla contrapposizione tra un’ambientazione banale e quotidiana e un mondo oscuro e misterioso.

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Ancora un animale, ancora atmosfere dense di fascino macabro: in Sangue, di Alessio Scalerandi, è una renna a parlare, una renna che si interroga su sé stessa, sui propri impulsi, sugli istinti immutabili della sua specie, vissuti però con umana consapevolezza. Dopo l’indimenticabile lupo mannaro di Leonardo Maffi, un nuovo mannaro resterà impresso nella nostra immaginazione.

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Mariacarla Tarantola ci regala una pausa di pace con A Laura, lirica di sapore ottocentesco e raffinato, com’è nello stile di questa autrice, che sembra aver fermato il tempo prima delle avanguardie e del Novecento….

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Abbiamo già conosciuto il suggestivo simbolismo di Silvia Ceriati, con il suo gusto per le atmosfere kafkiane e paradossali: tutti elementi che ritroviamo in La casa, in cui la pacatezza dell’incipit si scioglie in un finale a sorpresa – che non anticipo.

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Proseguono le storie "a incastro" di Gianluca Gandini, che sembrano nascere l’una dall’altra in un processo senza fine. In Due pagine l’autore de Il ladro di bicchieri ci regala l’immagine senza tempo di un "gentiluomo" che fa dell’educazione e della gentilezza la sua bandiera. Lo stile è come sempre vivido, realistico, pennellate di quadri sempre più colorati.

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Terminiamo con la prima parte di Sonntag, il nuovo romanzo di Christian Del Monte, basato sulla storia d’amore tra un drammaturgo (Wirldorf) e la sua "musa" Anne, che muore durante la guerra. Dopo la premessa del libro, in cui si presentava l’universo teatrale di Wirldorf, qui ritroviamo la sua vita, spezzata dalla morte dell’amata, e sospesa in uno strano rapporto con la perversa Silvia. Lo stile di Del Monte è complesso, i suoi personaggi spigolosi, urtanti, eppure vivi nella loro dolorosa durezza, nella loro indecifrabilità che è l’indecifrabilità della vita.

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Prima di salutarvi, mi sembra giusto spiegare che, per dare spazio a tutti i nostri autori, a volte interrompiamo la pubblicazione delle raccolte poetiche: il prossimo mese ritroverete, tanto per fare un esempio, Marco Saya e Enrico Pietrangeli (e vi ricordo che li trovate anche in libreria!).
Sono pronta all’ultima parola: scrivete, scrivete, scrivete!!

Arrivederci al prossimo mese

Lorenza Ceriati

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