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Quel bambino…

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Quel bambino nato senza l’intervento del maschio…

Accadde nel luglio del 2001 e si parlò, s rigor di logica, di una scoperta assolutamente rivoluzionaria. Protagonista fu una dottoressa dell’Università di Melbourne: ovuli fecondati grazie a cellule somatiche.
In pratica si tratta di questo: fertilizzare degli ovuli usando materiale genetico proveniente da qualsiasi cellula del corpo e non per forza dello sperma: una tecnica che fino a questo momento sembrava impossibile, ma che grazie alla dottoressa Orly Lacham-Kaplan, che guida un’equipe di ricerca sulla fertilità all’Istituto per la riproduzione dell’Università Monash di Melbourne, ora è divenuta realtà.
La dottoressa ha rivelato, in una intervista alla Bbc, di essere riuscita a fertilizzare uova di topo in laboratorio usando cellule somatiche. Grazie alla chimica, quindi, i ricercatori hanno prodotto degli embrioni in laboratorio e il passo successivo è quello di verificare cosa accade quando quegli embrioni vengono impiantati. Ma ecco le parole della Lacham-Kaplan: "Centinaia di ovuli fecondati saranno inseriti in cavie "madri in affitto" per verificare se sopravvivono e se si sviluppano. Quando e se dovessero nascere i piccoli, gli scienziati dovranno accertare se sono normali, in grado di riprodursi e se anche la loro discendenza risulterà poi perfettamente sana. Occorrerà almeno un anno per portare a termine tutti questi esperimenti e solo allora si potrà cantare davvero vittoria. A quel punto, si porrà il problema della sperimentazione sull’uomo. L’Australia ha vietato questo genere di esperimenti, ma negli Stati Uniti sono permessi e dunque i ricercatori potrebbero essere costretti a trasferirsi".
La dottoressa ha ricordato di aver iniziato lo studio per aiutare gli uomini che non potevano avere figli perché non avevano sperma. "Teoricamente – ha spiegato – potremmo usare cellule somatiche femminili per produrre l’embrione. Così due donne che vogliono avere il proprio figlio biologico potranno averlo anche grazie a questa tecnologia". Una tecnica, quindi, che consentirebbe di avere figli agli uomini sterili, ma anche alle single e alle coppie lesbiche. Cosa significa? Che di fatto l’uomo potrebbe sparire dal ciclo della riproduzione. Ed ecco che allora immediatamente la scoperta australiana apre la strada a inevitabili polemiche e discussioni di carattere etico: del resto bambini che nascono senza l’intervento del maschio è qualcosa che non a torto qualcuno ha definito "contro natura".


Francesca Orlando

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